Leone XIV dagli agostiniani per il compleanno del priore generale
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Leone XIV a pranzo con i confratelli agostiniani al Collegio internazionale Santa Monica, a pochi metri dal suo appartamento in Vaticano. Dopo la Messa in Piazza San Pietro per il Giubileo delle famiglie, dei bambini dei nonni e degli anziani, il Pontefice ha raggiunto la comunità religiosa, in via Paolo VI, nella quale vivono studenti dell’Ordine di Sant’Agostino di diversi Paesi del mondo e alcuni docenti dell’Istituto Patristico Augustinianum, per prendere parte ad un momento conviviale organizzato per festeggiare il 70.mo compleanno del priore generale padre Alejandro Moral.
Percorsi paralleli
Un’amicizia di lunga data lega il Papa e padre Alejandro, nato a La Vid, in Spagna, l’1 giugno 1955. I due si sono conosciuti negli anni Ottanta a Roma, proprio al Collegio Santa Monica, quando studiavano Prevost diritto canonico alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino e Moral Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico e Teologia Dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana. Le loro strade si separano nel 1985, quando il giovane padre Robert, ordinato sacerdote nell’82, viene mandato nella missione agostiniana di Chulucanas, a Piura, in Perù, mentre padre Alejandro, terminati gli studi, torna in Spagna. I due religiosi si ritrovano nell’Urbe nel 2001, per il capitolo dell’Ordine agostiniano.
Strade diverse, il legame che resta
Eletto priore generale, Prevost sceglie Moral come suo vicario, confermandolo anche nel suo secondo mandato. Per 12 anni lavorano fianco a fianco e la loro amicizia cresce e si fortifica. Un legame fraterno che persiste anche quando le loro strade si dividono ancora. Nel 2013, allo scadere del secondo sessennio alla guida dell’Ordine di Sant’Agostino, Prevost torna nella sua Provincia agostiniana, a Chicago, mentre Moral viene designato 97.mo priore generale. E se un anno dopo padre Robert viene nominato da Papa Francesco amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo, in Perù, e successivamente vescovo della stessa, è rimasto con padre Alejandro l’affetto agostiniano, quell’amicizia così decantata dal grande Padre della Chiesa che amava la vita comune in “unità di mente e di cuore” (Regola), “per cercare insieme, in piena concordia” Dio, in modo che chi “avesse trovato per primo la verità” potesse “condurvi gli altri senza fatica” Solil. 1, 12, 20-13, 22.
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