Tensione fra Stati Uniti e Venezuela sulla lotta al narcotraffico
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Il Venezuela mostra i muscoli annunciando di essere pronto a passare a una fase di lotta armata se dovesse subire un'aggressione militare da parte degli Stati Uniti. A tracciare la posizione del Paese è stato lo stesso presidente, Nicolas Maduro, durante un evento trasmesso dalla televisione di Stato, sottolineando che sul piatto c’è una "risposta pianificata e organizzata di tutto il popolo per difendere sovranità e integrità territoriali”.
La “provocazione” agli Usa
Le parole di Maduro arrivano dopo l’annuncio del Pentagono di aver dispiegato dieci jet da combattimento a Porto Rico, in risposta al sorvolo, ieri, di aerei militari venezuelani su una delle navi da guerra Usa che solcano le acque dei Caraibi, una mossa “altamente provocatoria” secondo gli Stati Uniti che avrebbe l'obiettivo di “interferire con le operazioni anti-narcos" americane. Un capitolo quello del narcotraffico su cui Maduro si difende, asserendo che il Paese “non produce né coca né cocaina” e sottolineando i progressi nella lotta antidroga riconosciuti da organismi internazionali.
L’avvertimento del Venezuela
Ieri il Dipartimento della Difesa statunitense aveva avvisato il cartello che opera in Venezuela di “non interferire con le operazioni anti narcos”. Maduro, dal canto suo, ha chiesto a Washington di abbandonare quella che definisce una politica di "cambio di governo violento" in America Latina e nei Caraibi, esortando il presidente Usa a rispettare l'indipendenza del suo Paese.
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