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Il Papa ai calciatori del Napoli: la vittoria è il frutto di un cammino di squadra

Ricevendo in udienza i neocampioni della Serie A, Leone XIV richiama il “valore sociale” del calcio: “i talenti” del singolo devono essere messi al servizio della squadra. Invita a non cedere alla logica dello sport votato al “business” e rivolge un appello a genitori e dirigenti: vigilate sulla “crescita umana” dei giovani atleti.

Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano

Una vittoria non è mai solo un trofeo, per quanto lucente. È un “percorso” condiviso, la bellezza dell’estro “di un campione” che si piega al bene comune. Così Papa Leone XIV accoglie i calciatori del Napoli questa mattina, 27 maggio, in Sala Clementina. Freschi vincitori del campionato di Serie A, sì, ma prima ancora simbolo di una “squadra”, nel senso più ampio del termine, che ha imparato, insieme, a trionfare.

La "grande festa" di Napoli

La vittoria è una “grande festa”. Napoli è ancora un’onda che canta. Una festa che non si spegne, che dal venerdì della vittoria continua a riflettersi nel suo mare, azzurro come le maglie dei giocatori che hanno riportato lo scudetto – il quarto della storia partenopea – sotto il Vesuvio. Leone XIV si congratula con loro, e riflette sul significato più profondo del traguardo raggiunto: non “l’exploit” fugace del singolo, la prestazione da otto in pagella sui quotidiani sportivi, ma il “lungo” cammino che porta al successo

Il campionato lo vince la squadra, e quando dico “squadra” intendo sia i giocatori, sia l’allenatore con tutto il team, sia la società sportiva.

Al servizio dell'insieme

Questa, nel quadro di una vittoria, la pennellata “più importante”, secondo il Papa.  Non solo dal punto di vista meramente “tecnico-sportivo”, ma anche “sociale”, vista e considerata la popolarità del calcio, allargata dall’Italia a tutto il mondo.

È l’esempio di una squadra – in senso lato – che lavora insieme, in cui i talenti dei singoli sono messi al servizio dell’insieme.

Vigilare sulla "qualità morale" dello sport

Il calcio, nella visione del Papa, è quindi un palcoscenico dove l’aspetto “educativo” conta. Dove si dà forma – nel bene o nel male – all’immaginario e al cuore dei più giovani. Ma c’è un’ombra, che rende il “percorso” accidentato: quella di uno sport piegato al “business”, che snatura il suo fondamento di ispirazione comune rischiando di farsi, al contrario, “addirittura diseducativo”. Vegliare, “vigilare” su tale aspetto è fondamentale, a tal punto che il Papa conclude il suo saluto con un appello.

Bisogna stare bene attenti alla qualità morale dell’esperienza sportiva a livello agonistico, perché c’è di mezzo la crescita umana dei giovani. Penso che ci siamo capiti, e che non c’è bisogno di tante parole.

Il pensiero per la signora Rosa 

Nel salutare la squadra, Papa Leone XIV ha rinnovato i suoi auguri al Napoli anche da parte della signora Rosa che tifa per la compagine partenopea: 

Complimenti anche da una signora che in questi giorni sta facendo da mangiare per me e che è di Napoli e dice: “Tanti auguri!”. Vorrebbe essere anche qui, lei, la signora Rosa, molto tifosa! Complimenti a tutti voi e che il Signore benedica tutti voi e le vostre famiglie. Tanti auguri!

All'inizio dell'udienza, il Papa aveva scherzato sul fatto che la stampa dice che è tifoso della Roma:

Non tutto quello che leggete nella stampa è vero!

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27 maggio 2025, 12:40