I Papi a Santa Maria di Galeria, passi sulle frequenze della storia per ridurre le distanze
Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano
Nel giorno del suo anniversario di sacerdozio, il 19 giugno 2025, Papa Leone XIV ha visitato il Centro trasmittente della Radio Vaticana a Santa Maria di Galeria, ha incontrato il personale e visitato la sala trasmettitori progettata dall’architetto Pier Luigi Nervi, si è seduto nella sala di controllo per le trasmissioni in onda corta e si è anche informato sul funzionamento delle antenne.
Papa Leone - come si legge in una nota Sala Stampa della Santa Sede - ha sottolineato come durante il suo lavoro missionario in America Latina e in Africa sia stato prezioso poter ricevere le trasmissioni in onde corte della Radio Vaticana, che raggiungono luoghi dove poche emittenti riescono ad arrivare. Ma i passi di Papa Leone durante la visita al Centro trasmittente di Santa Maria di Galeria si aggiungono significativamente a quelli dei suoi predecessori, a cominciare dal fondatore del Centro, Papa Pio XII.
Pio XII inaugura il Centro trasmittente
È domenica 27 ottobre del 1957: Pio XII benedice e inaugura gli impianti del nuovo Centro trasmittente della Radio Vaticana a Santa Maria di Galeria. Tre anni prima, dopo aver ottenuto il riconoscimento della extraterritorialità per i 400 ettari del Centro, data la sua finalità di servizio della Chiesa universale, erano iniziati i grandi lavori di realizzazione. Il Pontefice - come il suo predecessore Pio XI in occasione dell’inaugurazione, il 12 febbraio 1931, della “Statio Radiophonica Vaticana” - rivolge in quella circostanza solenne un , diretto ai fedeli e ai popoli di tutto il mondo. Papa Pacelli - come ricorda un articolo de La Civiltà Cattolica - arriva nella sede del Centro trasmittente compiendo il tragitto di 27 chilometri da Castel Gandolfo e questo costituisce il più lungo viaggio fuori Roma del suo Pontificato. All’ingresso del viale, che dal cancello conduce all'edificio centrale ove sono disposti i trasmettitori e gli altri apparati, sono schierati picchetti della Guardia Svizzera e della Guardia Palatina d'Onore. Le parole di Pio XII sono un invito ad ascoltare:
“Ascoltate, o popoli lontani» fls 49, 1), porgete tutti l'orecchio; dalla nuova Stazione Radio Vaticana, da questa selva di antenne, cui sovrasta, alta ed invitta, la Croce, segno di verità e di carità, si rivolge a voi la nostra parola (2 Cor. 6, 11). Vogliamo anzitutto esprimere dal Nostro animo imperiture grazie a Dio, che non solo ha creato il cielo e la terra con ammirabile accordo ed armonia, ma ha inserito in ogni elemento forze misteriose, che l'intelletto dell'uomo accuratamente indaga, faticosamente scopre e sottomette al proprio dominio. Cosi la voce dell'uomo, captata da ingegnosi congegni, produce onde elettriche le quali, trasvolando le distanze della terra e del mare, sono ricevute da altri apparecchi che riproducono la stessa voce come se coloro che parlano da lontano fossero presenti. Ciò avviene per mezzo della Radio, che è certamente una delle maggiori invenzioni che l’ingegno umano abbia fatto ai nostri tempi a comune vantaggio”.
Nel 1962 Giovanni XXIII inaugura un nuovo trasmettitore
Nel 1962 Giovanni XXIII inaugura con un un nuovo trasmettitore della Radio Vaticana. La cerimonia, sempre nella sede di Santa Maria di Galeria - scrive L’Osservatore Romano in quella occasione - assume una spiccata solennità per la presenza a Roma dei presuli dell'Australia e della Nuova Zelanda. Papa Roncalli sottolinea l’importanza di queste “opere ammirevoli dell'ingegno umano”:
Con cuore commosso, ci rivolgiamo a voi, cari figli dell'Australia e della Nuova Zelanda. In questo giorno di gioia, mentre i vostri vescovi partecipano all'Assemblea ecumenica, inauguriamo questa nuova stazione trasmittente, grazie alla quale le trasmissioni quotidiane della nostra Radio Vaticana raggiungeranno con maggiore efficacia voi e tutto l'Estremo Oriente. ...Queste opere ammirevoli dell'ingegno umano, in cui risplende più intensamente lo splendore della potenza divina, sono state elevate con Cristo, risultando di grande utilità alla comunità dei popoli, alleviando i loro reciproci bisogni, alimentando la pace e la concordia.
Tre nuovi trasmettitori inaugurati da Paolo VI nel 1966
Il 30 giugno del 1966 Paolo VI benedice e inaugura tre nuovi trasmettitori della Radio Vaticana, una nuova tappa nello sviluppo dell’emittente pontificia. Papa Montini visita il Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria e preme i pulsanti mettendo cosi in azione il trasmettitore ad onde medie di 250 kW e altri due trasmettitori da 100 kW. In tale occasione, Paolo VI pronuncia parole che hanno un valore programmatico, spiegando che intende promuovere anche un più ampio sviluppo della programmazione della Radio Vaticana. Nel suo , ripercorre poi le origini dell'emittente, indicando innanzitutto due nomi, quelli di Pio XI e Guglielmo Marconi:
Quando vogliamo collegare gli impianti della Radio Vaticana ai nomi delle persone, che l’hanno istituita, costruita, diretta, sviluppata, il ricordo va spontaneamente e doverosamente a Papa Pio XI, che volle e concepì questo mezzo, allora novissimo, di comunicazione, come organo indispensabile di quel complesso di servizi, che dovevano significare l’indipendenza dello Stato della Città del Vaticano e garantirne l’effettivo esercizio, sempre in funzione della missione apostolica propria del Capo della Chiesa... A quel grande Pontefice vada ancor oggi la Nostra riconoscenza, lieta di associare alla sua memoria il nome di Guglielmo Marconi, che personalmente diresse la fondazione dei primi impianti radiofonici vaticani, e volle così fare della sua gloria omaggio dalla Sede Apostolica convinto che vertice più alto non avrebbe potuto raggiungere l’impiego della sua meravigliosa invenzione.
La visita di Giovanni Paolo II nel 1991
Il 15 maggio del 1991 Giovanni Paolo II visita il Centro trasmittente della Radio Vaticana a Santa Maria di Galeria. L'incontro con la grande famiglia dell’emittente radiofonica vaticana avviene nel contesto delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario della fondazione dell'emittente. Durante la visita, il Pontefice si sofferma tra l'altro ad ammirare una delle potenti antenne rotanti ad onda corta di cui è dotato il Centro trasmittente. Nel suo Papa Wojty?a ricorda tra l’altro il continuo sviluppo degli strumenti di comunicazione, “sempre più potenti” e “capaci di ridurre le distanze nel tempo e nello spazio in modo così sorprendente”.
È motivo di costante stupore e di trepida speranza lo sviluppo di strumenti di comunicazione sempre più potenti, capaci di ridurre le distanze nel tempo e nello spazio in modo così sorprendente. Cielo e terra, giorno e notte, uomini e cose sono chiamati all'unità dell'ascolto e della lode, segno nuovo di quella comunione nell'essere che avvolge tutto il creato e tutta la storia. In questi 60 anni la Radio Vaticana, nata anche come espressione della sovranità e dell'indipendenza della Santa Sede, ha continuato a rendere sempre più percepibile - in diversi linguaggi della terra - la voce libera dei Sommi Pontefici e della Chiesa, per l'annuncio del Vangelo e la difesa dei popoli e dei diritti umani.
Sulle frequenze della storia
I passi dei Pontefici nel Centro trasmittente di Santa Maria di Galeria si inseriscono in contesti storici diversi ma tutti accomunati da almeno due direttrici portanti. La prima si collega allo sviluppo delle nuove tecnologie, reso possibile dall'ingeno umano. Un'altra linea comune, che travalica il tempo, si salda con la missione della Radio e, in particolare, della Radio Vaticana: ridurre le distanze, avvicinare i popoli al Signore, alle parole del Vangelo.
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