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Ricardina More ¨¨ una delle abitanti del barrio Ricardina More ¨¨ una delle abitanti del barrio

Quegli aiuti del vescovo Prevost alla gente che moriva di fame durante il Covid

A Callao, periferia povera di Lima, l'allora amministratore apostolico avvi¨° una rete di ²õ´Ç±ô¾±»å²¹°ù¾±±ð³Ù¨¤ e distribuzione di alimenti, acqua, medicine per tutti gli abitanti e lavoratori a nero che, a causa delle restrizioni, erano chiusi in casa senza soldi n¨¦ cibo. Il parroco del barrio di Pachac¨²tec: "Mi telefonava per dirmi: 'Come state? Domani vi mando qualcosa'. E ogni settimana arrivavano camion Caritas con 4 mila polli vivi o maiali". La gente: abbiamo visto con lui una risposta di Dio

Salvatore Cernuzio - Callao, Perù

Callao, Ventanilla, Pachacútec. I segnali indicano la strada. Man mano che si procede verso la periferia di Lima, lasciandosi alle spalle boticas e bodegas e i numerosi Chifa, i ristoranti fusion di cucina peruviana e cinese che nel Paese vanno per la maggiore, lo scenario appare sempre più desolante. Callao, ¡°provincia constitucional¡±, di fatto un sobborgo che si raggiunge dopo mezz¡¯ora di macchina, tra strade dissestate e uno slalom tra capre e cani randagi. In questa zona portuale, la criminalità ¨C racconta chi ci vive ¨C negli ultimi anni si è duplicata; secondo qualcuno, dopo la pandemia, secondo altri, dopo lo svuotamento delle carceri venezuelane. Il distretto di Ventanilla, uno dei pueblo nuevo (espressione edulcorata per indicare una vera e propria favela) prova ad andare avanti e «sopravvivere», come si legge sui murales lungo la strada.

Va avanti, salvo quegli imprevisti e quelle tragedie della vita che in poco tempo mettono in ginocchio una intera popolazione. È successo a Pachacútec, barrio di muratori, mercanti, agricoltori e autisti di moto-taxi, da qualche anno pure di migranti. Tutti lavoratori a nero che sbarcano il lunario giorno per giorno. Il Covid-19 ha fatto una strage tra morti, malati e coloro che ritrovatisi chiusi in casa non sapevano dove andare a prendere i soldi e quindi comprare del cibo. «Un caos, un caos total», racconta don Christophe Ntaganzwa. È il parroco della Virgén de Fatima, chiesetta nel deserto della quale fino al 2021 non esisteva neppure mezza pietra. Grazie a benefattori e all¡¯azienda Coprodeli che ha finanziato i lavori per tetto e finestre, ora è un edificio solido, punto vivo di incontro e raccolta per la popolazione delle vicine baracche distribuite come un presepe lungo un¡¯unica discesa. Don Cristophe, nemmeno 40 anni, rwandese, ricorda i tempi del lockdown in questa zona «povera, poverissima». Lo fa però con il sorriso di chi, come dice, «ha visto manifestarsi la gloria di Dio» nella concretezza e nella provvidenza. Cioè negli aiuti coordinati e inviati da un uomo giunto proprio nel 2020 come amministratore apostolico di Callao: il vescovo Robert Francis Prevost. Impossibilitato per le restrizioni a visitare Pachacútec, il vescovo si è fatto ugualmente vicino telefonando continuamente al parroco: «Come va? Come state? Domani ti mando qualcosa». E una settimana arrivavano camion della Caritas con 4 mila polli vivi o maiali e, la settimana successiva, 150 kg di medicine, indumenti, acqua minerale. Don Cristophe mostra le fotografie di lui che, con la mascherina, portava bustoni e scatoloni alla gente.

Guarda il documentario "León de Perú"

Ricardina, donna nubile che vive in una casetta di fronte alla parrocchia insieme alla cugina vedova Hilde e alla nipote Lisette, ha beneficiato di questa ondata di solidarietà. Offre il caffé riscaldato nella sua cucinetta verde, disarmonica nell¡¯arredamento e nei colori ma pulita, ordinata, profumata di patate messe a bollire. Seduta sul divano, racconta la vita di questo quartiere in cui «le persone lottano ogni giorno per andare avanti»: «Durante la pandemia, abbiamo vissuto nella desolazione, nella preoccupazione, nella paura». E nella fame: «C¡¯era gente che ha sofferto la fame, perché non aveva niente. C¡¯erano anziani totalmente soli», fa eco dalla casa di fronte Wilder Guadalupe, 30 anni. Parla fuori dalla sua abitazione, davanti a una parete in lamiera che funge da porta, accanto alla mamma e a due cagnolini che abbaiano a chiunque si avvicini. Non aprono casa forse per la vergogna della miseria in cui vivono. «Grazie a Dio qualcuno ci ha aiutato», dice il giovane.

Nella disperazione, la speranza. «C¡¯è stata una risposta alle nostre preghiere», afferma ancora Ricardina, «una risposta che abbiamo visto venire da Dio attraverso colui che ora è il Papa». Nelson e la moglie Milagros, qualche abitazione più avanti, dal cortile in cui allevano polli e cuy (una sorta di porcellino d¡¯India la cui carne è commestibile) raccontano come, grazie al «padre» non solo hanno avuto di che mangiare, ma «abbiamo mangiato più di quanto avremmo mangiato in una giornata normale». «Una fuerza terrible» quella dell¡¯allora monsignor Prevost che - ricorda il parroco - terminato il lockdown, stava 15 giorni a Chiclayo e altri 15 a Callao. Otto ore e mezza di macchina ogni volta. È per questo che i residenti di Pachacútec vivono oggi l¡¯elezione di Leone XIV come un regalo per loro: «Qui c¡¯è tanta sofferenza, tanto abbandono. Lui conosce questa realtà. Tutti i peruviani si sentono benedetti».

 

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Callao, provincia constitucional di Lima. Il barrio di Pachac¨²tec, nel distretto di Ventanilla
23 giugno 2025, 16:10