Il Papa: i migranti sono una vera benedizione, desiderare dignit¨¤ e pace per tutti
Antonella Palermo - Città del Vaticano
È sul nesso tra speranza, migrazione e missione che si concentra il Messaggio, diffuso oggi 25 luglio, di Papa Leone XIV per la 111.ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra il 4 e 5 ottobre prossimo. "È importante che cresca nel cuore dei più il desiderio di sperare in un futuro di dignità e pace per tutti gli esseri umani", soprattutto in un contesto, come quello attuale, minato da guerre, violenze, ingiustizie e fenomeni climatici estremi: questo il presupposto da cui si sviluppano le considerazioni del testo "Migranti, migranti di speranza".
Curare gli interessi di tutta la famiglia umana
La corsa al riarmo, la crisi climatica, scarsamente considerata a livello globale, e le disuguaglianze economiche generano sfide "impegnative" e sempre più complesse. In questo quadro, aggravato da conflitti, violenze e ingiustizie, afferma il Papa, milioni di persone sono costrette a lasciare le proprie terre di origine in cerca un futuro più sicuro. Da qui la constatazione di una indifferenza crescente al destino dell'altro.
La generalizzata tendenza a curare esclusivamente gli interessi di comunità circoscritte costituisce una seria minaccia alla condivisione di responsabilità, alla cooperazione multilaterale, alla realizzazione del bene comune e alla solidarietà globale a vantaggio di tutta la famiglia umana.
L'umanità in movimento ricerca la felicità
"Scenari spaventosi" si profilano, ricorda il Pontefice, di fronte ai quali sperare in un futuro di dignità e pace per tutti non solo è lecito, ma necessario e profetizzato nelle Scritture. Cita Zaccaria laddove il "seme della pace" si manifesta nelle piazze brulicanti di fanciulli, nella gioia di poter giocare spensierati. Nella fiducia in un Dio che "mantiene sempre le sue promesse", la speranza è intimamente legata al desiderio di felicità insito nell'essere umano e, nel quotidiano di oggi, è incarnata in molti migranti, rifugiati e sfollati tanto da diventarne essi "testimoni privilegiati" nella misura in cui rinnovano l'esperienza itinerante del popolo di Israele fatta di avversità, sopportazione, affidamento.
Ed è certamente la ricerca della felicità ¨C e la prospettiva di trovarla altrove ¨C una delle principali motivazioni della mobilità umana contemporanea.
Nelle guerre i migranti sono messaggeri di speranza
La Chiesa stessa, sottolinea ancora il Papa, è civitas pellegrina, citando Sant'Agostino, e ogni volta che cede alla tentazione di "sedentarizzazione", smette di essere 'nel mondo' e diventa 'del mondo'. Alla luce di questa attitudine, i migranti cattolici possono diventare messaggeri di speranza, riaccendendo energie evangelizzatrici o attivando dialoghi interreligiosi a seconda dei contesti geografici e culturali. In particolare:
In un mondo oscurato da guerre e ingiustizie, anche lì dove tutto sembra perduto, i migranti e i rifugiati si ergono a messaggeri di speranza. Il loro coraggio e la loro tenacia è testimonianza eroica di una fede che vede oltre quello che i nostri occhi possono vedere e che dona loro la forza di sfidare la morte nelle diverse rotte migratorie contemporanee.
La missio migrantium che rivitalizza il deserto spirituale
Il Papa parla di quella che definisce "una vera missio migrantium (missione realizzata dai migranti)" per la quale, precisa, devono essere assicurate un¡¯adeguata preparazione e un sostegno continuo frutto di un¡¯efficace cooperazione inter-ecclesiale. Recupera così quanto già scriveva san Paolo VI nella Evangelii nuntiandi. Leone XIV si spinge a considerare i migranti e i rifugiati una "vera benedizione divina" che, in quanto tale, va riconosciuta e apprezzata.
Essi, infatti, con il loro entusiasmo spirituale e la loro vitalità possono contribuire a rivitalizzare comunità ecclesiali irrigidite ed appesantite, in cui avanza minacciosamente il deserto spirituale.
Ospitalità nella fraternità
La speranza, nel Messaggio del Successore di Pietro, si sposa d'altro canto con l'ospitalità, la quale può garantire dignità e opportunità per esprimere al meglio i propri talenti. L'invito del Papa è pertanto quello di creare condizioni in cui chi bussa alle porte di un'altra nazione possa partecipare pienamente alla vita comunitaria in uno stile di autentica fraternità. Alla Vergine Maria, infine, il Pontefice affida i migranti affinché possa essere per loro conforto e sostegno nella realizzazione di quel Regno di Dio al quale il mondo dovrebbe auspicabilmente sempre più assomigliare.
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