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RD Congo, la denuncia dell'ONU: possibili crimini di guerra e contro l'umanità

Un documento curato dalla Missione d’Inchiesta delle Nazioni Unite accusa tutti gli attori coinvolti nel conflitto: le forze armate e i ribelli M23 sostenuti dal Ruanda

Pietro Piga – Città del Vaticano

La lista dei possibili crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella Repubblica Democratica del Congo è lunga. Li elenca, nell’ultimo rapporto pubblicato venerdì 5 settembre, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr): dalla tortura fisica e psicologica alla detenzione e alla sparizione forzata, fino alla schiavitù sessuale e allo stupro. Sono stati perpetrati, secondo il documento curato dalla Missione d’Inchiesta dell’organizzazione intergovernativa, dalle Forze Armate Congolese e dai ribelli dell’M23 sostenuti dal Rwanda. L’indagine, che è cominciata alla fine del 2024 e denuncia anche “l’incapacità di tutte le parti di proteggere adeguatamente i civili durante le ostilità, così come gli attacchi a scuole e ospedali”, è stata commentata dall’Alto commissario dell’(Ohchr), Volker Türk: “Le atrocità descritte sono orribili. È straziante e profondamente frustrante assistere, ancora una volta, alla disumanizzazione della popolazione civile da parte di coloro che sono al potere e che stanno venendo meno alle loro responsabilità”.

Le violazioni dei diritti umani

Nella Repubblica Democratica del Congo, dove la guerra è la quotidianità dal 1994, le forze armate congolesi, spalleggiate dalle milizie Wazalendo, hanno “operato in grandi gruppi e in più località contemporaneamente”, mettendo in atto intimidazioni e repressioni violente: principalmente saccheggi e reclutamento di bambini per combattere e per i ruoli di supporto, e di donne e ragazze per scopi sessuali. L’M23, che ha conquistato le città nel Nord e nel Sud Kivu, ha colpito “in modo sproporzionato” anche la comunità Lgbt, col supporto materiale, di intelligence e operativo delle Forze di Difesa del Ruanda. Sulla base di questi riscontri, nel rapporto la Missione d’Inchiesta afferma di avere “ragionevoli motivi per credere che i membri dell’M23 possano aver commesso i crimini contro l’umanità di omicidio, grave privazione della libertà, tortura, stupro e schiavitù sessuale, sparizione forzata e deportazione o trasferimento forzato di popolazione”.

Il fronte diplomatico

Mentre nel Paese dell’Africa centrale si tenta di contenere l’epidemia di Ebola, la guerra prosegue, sbiadendo l’immagine della stretta di mano tra il ministro degli Esteri congolese, Thérèse Kayikwamba Wagner, e il suo omologo ruandese, Olivier Nduhungirehe, sigillata dal segretario di Stato statunitense, Marco Rubio, dopo l’Accordo di pace firmato il 27 giugno scorso a Washington. Congelando, al momento, anche il negoziato di Doha, per chiudere le ostilità, tra la Repubblica Democratica del Congo e l’M23.

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06 settembre 2025, 12:29