Makrickas: con Francesco abbiamo toccato la vicinanza e la misericordia di Dio
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Per dodici anni, la Chiesa intera, in diversi modi, attraverso i “significativi gesti” di Papa Francesco, “le sue sagge parole e il suo raggiante sorriso ha potuto sperimentare la vicinanza, la tenerezza e la misericordia di Dio”. E “l’interminabile flusso di persone” che da quasi un mese nella Basilica di Santa Maria Maggiore manifestano "la gratitudine” per tutto quello che Francesco ci ha lasciato, pregando sulla sua tomba, lo fanno “per quei suoi gesti, per quelle sue parole, per quel suo sorriso”. Ma soprattutto perché la sua vita è sempre stata unita “a quella di Gesù: come un tralcio unito alla vite”. Sono le parole del commosso ricordo del cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della basilica liberiana, nell’omelia della Messa in suffragio di Papa Francesco, presieduta all’Altare papale, ad un mese dalla scomparsa del Pontefice argentino.
L’ anima alla casa del Padre e il corpo in quella di Maria
Il porporato lituano, parlando a pochi metri dalla tomba di Papa Bergoglio, nella navata laterale della Basilica mariana, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, sottolinea quanto sia bello che, dopo una lunga vita “spesa interamente al servizio del popolo di Dio, da sacerdote, da religioso gesuita, da vescovo e da Papa”, oggi la sua anima sia “alla casa del Padre e il corpo nella casa di Maria”. E nel ricordo di Francesco, davanti a migliaia di fedeli, rilegge il Vangelo proposto dalla liturgia odierna, nel quale Gesù usa l’immagine della vite e dei tralci per parlare ai discepoli del loro rapporto con Lui.
Una vita che porta tanto frutto alla Chiesa
La vita e l’apostolato del Pontefice tornato alla Casa del Padre il 21 aprile, per il cardinale Makrickas, hanno portato e continuano “a portare tanto frutto alla Chiesa”, e le sue parole e i gesti del Papa Francesco sono entrate profondamente nei cuori dei fedeli perché lui “si è fatto davvero uno con il Cristo, in modo inseparabile, nella gioia e nel dolore – come un tralcio con la vite”. E le tantissime persone che continuano a sostare davanti alla sua tomba, “sono uniti a lui ed attraverso di lui a Cristo” perché Francesco “ha saputo rendere presente Cristo ad ogni uomo, testimoniandolo ogni giorno, sino alla sua ultima ora. Uniti al Papa, uniti a Cristo. Come i tralci con la vite”.
Il quotidiano affidarsi alla protezione di Maria
L’arciprete coadiutore della Basilica di Santa Maria Maggiore ricorda che il Papa scomparso un mese fa iniziava “ogni sua giornata con l’ora dell’adorazione, con la celebrazione dell’Eucaristia e la preghiera personale”, ma anche “con un quotidiano affidamento alla materna protezione di Maria, Madre di Dio”. Come lui, aggiunge, “stasera chiediamo alla Madre di Dio, Salus Populi Romani”, accanto alla sua icona, davanti alla quale Francesco ha pregato 126 volte, “di aiutare ciascuno di noi ad essere uniti al nostro Signore, con sincera umiltà e generosità nel Suo santo servizio”. Perché, dice Gesù ai suoi discepoli nel Vangelo di questo 21 maggio, sottolinea Makrickas, “senza di me non potete fare nulla, invece con me potete fare tanto, potete fare tutto”.
Preghiera per Francesco e per Leone XIV
L’invito finale del porporato lituano è alla preghiera “per la luce eterna a Papa Francesco, servo umile, saggio e fedele del Vangelo e per il nuovo Santo Padre, Leone XIV, che possa essere perseverante nel ministero petrino”.
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