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Il pallone realizzato con gli stracci presentato a Papa Francesco dai giovani di Scholas Occurrentes Il pallone realizzato con gli stracci presentato a Papa Francesco dai giovani di Scholas Occurrentes

Il calcio visto dai Papi: il bello del pallone è condividere sogni e amicizie

In occasione della ripresa dei massimi campionati di calcio in Europa, riproponiamo alcune riflessioni dei Papi su questo sport tanto amato, soprattutto quando resta un gioco in grado di trasmettere valori e favorire la crescita umana dei giovani

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Il calcio è uno tra gli sport più popolari e diffusi. In questo periodo, dopo una pausa, si riaccendono di nuovo i riflettori sui “rettangoli verdi” per illuminare azioni, passaggi, goal. Nella seconda metà di agosto si apriranno infatti i principali campionati in Europa. Quello inglese, la Premier League, comincerà il 15 agosto. Sempre a ferragosto è in programma, in Spagna, la prima partita della Liga. Il 15 agosto il calendario prevede, in Francia, la prima giornata della Ligue 1. Una settimana dopo, il 22 agosto, avrà inizio in Germania la Bundesliga. In Italia la Serie A prenderà il via, come la Souper Ligka Ellada in Grecia, il 23 agosto. In questo periodo, in cui sta per concludersi la preparazione delle squadre in vista della nuova stagione, crescono attese e speranze.

I Papi e il calcio

Quella che si sta per aprire è infatti una nuova pagina di sport ricca di allenamenti, tattiche, traguardi da raggiungere. Ma non è solo questo l’essenziale del calcio. Questo sport può e dovrebbe racchiudere anche valori che superano il gesto meramente tecnico. Può trasmettere valori, insegnamenti per la vita. Cosa hanno detto, in questo senso, i Pontefici sul calcio? Per i Papi deve essere innanzitutto visto come un gioco di squadra. Il calcio è soprattutto un mezzo per far crescere amicizie, sogni come quelli che sbocciano nei campi di periferia, in quelli delle parrocchie e degli oratori.

Leone XIV: non si perdano i valori educativi

Non deve mai mancare una visione pedagogica. Il calcio, a livello agonistico, non è solo business. Deve essere visto anche nella sua funzione educativa. Papa Leone XIV ha indicato, in particolare, l’importanza di questo aspetto ricevendo lo scorso 27 maggio, i giocatori e i dirigenti della squadra del Napoli.

Bisogna vigilare sulla qualità morale dello sport.

Purtroppo, quando lo sport diventa business, rischia di perdere i valori che lo rendono educativo, e può diventare addirittura dis-educativo. Su questo bisogna vigilare, specialmente quando si ha a che fare con gli adolescenti. Faccio appello ai genitori e ai dirigenti sportivi: bisogna stare bene attenti alla qualità morale dell’esperienza sportiva a livello agonistico, perché c’è di mezzo la crescita umana dei giovani. 

Bambini che giocano con un pallone.
Bambini che giocano con un pallone.

Francesco: è un diritto giocare

“Il calcio è un gioco di squadra, non ci si può divertire da soli”. Per Papa Francesco, che più volte si è soffermato sul valore di questo sport, il calcio piace perché “si rincorre un sogno”. È un “diritto giocare”, provare “la felicità di giocare”, ha detto il Pontefice argentino durante l’. Il bello di giocare con un pallone, ha aggiunto in quella occasione, “è di poterlo fare insieme ad altri, passandoselo in mezzo a un campo”. Il pallone diventa “un mezzo per invitare le persone reali a condividere l’amicizia, a ritrovarsi in uno spazio, a guardarsi in faccia”. Nell’, Francesco si è inoltre soffermato sulla grande forza attrattiva di un pallone.

La bellezza di un pallone di stracci.

Il pallone ha un’attrattiva. Io ricordo che c’era una piazzetta a pochi metri da casa mia. Lì giocavamo, ma non sempre avevamo a disposizione un pallone, perché in quel tempo il pallone era di cuoio, era molto costoso. Ancora non c’era la plastica, quelli di gomma non c’erano ancora… C’era il pallone di stracci. Anche con una palla di stracci si fanno dei miracoli. 

Il pallone è un mezzo per guardarsi in faccia.
Il pallone è un mezzo per guardarsi in faccia.

Giovanni Paolo II: il calcio è anche testimone di fratellanza

Il calcio può anche accompagnare profondi cambiamenti politici e, dopo periodi segnati da drammi e forti tensioni, esprimere il profondo desiderio di fratellanza dei popoli. Nelle parole rivolte da  il calcio non è un ambito marginale della storia: può aiutare a superare le barriere, a promuovere l’unità.

Il calcio sia espressione del primato dell'essere sull'avere.

Rivolgo un cordiale benvenuto a ciascuno di voi, provenienti dai cinquant'uno Paesi aderenti all'Unione delle Federazioni Europee di Calcio e convenuti a Roma per il Grande Giubileo dell'Anno Duemila. L'odierno incontro vede rappresentata la quasi totalità delle Nazioni europee. In particolare, la presenza delle Federazioni dell'Est, che dopo la caduta del Muro di Berlino hanno aderito alla vostra Unione, testimonia ancor più la volontà di pace e di fratellanza che anima le vostre federazioni. (...) Il calcio, come ogni sport, divenga sempre più espressione del primato dell'essere sull'avere, liberandosi da tutto ciò che gli impedisce di essere proposta positiva di solidarietà e di fraternità, di mutuo rispetto e di leale confronto tra gli uomini e le donne del nostro mondo.

Benedetto XVI e la gioia per uno storico successo

Il calcio può regalare emozioni che vanno oltre lo sport e incarnare speranze di pace. Lo ha sottolineato Papa Benedetto XVI all’ riferendosi alla storia di un Paese profondamente scosso da guerre e violenze.

Dopo aver pianto, è il momento di gioire con gli iracheni.

Una buona notizia relativa all'Iraq, che ha generato un'esplosione popolare di gioia in tutto il Paese. Mi riferisco alla vittoria della Coppa d'Asia da parte della Rappresentativa di calcio irachena. Si tratta d'uno storico successo per l'Iraq, che per la prima volta è diventato campione di calcio dell'Asia. Sono rimasto felicemente impressionato dall'entusiasmo che ha contagiato tutti gli abitanti, spingendoli nelle strade per festeggiare l'evento. Come tante volte ho pianto con gli Iracheni, in questa circostanza con loro gioisco. Questa esperienza di lieta condivisione rivela il desiderio di un popolo di avere una vita normale e serena. Auspico che l’evento possa contribuire a realizzare in Iraq, con l’apporto di tutti, un futuro di autentica pace nella libertà e nel reciproco rispetto. 

Iraq: bambini che giocano con un pallone.
Iraq: bambini che giocano con un pallone.   (AFP or licensors)

Paolo VI, il calcio e i ritmi ordinari

L’apertura dei campionati di calcio, dopo il periodo estivo, è uno dei tratti distintivi della quotidianità dopo le vacanze. Volgendo lo sguardo verso “il calendario del nostro tempo e delle nostre abitudini”, si deve sempre ricordare “il tempo dovuto allo spirito, alla preghiera, a Dio”. Lo ha ricordato Papa Paolo VI all’, il giorno in cui cominciava in Italia il campionato di calcio.

Riprendono i ritmi intensi di lavoro e di svago.

Finita l’estate, finito il periodo delle vacanze, ricomincia in ogni settore l’attività regolare. Vendemmia e semina nei campi. Le scuole si riaprono (speriamo! . . .), e comincia un nuovo anno scolastico. Ogni ufficio riprende gli orari normali. Oggi ha inizio anche il nuovo campionato di calcio. La vita riassume i suoi ritmi intensi di lavoro e di svago. Tutto l’uso del tempo entra in un programma ordinato e serrato, che rende uniformi e determinate le azioni e le giornate dell’uomo moderno.

Bambini che giocano sulla spiaggia.
Bambini che giocano sulla spiaggia.

Stanno dunque per riprendere i ritmi ordinari del nostro tempo, scanditi anche dai campionati di calcio. In Europa stanno per iniziare i massimi tornei e sarà possibile vedere straordinari campioni, grandi giocate. Ma è bello ancora guardare chi gioca nelle spiagge, o sui campi di periferia o di un oratorio. Scorgere un pallone sorvolare i giovani calciatori tra gli sguardi di bambini che giocano e si divertono, anche con i loro sogni. “Il calcio - diceva Pelè - è musica, danza e armonia. E non c’è niente di più allegro della sfera che rimbalza”.

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14 agosto 2025, 09:00