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Angelus di Papa Leone XIV dal Palazzo apostolico Angelus di Papa Leone XIV dal Palazzo apostolico

Leone XIV: il Signore ci ascolta sempre, non smettiamo di pregare con fiducia

All'Angelus dell'ultima domenica di luglio, il Papa si sofferma sull'importanza dell'affidamento a Dio che usa una sapienza che va al di là della nostra comprensione. Il Pontefice avverte: "Non si può pregare Dio come Padre e poi essere duri e insensibili nei confronti degli altri"

Antonella Palermo - Città del Vaticano

Rivolgersi al Dio cristiano chiamandolo 'abbà', 'padre' è una forma di tenerezza, amicizia, intimità che si esprime in modo emblematico in quella preghiera del Padre nostro che Gesù insegnava ai discepoli e su cui il Papa si sofferma nel suo Angelus domenicale, il primo dal suo rientro da Castelgandolfo. Una preghiera che, osserva il Successore di Pietro, implica necessariamente un affratellamento, il superamento della durezza di cuore nei confronti dell'altro.

Dio non ci volta mai le spalle

Il Papa cita il Catechismo della Chiesa cattolica per evidenziare i tratti della paternità di Dio. E ricorda quanto si rafforza, proprio ricorrendo con fiducia al Padre, il riconoscimento di essere "figli amati" da un amore grande. Rinsalda, poi, una certezza:

Dio non ci volta mai le spalle quando ci rivolgiamo a Lui, nemmeno se arriviamo tardi a bussare alla sua porta, magari dopo errori, occasioni mancate, fallimenti, nemmeno se, per accoglierci, deve "svegliare" i suoi figli che dormono in casa (cfr Lc 11,7). Anzi, nella grande famiglia della Chiesa, il Padre non esita a renderci tutti partecipi di ogni suo gesto d'amore.

La folla dei pellegrini in piazza san Pietro
La folla dei pellegrini in piazza san Pietro   (@Vatican Media)

Il Signore ci ascolta sempre

Papa Leone rassicura sulle presunte mancate 'risposte' alle invocazioni di chi chiede aiuto. C'è un mistero che supera il limite umano, da assecondare:

Il Signore ci ascolta sempre quando lo preghiamo, e se a volte ci risponde con tempi e in modi difficili da capire, è perché agisce con una sapienza e con una provvidenza più grandi, che vanno al di là della nostra comprensione. Perciò anche in questi momenti, non smettiamo di pregare con fiducia: in Lui troveremo sempre luce e forza.

Amare come Dio ci ama, senza calcoli

Il Pontefice torna ai Padri della Chiesa, in particolare a San Cipriano da Cartagine e a San Giovanni Crisostomo, per affermare la necessità di una coerenza interiore: percepirsi figli di Dio significa mostrarsi amorevoli, non disumani, con gli altri. "Amare come Dio ci ama: con disponibilità, discrezione, premura vicendevole, senza calcoli", questo è l'invito del Papa alla luce del Vangelo di oggi. 

Non si può pregare Dio come "Padre" e poi essere duri e insensibili nei confronti degli altri. Piuttosto è importante lasciarsi trasformare dalla sua bontà, dalla sua pazienza, dalla sua misericordia, per riflettere come uno specchio il suo volto nel nostro.

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27 luglio 2025, 12:20