Il Papa ai Carabinieri: no alla tentazione di pensare che il male possa vincere
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“Specialmente in questo tempo di guerre e di violenza, restate fedeli al vostro giuramento: come servitori dello Stato, rispondete al crimine con la forza della legge e dell’onestà”. Così Papa Leone XIV si rivolge all’Arma dei Carabinieri, nell’omelia della Messa celebrata questa mattina alle 9, nella Cappella del Comando dei Carabinieri di Castel Gandolfo, in via Ercolano, poco distante da Villa Barberini, dove risiede in questi giorni di vacanza. E invita “davanti alle ingiustizie, che feriscono l’ordine sociale”, a non cedere “alla tentazione di pensare che il male possa averla vinta”.
Maria Virgo fidelis, la Patrona dell'Arma
Alla celebrazione partecipano anche il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto e il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Salvatore Luongo, che hanno accolto il Papa al suo arrivo al Comando, con l'ordinario militare d'Italia, l'arcivescovo Gian Franco Saba. Ricordando il 75.mo anniversario della proclamazione della Vergine fedele, la Virgo fidelis, a Patrona dell’Arma dei Carabinieri, Leone XIV sottolinea che nel 1949, dopo la tragedia della guerra, “in un periodo di ricostruzione morale e materiale”, la fedeltà di Maria verso Dio diventava così “modello della fedeltà di ogni Carabiniere verso la Patria e il popolo italiano”.
Questa virtù esprime la dedizione, la purezza, la costanza dell’impegno per il bene comune, che i Carabinieri tutelano garantendo la pubblica sicurezza e difendendo i diritti di tutti, specie di coloro che si trovano in condizioni di pericolo.
La gratitudine del Papa per il servizio dei carabinieri
Il Pontefice esprime allora “profonda gratitudine” per il nobile e impegnativo servizio che l’Arma rende all’Italia e ai suoi cittadini, “oltre che a favore della Santa Sede e dei fedeli che visitano Roma”, pensando specialmente “ai molti pellegrini di quest’anno giubilare”. E ricorda che la devozione alla Vergine fedele rispecchia il motto dei Carabinieri, Nei secoli fedele, “esprimendo il senso del dovere e l’abnegazione di ogni membro dell’Arma, fino al sacrificio di sé”. Per questo Papa Leone fa memoria dei Carabinieri che hanno dato la vita compiendo il proprio dovere, portando come esempio “il venerabile Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione”.
Fratelli e sorelle di Gesù quando facciamo la volontà di Dio
Nella prima parte della sua omelia, Leone XIV fa riferimento alle parole di Gesù nel Vangelo di Matteo protagonista della liturgia: «chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». E chiarisce che questo è l’autentico significato cristiano delle parole fratello e sorella, che rivela “un legame più forte del sangue perché ci coinvolge tutti, accomunando ogni uomo e ogni donna”. Tutti, infatti, spiega il Pontefice, “siamo davvero fratelli e sorelle di Gesù quando facciamo la volontà di Dio, cioè quando viviamo amandoci gli uni gli altri, come Dio ha amato noi”.
Ogni relazione che Dio vive, in sé e per noi, diventa così un dono: quando il suo unico Figlio diventa nostro fratello, il Padre suo diventa Padre nostro e lo Spirito Santo, che unisce il Padre e il Figlio, viene ad abitare nei nostri cuori.
Sant'Agostino: Maria prima discepola e poi madre
L’amore di Dio, prosegue Papa Leone XIV nella sua omelia, è così grande “che Gesù non tiene per sé neanche sua madre, consegnando Maria come madre nostra, nell’ora della croce” attraverso il discepolo prediletto Giovanni. La Vergine Maria diventa così madre di Gesù “perché ascolta la parola di Dio con amore, la accoglie nel proprio cuore e la vive con fedeltà”. E il Papa ricorda il commento a questo brano del Vangelo di sant’Agostino: «Vale di più per Maria essere stata discepola di Cristo anziché madre di Cristo». Difatti, «Maria fu beata, poiché ascoltò la parola di Dio e la mise in pratica».
Il senso della vita di Maria è custodito nella fedeltà alla Parola ricevuta da Dio: il Verbo della vita da lei accolto, portato in grembo e donato al mondo.
Il saluto all'Angelus di domenica
Domenica, al termine della preghiera mariana dell’Angelus, Papa Leone aveva salutato, tra gli altri, gli allievi del Corso Carabinieri della Scuola di Velletri, intitolata al venerabile Salvo D’Acquisto. “Vi incoraggio a proseguire il vostro percorso al servizio della patria e della società civile” aveva detto, chiedendo poi alla folla un “forte applauso per quelli che servono”.
La storia del Comando e della sua cappella
L’edificio che ospita il Comando dei Carabinieri di Castel Gandolfo faceva parte del complesso della villa dei Gesuiti, edifici su via Ercolano che la Santa Sede ha ceduto in uso anche a privati e alla Compagnia di Gesù. Nel 1667 il rettore della casa di noviziato della Compagnia di Gesù di Sant’Andrea a Monte Cavallo in Roma, acquista la villa dal Collegio irlandese. E tra il 1707 e il 1709, durante il governo del padre generale Michelangelo Tamburini, i gesuiti fanno realizzare la seconda parte del palazzo, con un corpo centrale di collegamento con la primitiva costruzione. Di questa nuova costruzione fa parte anche la cappella denominata degli Ibernesi, cioè del Collegio irlandese, precedente proprietario della villa. La cappella, a pianta ovale trasversale, inizialmente priva di decorazioni, viene visitata nel 1741 da Papa Benedetto XIV, che vi celebra Messa, sempre di martedì. Nel 1757, padre Centurioni inizia nuovi lavori per completare il palazzo e la cappella, dove vendono eretti cinque altari con i relativi arredi. Dello stesso periodo è anche la decorazione pittorica della cappella, con tele di Gaetano Sortini, collocate sugli altari. Alle spalle di quello centrale, il dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino che appare a Sant’Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia di Gesù, mentre scrive i suoi Esercizi spirituali. Sugli altari laterali, quattro dipinti che rappresentano santi dell’Ordine.
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