Il pontificato di Francesco nella street art di MauPal
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
Un’ultima immagine (l’abbiamo scelta come copertina della galleria) per raccontare l’eredità lasciata da questo Papa venuto da lontano e che ha saputo farsi prossimo alla gente comune, “quelli della strada” come li definisce Maupal. “Alcuni hanno raccontato che in punto di morte si intravede un viottolo che attraversa un campo fiorito. – racconta l’artista - Su questa stradina restano ora alcuni simboli: la pace, la borsa di Francesco ricolma di valori (… e della sciarpa del San Lorenzo), un salvagente e un innaffiatoio di latta vicino a una piantina. Questa è l’eredita che mi lascia”.
Un Superpope per amico
Per chi, come Maupal, è abituato a cogliere d’istinto i gesti e i simboli che colpiscono l’attenzione delle persone comuni, per poi riprodurli esasperati nelle strade del quartiere di Borgo Pio, l’incontro Papa Francesco è stato illuminante per la sua vena creativa. “Il Papa che fa il suo primo viaggio per recarsi a Lampedusa, luogo simbolo delle tragedie migratorie, prendendo l’aereo come un qualsiasi passeggero, valigetta alla mano, non poteva non farmi pensare a un ‘supereroe buono’. – spiega Maupal – E’ così che è nata l’idea del superpope, che spicca il volo in soccorso dei più fragili, forte solo del suo carico di valores”.
L'esempio non muore mai
Spesso nelle opere di Maupal Papa Francesco non è solitario, anzi il più delle volte è in compagnia delle persone protagoniste del suo magistero: anziani, giovani, malati, migranti. Tutte figure che in un modo o nell’altro si trovano alla periferia di qualcosa. “In queste immagini invece sono protagoniste insieme al Papa di gesti e azioni dirette a cambiare il mondo. Alcuni sono addirittura complici di gesti sovversivi, come promuovere la pace in un mondo in cui troppi si ostinano a parlare di guerra”.
La capacità di sporcarsi le mani
Nella cittadina di Albano, alle porte di Roma, di fronte alla Cattedrale di San Pancrazio, Maupal ha realizzato su commissione per la visita di Francesco, un enorme murale che raffigura il Papa intento a ripulire il cielo dallo smog, armato solo di una spatola da lavavetri e di una spugna. “Francesco è sempre stato percepito a livello sociale come una persona che dava l’esempio, che si metteva in gioco in prima persona. Nel mondo di oggi già questo è un gesto molto coraggioso. Ma se si sporcava le mani lui, perché non avremo dovuto farlo anche noi”.
La fragilità non è debolezza
“Una delle immagini a cui sono più affezionato è quella che ho realizzato per l’ospedale pediatrico Bambin Gesù, l’ospedale del Papa. C’è un bambino in carozzina che spinge il Papa, anche lui in carrozzina, e insieme lanciano una colomba, simbolo di pace. Francesco non aveva paura di mostrarsi umanamente fragile e credo che in questo modo abbia insegnato, anche a me, che anche nei momenti di maggiore vulnerabilità se non sei solo, se c’è qualcuno a prendersi cura di te, ritrovi la forza e la dignità”.
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