Il Papa ai giovani imprenditori francesi: educare il mondo del lavoro a uno stile nuovo
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
La difficoltà quotidiana di "conciliare le esigenze della fede e l’insegnamento sociale della Chiesa con le necessità e i vincoli imposti dalle leggi del mercato e della globalizzazione", è il tema centrale del a un gruppo di giovani imprenditori francesi, ricevuti oggi in udienza.
Accompagnati e guidati da monsignor Dominique Rey, vescovo di Fréjius-Tolone, si sono riuniti nella capitale per partecipare a "Viaggio del bene comune", una tre giorni (1-3 dicembre) di incontri e riflessioni sulla “vocazione” degli imprenditori cristiani, proprio alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.
Conflitti e decisioni
Le parole di Francesco che sottolineno quanto non sia "mai stato facile essere cristiani e avere gravi responsabilità", mettono in risalto il complesso contesto che si crea tra produttività e giustizia sociale e, di conseguenza, evidenziano il conflitto che un imprenditore cristiano vive e deve quotidianamente affrontare:
I conflitti di coscienza nelle decisioni quotidiane che dovete prendere sono – immagino – numerosi: da un lato, la necessità che vi è imposta – spesso per la sopravvivenza delle aziende, delle persone che vi lavorano e delle loro famiglie – di conquistare mercati, aumentare la produttività, ridurre i ritardi, ricorrere agli artifici della pubblicità, incrementare i consumi...; e d’altra parte le esigenze sempre più urgenti di giustizia sociale, per garantire a ciascuno la possibilità di guadagnarsi da vivere dignitosamente. Penso alle condizioni di lavoro, ai salari, alle offerte di impiego e alla loro stabilità, nonché alla protezione dell’ambiente.
I criteri di discernimento
Due, dice Francesco, sono i criteri di discernimento per poter "vivere questi conflitti nella serenità e nella speranza". Il primo lo si può trovare nella Costituzione del Concilio Vaticano II:
...a proposito dei laici impegnati nelle realtà temporali, si dice: «Spetta alla loro coscienza, già convenientemente formata, di inscrivere la legge divina nella vita della città terrena. Dai sacerdoti i laici si aspettino luce e forza spirituale. Non pensino però che i loro pastori siano sempre esperti a tal punto che, ad ogni nuovo problema che sorge, anche a quelli gravi, essi possano avere pronta una soluzione concreta, o che proprio a questo li chiami la loro missione; assumano invece essi, piuttosto, la propria responsabilità, alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del Magistero» (n. 43).
Altro criterio di discernimento utile è racchiuso, prosegue il Papa, nella , l'Enciclica in cui, spiega, "viene fatta una certa valutazione della situazione del mondo, di alcuni sistemi che ne regolano le attività economiche, con le loro conseguenze sugli uomini e sull’ambiente":
È una valutazione che potrebbe sembrare a volte severa, ma che porta – credo – a suscitare un grido di allarme per il deterioramento della nostra casa comune, come pure davanti al moltiplicarsi delle povertà e delle schiavitù che conoscono oggi innumerevoli esseri umani. Tutto è collegato.
Agire per cambiare poco a poco
Il realismo di Papa Francesco, sembra prendere per mano le naturali titubanze di chi lo ascolta e condurle verso una meta che, per quanto non facile, può essere determinante perchè il mondo del lavoro cambi concretamente:
...voi non avete certamente una risposta immediatamente efficace da dare alle sfide del mondo attuale. In questo, talvolta potrete sentirvi impotenti. E tuttavia avete un ruolo essenziale da svolgere. Perché, anche in maniera modesta, in alcuni cambiamenti concreti di abitudini e di stile, sia nelle relazioni con i vostri collaboratori diretti, o meglio ancora nella diffusione di nuove culture aziendali, vi è possibile agire per cambiare concretamente le cose e, a poco a poco, educare il mondo del lavoro a uno stile nuovo.
Si tratta, prosegue il Pontefice, di "operare una conversione" come "ha evidenziato il recente Sinodo sull'Amazzonia". Un processo "che agisce in profondità" e quindi in grado di "convertire le mentalità" e di consentire "progressi reali se "attuato con convinzione e determinazione mediante azioni concrete".
Conversione ecologica-conversione spirituale
Infine, la sottolineatura del Pontefice riguardo l'inseparabile condizione alla base della "conversione ecologica", e cioè: la conversione spirituale. Ancora una citazione dalla Laudato si':
La spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo
Da questa premessa, l'invito finale di Francesco ad un impegno, già nella vita personale, sulla via della semplicità" e "della sobrietà":
...le decisioni che dovrete prendere nelle vostre occupazioni non potranno che risultare più libere e più serene, e voi stessi ne trarrete maggiore pace e gioia. Perché «la semplicità ci permette di fermarci a gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilità che offre la vita senza attaccarci a ciò che abbiamo né rattristarci per ciò che non possediamo».
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui