Le storie dei sacerdoti ordinati da Papa Leone
Isabella H. de Carvalho – Città del Vaticano
«Sono passato dall’ingegneria alla filosofia, che era un altro paio di maniche, però con molta serenità alla fine». Simone Troilo, 32 anni, scherza così quando parla del suo ingresso al Seminario “Redemptoris Mater” di Roma nel 2016. Terzo di sei figli, cresce in una famiglia che frequenta il Cammino Neocatecumenale nella parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio a Villa Fiorelli, in zona Tuscolana a due passi da San Giovanni in Laterano. Dopo il liceo scientifico, Simone intraprende il corso di laurea triennale in ingegneria dell’edilizia e inizia a rendersi conto di non riuscire a percepire nella propria vita quell’amore di Dio di cui gli hanno sempre parlato. Aprendosi al Signore, sostenuto anche dai catechisti e dalla preghiera, Simone gradualmente matura la decisione di entrare in seminario.
La veglia diocesana di preghiera a San Giovanni in Laterano
Il 31 maggio, nove anni dopo, Simone sarà ordinato sacerdote da Leone XIV nella basilica di San Pietro. Con lui altri tre nuovi sacerdoti dell’Urbe formatisi al “Redemptoris Mater” — Cody Merfalen, Gabriele Di Menno Di Bucchianico e Matteo Renzi — e sette allievi del Pontificio Seminario Romano Maggiore: Pietro Hong Hieu Nguyen, Francesco Melone, Marco Petrolo, Giuseppe Terranova, Enrico Maria Trusiani, Federico Pelosio e Andrea Alessi. Nella serata di ieri, 29 maggio, la diocesi si è riunita a San Giovanni in Laterano in una veglia di preghiera per i nuovi presbiteri, che hanno ascoltato una catechesi dell’oratoriano Maurizio Botta e condiviso ciascuno la testimonianza della propria vocazione.
Simone, Matteo e la voce della Scrittura
Un ruolo fondamentale nella scelta di Simone ha avuto la Scrittura: in particolare, ricorda l’ordinando destinato alla comunità parrocchiale di San Carlo da Sezze, «una lettura di San Paolo ai Colossesi che diceva “Servite Cristo, il Signore”. Fino ai vent’anni ho sempre pensato che avrei voluto sposarmi, fare una famiglia, avere dei figli. Da quel momento ho aperto la mia mente e mi sono reso più disponibile alla volontà di Dio, che poi si è manifestata con la scelta del seminario». La Scrittura è stata essenziale anche per il ventottenne Matteo Renzi: «A 16 anni durante un ritiro - ha raccontato a Romasette.it, il sito di informazione della diocesi - lessi la vocazione di Geremia e, una notte di due anni dopo, il dialogo tra Gesù e Pietro». Parole «determinanti» per una chiamata che lo ha portato in missione in Cile e Brasile e ora lo metterà a disposizione dei «fragili» nella parrocchia Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca.
Francesco e Gabriele, la preghiera e la Gmg
Il cammino di Francesco Melone è stato rischiarato dalla luce della preghiera, mentre si dedicava in Seminario al gruppo giovani. E in una società che considera «controcorrente dedicarsi al Signore», è a loro che si rivolge, ora che la sua vita è cambiata e sta per essere accolto nella parrocchia di Santa Silvia: «Fidatevi di Dio. Io ho seguito ciò che mi rendeva veramente felice». Giovane tra i giovani, alla Gmg di Cracovia nel 2016, Gabriele Di Menno Di Bucchianico avvertiva «un vuoto interiore e una tristezza che venivano dal non seguire la chiamata che sentivo nel cuore». Lasciata la facoltà di ingegneria biomedica è entrato in Seminario. «L’ingegneria non era la mia strada — commenta l’ordinando, che andrà nella parrocchia Gran Madre di Dio —. La vocazione è diversa per ognuno, basta essere disponibili a seguire il Signore».
Le vocazioni "tardive" di Enrico Maria e Andrea
La chiamata al sacerdozio ha segnato un netto cambio di rotta per Enrico Maria Trusiani, che per intraprendere il percorso di studi al Maggiore, a 36 anni, ha lasciato il suo lavoro come amministratore d’azienda. «Agli occhi del mondo ho perso tanto ma, pur avendo tutto, il cuore era inquieto, non amavo come Dio mi aveva pensato. Non tornerei indietro perché la bellezza sta nel donarsi», aggiunge mentre la parrocchia di Santa Maria Consolatrice a Casal Bertone lo attende a braccia aperte. Vocazione «tardiva» anche quella del quarantanovenne Andrea Alessi, destinato alla Sacra Famiglia del Divino Amore: ex ufficiale militare, ha messo a fuoco la sua scelta durante un periodo di volontariato su una spiaggia attrezzata per persone con disabilità, a Focene, nel comune di Fiumicino. «Tra preghiera, servizio e condivisione, ho sentito forte e chiara la chiamata al sacerdozio suggellata dal canto “Vieni e seguimi”. Voglio essere un sacerdote strumento nelle mani di Dio — spiega — e “scomparire in Cristo” come ha detto il Papa nella Messa con i cardinali». Approfondiamo con Simone Troilo la storia della sua chiamata al sacerdozio, il suo cammino in seminario e le sue emozioni prima dell’ordinazione.
Come è nata la tua vocazione? Come hai maturato la decisione di entrare in seminario?
Essendo nato in una famiglia cristiana, ho sempre sentito parlare di Dio e del suo amore. Ma per tanto tempo non l'ho sentito concretamente nella mia vita personale. Il Cammino Neocatecumenale mi ha aiutato molto in questo e a conoscere meglio innanzitutto me stesso, anche con le mie debolezze. In particolare ha messo in luce il rapporto con mio padre, che era un po’ difficile. Il Signore, attraverso i catechisti e tanti strumenti, come la preghiera, mi ha aiutato a sanare questa situazione. Mi sono riconciliato con mio padre e ho potuto chiedergli perdono. Così, e anche per altre vicende nelle quali ho visto il Signore operare nella mia vita, è cresciuta la mia gratitudine verso di Lui. Quando ho letto in modo approfondito la lettera di San Paolo ai Colossesi, e le parole dell’Apostolo “Servite Cristo, il Signore”, ho sentito un desiderio forte di volermi mettere al servizio del Signore, in una forma che non conoscevo ancora. Fino ai vent’anni ho sempre pensato che avrei voluto sposarmi, fare una famiglia, avere dei figli. Da quel momento ho aperto più la mia mente e mi sono reso più disponibile alla volontà di Dio, che poi si è manifestata con la scelta del seminario. Era l’ultimo anno della mia triennale in ingegneria dell’edilizia. Ho iniziato ad andare più spesso a Messa, ho passato più tempo con la scrittura. È stato un processo abbastanza graduale, in seguito alla quale ho preso questa decisione di cambiare tutto.
In questi nove anni che hai trascorso in seminario che cosa e chi ti ha sostenuto nel tuo percorso?
Sicuramente è stato fondamentale l'aiuto dei formatori. Mi ha aiutato molto stare sempre nella verità, sia con il rettore e il vicerettore, ma in modo particolare con il padre spirituale del seminario, don Antonio Grappone. Con lui ho potuto sempre confidarmi, mi ha aiutato molto nel discernimento, nel fare le scelte giuste. Un’altra cosa molto importante è che i formatori ci hanno sempre lasciato molta libertà nel nostro discernimento. Quello che è stato fondamentale è stato l’essere sempre nella verità e poter confidare tutto a loro.
Che consiglio daresti ad un giovane che sta cercando di discernere la sua vocazione?
Mi rifaccio alle parole di San Giovanni Paolo II, e anche di Papa Leone XIV che le ha riprese: non avere paura. Non avere paura di lasciarti sconvolgere la vita da Dio e dallo Spirito Santo. Un elemento che ha messo in moto il mio discernimento sulla vocazione è stato proprio questo, ovvero di lasciare entrare il Signore nei miei progetti. Il mio consiglio è di non rimanere chiusi nelle proprio idee e nei propri pensieri ma di lasciarci sorprendere da quello che Dio vuole fare con la nostra vita, che è sempre qualcosa di meraviglioso.
Quale emozione provi al pensiero che sarà Papa Leone XIV a ordinarti sacerdote?
Io e gli altri seminaristi che saranno ordinati con me siamo molto felici. Avremmo dovuto essere ordinati il 10 maggio ma con la morte di Papa Francesco l’appuntamento è stato rinviato. Eravamo in sospeso e poi, quando abbiamo saputo che Leone XIV ha voluto lui per primo ordinarci subito, siamo stati molto contenti. È stata una sorpresa, che ci ha fatto percepire l’amore che questo Pontefice ha per la Chiesa tutta, ovviamente, ma anche in particolare per la nostra Diocesi di Roma. Il Signore è veramente fedele in tutte le sue promesse. Ora che si avvicina la festa dell'Ascensione, poi la festa della Pentecoste, questa promessa dello Spirito Santo che il Signore fa, vedo che si realizza sempre. E con questa nuova grazia dell'ordinazione, vedo come il Signore mantiene sempre le sue promesse, si mantiene sempre fedele.
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