Il Papa ai seminaristi del Triveneto: non pensatevi soli, siete sostenuti dalla Chiesa
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Il cuore inquieto” di Sant’Agostino è la bussola alla quale Papa Leone XIV fa riferimento perché capace di orientare il percorso di chi risponde alla chiamata al sacerdozio. Quei turbamenti infatti diventano momenti di discernimento, fanno scoprire la “sconfinata fiducia nel Signore” che va alimentata con la preghiera, i sacramenti e la Parola. È quanto il Pontefice raccomanda ai seminaristi delle diocesi del Triveneto in pellegrinaggio giubilare, ricevuti prima dell’udienza generale, all'esterno dell'auletta dell'Aula Paolo VI.
Non pensatevi quindi soli, e nemmeno pensatevi da soli. Senza dubbio – come afferma la Ratio fundamentalis – ognuno di voi è il protagonista della propria formazione ed è chiamato ad un cammino di costante crescita nell’ambito umano, spirituale, intellettuale e pastorale; ma protagonisti non significa solisti!
Allenarsi alla disciplina
La prima indicazione di Leone XIV, che esorta a guardare a Papa Luciani come modello sacerdotale, è quella di continuare “l’opera appassionante” dell’antica Chiesa di Aquileia, dono di tanti martiri, molti pastori e missionari. Una “ricca storia di grazia, per custodirla e rinnovarla nella sequela del Signore”.
Non scoraggiatevi se a volte il cammino che vi sta davanti si fa duro. Come ebbe a dire al clero di Roma il beato Giovanni Paolo I, allenatevi alla disciplina di uno sforzo continuato, lungo, non sempre facile
Il celibato, un carisma da custodire ed educare
Il Papa richiama poi un passaggio delle Confessioni di Sant’Agostino che ben esprime il dilemma che alberga il cuore di chi vorrebbe dedicare al Signore la propria vita. “Gettati in Dio senza timore. Non si tirerà indietro – scriveva il santo d’Ippona - per farti cadere. Gettati tranquillo, egli ti accoglierà e ti guarirà”. Parole che “non valgono soltanto in riferimento al celibato, che è un carisma da riconoscere, custodire ed educare, ma possono orientare tutto il vostro percorso di discernimento e di formazione al ministero ordinato”.
Queste parole vi invitano ad avere una sconfinata fiducia nel Signore che vi ha chiamato, rinunciando alla pretesa di bastare a voi stessi o di potercela fare da soli. E ciò vale non solo per gli anni di Seminario, ma per tutta la vita: in ogni momento, tanto più in quelli di desolazione o addirittura di peccato, ripetete a voi stessi le parole del salmista: "Mi abbandono alla fedeltà di Dio ora e per sempre"
Sostenuti dalla Chiesa
“La Parola di Dio e i Sacramenti – afferma il Papa - sono fonti perenni, da cui potrete sempre attingere nuova linfa per la vita spirituale e per l’impegno pastorale”. Ma non da soli, esorta Leone XIV, servono i compagni di seminario e soprattutto i formatori di cui è necessario avere fiducia “senza ritrosie o doppiezze”.
E voi, formatori, siate buoni compagni di strada dei seminaristi che vi sono affidati: offrite loro l’umile testimonianza della vostra vita e della vostra fede; accompagnateli con affetto sincero. Sappiatevi tutti sostenuti dalla Chiesa, anzitutto nella persona del vescovo
La gioia del Vangelo
L’ultima raccomandazione del Papa è di tenere lo sguardo fisso su Gesù che “desidera essere nostro amico”, proprio l’amicizia con lui è il segreto dei santi. Infine richiama Papa Francesco che nell’enciclica Dilexit Nos aveva esortato ad avere coraggio di raccontare agli altri che è un bene l’incontro e l’amicizia con Cristo.
Incontrare Gesù, infatti, salva la nostra vita e ci dona la forza e la gioia di comunicare il Vangelo a tutti
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