Il Papa riceve Zelensky, riaffermata la disponibilità a negoziati in Vaticano
Salvatore Cernuzio – Castel Gandolfo
Percorsi di pace “giusti e duraturi”, il dialogo per porre fine alle ostilità, preghiera e vicinanza al popolo ucraino, gli sforzi per liberazione dei prigionieri e “la disponibilità ad accogliere in Vaticano i rappresentanti di Russia e Ucraina per i negoziati”. Numerosi i temi al centro del colloquio di oggi, 9 luglio, a Castel Gandolfo, tra Papa Leone XIV e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il leader di Kyiv è da oggi in Italia per il quarto appuntamento internazionale dell’Ukraine Recovery Conference, che si svolge al centro congressi La Nuvola dell’Eur il 10 e 11 luglio. Oggi pomeriggio vedrà il presidente italiano Sergio Mattarella, ma, appena atterrato a Roma, ha voluto raggiungere il piccolo comune laziale per incontrare Leone XIV, che da domenica scorsa si è trasferito qui per trascorrere un periodo di riposo estivo.
L'accoglienza a Villa Barberini e il colloquio con il Papa
Cornice dell’incontro – il secondo tra i due – è stata Villa Barberini. Zelensky l’ha raggiunta attraversando con il lungo corteo di auto dai vetri oscurati le vie medievali di Castel Gandolfo, le cui strade sono state blindate ore prima. Poco dopo le 13.30, il presidente – entrando da un ingresso laterale – è giunto nei giardini della Villa, davanti al picchetto delle Guardie Svizzere. Vestito interamente di nero, lo ha accolto il reggente della Prefettura della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, che lo ha accompagnato fino all’ingresso della residenza. Il Papa ha atteso il suo ospite all'ingresso del salone, salutandolo con una stretta di mano e la domanda in inglese: "How are the things going?" ("Come vanno le cose?") e poi indicandogli la finestra dalla quale si vede il suggestivo panorama del lago di Albano.
Da lì il “cordiale colloquio” privato di circa mezz'ora, durante il quale – informa un comunicato della Santa Sede – “si è ribadita l’importanza del dialogo come via privilegiata per porre fine alle ostilità. Il Santo Padre ha espresso dolore per le vittime e rinnovato la propria preghiera e vicinanza al popolo ucraino, incoraggiando ogni sforzo volto alla liberazione dei prigionieri e alla ricerca di soluzioni condivise”. “Il Santo Padre – sottolinea la nota - ha riaffermato la disponibilità ad accogliere in Vaticano i Rappresentanti di Russia e Ucraina per i negoziati”.
Il dono del presidente al Pontefice
Zelensky ha voluto portare un dono al Papa: un album dedicato alla tradizione iconografica ucraina, in cui sono raccolti i più famosi capolavori dall’XI al XVIII secolo.
Insieme affacciati dal balcone
Intorno alle 14 Papa e presidente si sono affacciati insieme dal balcone di Villa Barberini, dove sventola la bandiera bianca e gialla della Città del Vaticano. Entrambi hanno salutato la piccola folla di persone – principalmente giornalisti - sistemata per strada sotto una forte calura alleggerita dalla brezza proveniente dal lago. “Buongiorno Santità!”, ha urlato una donna. “Buongiorno, buongiorno!”, ha risposto Papa Leone.
Le parole di Zelensky ai giornalisti
Cinque minuti dopo Zelensky, sceso nel cortile, ha voluto condividere alcune parole con un gruppo ristretto di giornalisti: “Sono molto grato a Sua Santità per questo incontro, per averci ospitato e naturalmente per il suo aiuto, per l’aiuto del Vaticano”. Aiuto che si traduce nelle “preghiere”, ha detto il capo di Stato, ma soprattutto nella questione del rimpatrio dei minori ucraini trasportati con la forza in Russia. Da sempre Zelensky ha domandato sostegno alla Santa Sede per questa missione, come pure per la liberazione di prigionieri. Un “meccanismo”, così come l’ha definito in varie occasioni il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, è stato avviato grazie alla visita voluta da Papa Francesco nel 2023 del cardinale Matteo Maria Zuppi a Kyiv e poi a Mosca (successivamente anche a Washington e Pechino). Grazie ad esso si è giunti al rientro di diversi bambini e adolescenti e anche al rilascio di prigionieri, tra cui – nel giugno 2024 – i due redentoristi Ivan Levytskyi e Bohdan Heleta. Un risultato per il quale lo stesso Zelensky ha ringraziato pubblicamente la Santa Sede per i suoi sforzi.
Oggi il presidente a Castel Gandolfo è tornato a ribadire la gratitudine e la richiesta d’aiuto per restituire “i nostri figli” ai loro parenti in Ucraina. “È una questione molto importante di cui abbiamo parlato con il Papa, in un momento molto importante”, ha detto ancora a margine dell’udienza con Leone XIV. “Naturalmente – ha aggiunto - vogliamo la pace, vogliamo che la guerra finisca e naturalmente contiamo molto sul Vaticano affinché il Vaticano e Sua Santità possano aiutarci con un incontro di alto livello tra leader per porre fine a questa guerra”.
Intorno alle 14.10 Zelensky e la sua delegazione – nella quale erano presenti, tra gli altri, l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, e il capo dell’ufficio del presidente, Andriy Yermak – ha lasciato Villa Barberini.
Il precedente incontro e la telefonata
È la seconda volta, come detto, che il Papa e il presidente ucraino si incontrano privatamente. La prima è stata l’udienza del 18 maggio scorso, subito dopo la Messa di inizio pontificato, alla quale Zelensky aveva partecipato insieme alla moglie Olena Zelenska. A margine della celebrazione, il capo di Stato era stato ricevuto dal Pontefice nell’Auletta dell’Aula Paolo VI, subito dopo Dina Ercilia Boluarte Zegarra, presidente del Perù. A seguito di quell’incontro, Zelensky aveva fatto sapere, tramite il suo account ufficiale su X, di aver ringraziato il Papa per le parole sull’Ucraina nel Regina Caeli della domenica precedente, in particolare “sulla necessità di una pace giusta”.
Qualche giorno prima, il 12 maggio, c’era stata una telefonata tra i due, resa nota dal leader di Kyiv che ancora su X scriveva di aver invitato il Papa in Ucraina: “Una visita del genere – si leggeva nel post - porterebbe vera speranza a tutti i credenti e a tutto il nostro popolo”. Lo stesso invito a visitare il Paese il presidente lo ha ribadito oggi a Papa Leone.
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