Il Papa ricorda le Carmelitane uccise durante la Rivoluzione francese: autrici di carità
Vatican News
Non “vittime”, ma “autrici” di carità. Così, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, Papa Leone XIV definisce le 16 compagne dell’Ordine delle Carmelitane Scalze di Compiègne, martiri, uccise in odium Fidei il 17 luglio 1794, a Parigi, durante la Rivoluzione francese. Le religiose sono state iscritte nel catalogo dei santi da Papa Francesco il 18 dicembre 2024, con una canonizzazione equipollente. In rendimento di grazie per quell’avvenimento, stamani, sabato 13 settembre, nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi è stata celebrata una Messa solenne, presieduta dall’arcivescovo della città, monsignor Laurent Ulrich. Nel corso della celebrazione, è stato letto il telegramma del Papa da monsignor Celestino Migliore, nunzio apostolico in Francia.
Un "turbamento benefico" nei carcerieri
Nel testo il Papa esprime innanzitutto la sua profonda gioia nell’unirsi al rendimento di grazie della Chiesa francese e universale per la canonizzazione delle sedici Carmelitane di Compiègne, ricordando come il loro martirio - avvenuto durante il periodo del “grande terrore” - abbia suscitato ammirazione persino nei loro carcerieri e generato un “turbamento benefico” anche nei cuori più induriti, aprendo spiragli verso il divino.
L'eco del sacrificio
Il Pontefice sottolinea come l’eco del loro sacrificio non si sia mai spenta, trovando conferma nell’abbondanza di opere letterarie e artistiche ispirate al loro esempio, ma soprattutto nella “folla sorprendentemente silenziosa” che accompagnò il loro supplizio.
La pace del cuore frutto di "immensa carità"
La pace del cuore che animava queste figlie di Santa Teresa - prosegue Leone XIV - era frutto di una “immensa carità”, ma anche della fede e della speranza teologali che le sostenevano. Salendo al patibolo tra inni e salmi, esse trasformarono il loro arresto in un atto di offerta totale: non più “vittime”, ma “autrici di un dono supremo che rende attuale l’offerta dei voti religiosi”. “Spogliate in apparenza di tutto — osserva il Papa —, sono in realtà restate ricche dei loro voti e dell’atto di consacrazione con il quale avevano offerto liberamente la loro vita a Dio perché la pace fosse ristabilita nella Chiesa e nello Stato”.
"Vi perdono con tutto il cuore"
Il Papa richiama poi le parole della priora, ultima a salire alla ghigliottina: “Come potremmo avercela con questi poveri infelici che ci aprono le porte del Cielo?”, per poi aggiungere, sorridendo ai carnefici: “Vi perdono con tutto il cuore, come spero che Dio perdoni me”. In quella frase, commenta Leone XIV, si condensa lo spirito delle Carmelitane: “offerta totale, perdono e gratitudine, gioia e pace”.
Forza e fecondità nella vita interiore
La loro testimonianza - conclude il Pontefice - rimane un invito per tutti a scoprire “la forza e la fecondità di una vita interiore tutta rivolta alle realtà celesti”. E impartendo la sua Benedizione apostolica, Leone XIV ha voluto estenderla non solo ai fedeli e ai pastori riuniti a Notre-Dame di Parigi, ma anche a quanti, da ogni parte del mondo, si sono uniti spiritualmente a un evento “che fa gioire l’intera Chiesa”.
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