Leone XIV: lo sport trasforma lo scontro in incontro, si fermi la rincorsa dell¡¯odio
Benedetta Capelli ¨C Città del Vaticano
In due parole ¨C ¡°partita e cuore¡± ¨C si disegna un mondo nuovo, fatto di vicinanza, accoglienza, apertura all¡¯altro e soprattutto aiuto. Papa Leone XIV lo tratteggia in un videomessaggio in occasione della Partita del Cuore 2025 che si gioca alle 21.30 di stasera, 15 luglio, presso lo Stadio gran Sasso d¡¯Italia - Italo Acconcia de L¡¯Aquila tra la Nazionale Cantanti, da circa 40 anni impegnata in progetti e attività benefiche, e la Nazionale Politici che per una sera riunirà sotto la stessa maglia leader ed esponenti di partiti diversi nel nome della solidarietà. Il ricavato della sfida andrà al ¡°Progetto Accoglienza¡±, realizzato congiuntamente dalla Fondazione Bambino Gesù e dalla Caritas Italiana per offrire vitto, alloggio e sostegno materiale alle famiglie dei bambini ricoverati, provenienti da tutta Italia e dall¡¯estero.
Unire i cuori spezzati
Giocare insieme in fondo, sottolinea il Papa, è incontrarsi. Cita così la partita giocata il 25 dicembre 1914 da alcuni soldati (tedeschi, francesi e inglesi), nei pressi della cittadina di Ypres, in Belgio. Una storia raccontata in un film, ¡°Joyeux Noël¡±, e in una canzone di Paul McCartney. Lo spunto, ¡°una causa che unisce¡±, riguarda questa volta i bambini che chiedono aiuto e arrivano da zone di guerra.
È ancora possibile, è sempre possibile incontrarsi, anche in un tempo di divisioni, di bombe e di guerre. È necessario costruire le occasioni per farlo. Sfidare le divisioni e riconoscere che questa è la sfida più grande: incontrarsi. Contribuire insieme ad una buona causa. Riportare ad unità i cuori spezzati, i nostri e quelli degli altri. Riconoscere che nel cuore di Dio siamo una cosa sola. E che il cuore è il luogo dell¡¯incontro con Dio e con gli altri.
Dallo scontro all¡¯incontro
¡°Partita e cuore - spiega il Papa - diventano così due parole da coniugare insieme¡±, che si sposano in un evento benefico ¡°che raccoglie fondi per la vita, per la cura, non per la distruzione e la morte¡±.
Lo Sport - quando è vissuto bene, da chi lo pratica e da chi fa il tifo - ha questo di grande, che trasfigura lo scontro in incontro, la divisione in inclusione. Le solitudini in comunità.
In questo costruire insieme, la televisione che trasmette l¡¯evento benefico diventa ¡°comunione di sguardi¡±, capace di generarne uno nuovo verso gli altri ¡°con amore invece che con odio¡±.
Insieme per il bene di tutti
Significativo per Leone XIV che a confrontarsi siano due squadre: quella dei cantanti e dei politici. La prima ricorda che la musica arricchisce di significato ¡°le nostre parole e i nostri ricordi¡±; la seconda che si può lavorare insieme per il bene comune.
La politica può unire invece di dividere, se non si accontenta della propaganda che si nutre della costruzione di nemici, ma si adopera nell¡¯arte difficile e necessaria del confronto, che ricerca il bene comune.
Una tregua che fermi l¡¯odio
Il Papa conclude il videomessaggio invitando a guardare i bambini che ¡°hanno la purezza del cuore¡± e ¡°che permette loro di vedere Dio¡±. Bisognerebbe imparare da loro e ritrovare ciò che conta davvero.
Ritrovare il coraggio dell¡¯accoglienza ed essere uomini e donne dell¡¯incontro. E la forza di credere e chiedere che venga una tregua, un tempo che fermi la rincorsa dell¡¯odio. È in gioco la nostra umanità. Che questa partita che parla di pace segni un punto a suo favore.
Progetto Accoglienza
La serata ha come detto lo scopo di sostenere il Progetto Accoglienza e Cure umanitarie realizzato dalla Fondazione Bambino Gesù assieme a Caritas Italiana. Solo nel 2024, questa iniziativa ha permesso di dare aiuta a 4.351 famiglie, offrendo 106.994 pernottamenti gratuiti. Rientra in questo progetto anche il sostegno dell¡¯Ospedale pediatrico ai pazienti umanitari che, insieme alle loro famiglie, provengono dai Paesi più disagiati del mondo, in guerra o dove mancano i servizi sanitari di base. Solo lo scorso anno, il Bambino Gesù ha offerto assistenza medica a oltre 160 pazienti stranieri ed ha accompagnato le loro famiglie anche in tutte le necessità non cliniche.
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