Il Papa ai ministranti: la Messa non è un "dovere", il vostro servizio ne mostri la bellezza
Isabella H. de Carvalho – Città del Vaticano
Auspico che “siate attenti alla chiamata che Gesù potrebbe rivolgervi a seguirlo più da vicino nel sacerdozio” e “che possiate, a poco a poco, di domenica in domenica, scoprire la bellezza, la felicità e la necessità di una simile vocazione”. Leone XIV rivolge questo incoraggiamento, parlando in francese, alle “coscienze di giovani, entusiasti e generosi” ministranti dalla Francia in pellegrinaggio a Roma, incontrati stamani, 25 agosto, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Durante il suo discorso, in cui ha sottolineato l’importanza dell’Eucaristia come luogo di incontro con l’amore di Cristo, ha insistito "che vita meravigliosa è quella del sacerdote che, al centro di ogni sua giornata," tramite la Messa "incontra Gesù in modo così eccezionale e lo dona al mondo".
Vi dirò una cosa che dovete ascoltare, anche se può inquietarvi un po’: la mancanza di sacerdoti in Francia, nel mondo, è una grande disgrazia! Una disgrazia per la Chiesa!
Solo Gesù ci salva
Davanti ad un mondo che “va male, che deve affrontare sfide sempre più gravi e inquietanti” come la sofferenza, la malattia, la disabilità, il fallimento o ancora la perdita di una persona cara, il Pontefice riconosce che potrebbero sorgere degli interrogativi: “Chi verrà in nostro soccorso? Chi avrà pietà di noi? Chi verrà a salvarci? … non solo dalle nostre sofferenze, dai nostri limiti e dai nostri errori, ma anche dalla morte stessa?”.
La risposta per Leone XIV è “perfettamente chiara e risuona nella Storia da duemila anni: solo Gesù viene a salvarci, nessun altro: perché solo Lui ha il potere di farlo – Egli è Dio Onnipotente in persona – e perché ci ama”. “Egli ha donato la sua vita per noi offrendola sulla croce. Infatti, non c’è amore più grande di dare la vita per chi si ama”, continua ancora il Papa, definendo la morte e risurrezione di Cristo come “la cosa più meravigliosa della nostra fede cattolica” e “l’evento più importante della storia del mondo”. “Dio, il creatore del cielo e della terra, ha voluto soffrire e morire per noi creature. Dio ci ha amati fino a morirne! Per farlo, è disceso dal cielo, ha umiliato sé stesso e si è fatto simile agli uomini”, afferma il Pontefice.
Che cosa dobbiamo temere da un Dio che ci ha amati fino a questo punto? Che cosa potevamo sperare di più? Che cosa aspettiamo per ricambiarlo come merita? Gloriosamente risorto, Gesù è vivo presso il Padre, ora si prende cura di noi e ci comunica la sua vita imperitura.
L’Eucaristia salva il mondo oggi
Leone XIV evidenzia poi che il luogo in cui si può sperimentare questo amore di Cristo è l’Eucaristia, “tesoro della Chiesa, il tesoro dei tesori”. “Di domenica in domenica” e “di generazione in generazione”, la Chiesa custodisce “con cura la memoria della morte e della resurrezione del Signore”, spiega il Papa. “La celebrazione della Messa ci salva oggi! Salva il mondo oggi!”, ribadisce, proprio perché in essa “tra le mani del sacerdote, e alle sue parole “questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”, Gesù dona ancora la sua vita sull’altare, versa ancora il suo sangue per noi oggi”.
È l’evento più importante della vita del cristiano e della vita della Chiesa, perché è l’incontro in cui Dio si dona a noi per amore, ancora e ancora. Il cristiano non va a Messa per dovere, ma perché ne ha assolutamente bisogno; il bisogno della vita di Dio che si dona senza chiedere nulla in cambio!
Mettete Gesù al centro della vita
Citando un versetto di San Pietro tratto dagli Atti degli Apostoli che dice “non c'è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati”, il Pontefice incoraggia i ministranti a non dimenticarsi “mai queste parole”. “Imprimetele nel vostro cuore; e mettete Gesù al centro della vostra vita”, ribadisce. E gli invita a tornare in Francia “decisi più che mai ad amarlo e a seguirlo, e così meglio armati di speranza”, nei momenti "difficili di dubbio, di sconforto e di tempesta, come un’ancora sicura, gettata verso il cielo, che vi permetterà di continuare il cammino”. Infatti Leone XIV ringrazia i ministranti per il loro servizio, gli incoraggia a perseverare, e gli invita a tenere sempre presente “la grandezza e la santità di ciò che si celebra”.
In effetti, come non provare gioia nel cuore alla presenza di Gesù? Ma la Messa è, al tempo stesso, un momento serio, solenne, intriso di gravità. Possano il vostro atteggiamento, il vostro silenzio, la dignità del vostro servizio, la bellezza liturgica, l’ordine e la maestà dei gesti introdurre i fedeli nella grandezza sacra del Mistero.
Gesù vuole essere il vostro migliore amico
Il Papa infatti esorta i ministranti a non perdere l’opportunità “di parlare a Gesù nel secreto del cuore e amarlo sempre più” mentre sono a Roma durante l’Anno Santo. “Egli ci aiuta a “convertici”, ossia a volgerci verso di Lui, a crescere nella fede e nel suo amore, per diventare discepoli migliori”, spiega. L’unico desiderio di Cristo, aggiunge “è di far parte della vostra vita per illuminarla dall’interno, di diventare il vostro migliore amico, quello più fedele. La vita diventa bella e felice con Gesù”. Però, spiega il Pontefice, Cristo “attende la vostra risposta”, bussa “alla porta e attende per entrare”.
Essere “vicini” a Gesù, Lui, il Figlio di Dio, entrare nella sua amicizia! che destino inatteso! Che felicità! Che consolazione! Che speranza per il futuro!
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