Il Papa e la vocazione: ascoltare, discernere e vivere la chiamata
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Ascoltare, discernere e vivere: su queste tre azioni, tutte riferite alla chiamata del Signore, Papa Francesco costruisce il suo per la 55esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che si celebra oggi. “Nella diversità e nella specificità di ogni vocazione, personale ed ecclesiale – scrive il Pontefice - si tratta di ascoltare, discernere e vivere questa Parola che ci chiama dall’alto e che, mentre ci permette di far fruttare i nostri talenti, ci rende anche strumenti di salvezza nel mondo e ci orienta alla pienezza della felicità”.
Il Sinodo di ottobre su giovani, fede e vocazione
Francesco ricorda che la XV assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi, in ottobre, sarà dedicata al rapporto tra giovani, fede e vocazione. “Avremo modo di approfondire – scrive – come al centro della nostra vita ci sia la chiamata alla gioia che Dio ci rivolge, vero “progetto di Dio per gli uomini e le donne di ogni tempo”. Perché il Signore coglie “la nostra struggente nostalgia di amore e di felicità”.
Ascolto, discernimento e vita – prosegue il Papa – sono gli aspetti che fanno anche da cornice all’inizio della missione di Gesù. Che nella sinagoga di Nazareth si mette in ascolto della Parola del Padre, e con la forza dello Spirito Santo, nel svela la pienezza del significato. Anche noi, spiega il Pontefice, dobbiamo “imparare a leggere gli eventi con gli occhi della fede”.
Ascoltare è leggere gli eventi con occhi di fede
“Non potremo scoprire la chiamata speciale e personale che Dio ha pensato per noi – sottolinea Francesco - se restiamo chiusi in noi stessi, nelle nostre abitudini e nell’apatia di chi spreca la propria vita nel cerchio ristretto del proprio io, perdendo l’opportunità di sognare in grande e di diventare protagonista” della storia unica “che Dio vuole scrivere con noi”.
Discernere è scoprire a cosa si è chiamati
Sempre nella sinagoga, Gesù discerne qual è la missione per cui è stato inviato e la presenta a chi attendeva il Messia. “Allo stesso modo – chiarisce Papa Bergoglio - ognuno di noi può scoprire la propria vocazione solo attraverso il discernimento spirituale”. Anche oggi abbiamo tanto bisogno “di superare le tentazioni dell’ideologia e del fatalismo e di scoprire, nella relazione con il Signore, i luoghi, gli strumenti e le situazioni attraverso cui Egli ci chiama. Ogni cristiano dovrebbe poter sviluppare la capacità di ‘leggere dentro’ la vita e di cogliere dove e a che cosa il Signore lo sta chiamando per essere continuatore della sua missione”.
Vivere la chiamata è diventare testimoni del Signore
Infine Gesù in sinagoga annuncia di essere venuto a realizzare la missione “oggi”. Così, scrive il Papa, “la gioia del Vangelo non può attendere le nostre lentezze e pigrizie. Non ci tocca se restiamo affacciati alla finestra”. La vocazione è oggi! “La missione cristiana è per il presente! E ciascuno di noi è chiamato – alla vita laicale nel matrimonio, a quella sacerdotale nel ministero ordinato, o a quella di speciale consacrazione – per diventare testimone del Signore, qui e ora”.
“Il Signore continua oggi a chiamare a seguirlo” conclude Francesco. Non dobbiamo aspettare di essere perfetti per rispondere: “eccomi”, “né spaventarci dei nostri limiti”, ma accogliere con cuore aperto la voce del Signore.” Ascoltarla, discernere la nostra missione personale nella Chiesa e nel mondo, e infine viverla nell’oggi che Dio ci dona”.
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