Da Otranto l'invito alla non violenza per un Mediterraneo di pace
Beatrice Guarrera - Otranto
La spalla fasciata, il viso sofferente, ma la voce ferma. L’immagine di Jamil Badah, fotografo sopravvissuto all’attacco israeliano all’ospedale Nasser, in collegamento video dal letto di un nosocomio nella Striscia di Gaza, è bastata a raccontare l’inferno che lì si sta consumando. Sul palco della serata conclusiva del Festival Giornalisti del Mediterraneo, l’operatore dell’informazione ha dialogato con il giornalista Paolo Di Giannantonio, che ha voluto ricordare: “A Gaza finora sono morti, facendo il loro lavoro, 246 giornalisti”.
In collegamento da Gaza
Proprio al doppio attacco all’ospedale Nasser nella Striscia è sopravvissuto Jamil Badeh. “Sono in ospedale, la situazione è molto difficile, mi è stata amputata una gamba”, ha raccontato con l’aiuto di un’interprete, nonostante la connessione debole, per via dell’assedio in cui versa Gaza. “Nessuno ha più una casa, nessuno vive decentemente”. Eppure, assicura il fotografo, “tornerò a lavorare, anche se devo ricevere ancora cure mediche che non sono abbastanza”, “perché ovviamente gli ospedali sono tutti distrutti” e quelli rimasti sono allo stremo. A lui idealmente Paolo Di Giannantonio ha consegnato il Premio Caravella del Mediterraneo, con la speranza di poterlo fare di persona alla prossima edizione del Festival.
Supporto psicologico
Il racconto della drammatica condizione di Gaza è continuato con la testimonianza di Davide Musardo, psicologo che lavora per Medici senza frontiere (Msf), ong attiva a Gaza City, ma anche a Khan Yunis, a Deir al- Balah, con un ospedale da campo. “Offriamo cure mediche e psicologiche - ha spiegato ai media vaticani - alla popolazione afflitta da due anni di devastazione e di guerra. Diamo supporto a traumi fisici, ma anche alle ustioni e anche come supposto supporto psicologico per esempio alla gestione del dolore”. L’impossibilità di far entrare nel territorio rifornimenti e aiuti umanitari impedisce dunque anche l’accesso alle medicine e agli strumenti necessari per far muovere un ospedale. “Quella di Gaza - ha continuato Musardo - è una situazione devastante anche a livello psicologico: abbiamo bambini che soffrono, adulti che soffrono di depressione e di ansia e non c'è possibilità di dare spazio e dare voce a questo dolore” perché si cerca solo di sopravvivere. “Chiediamo un cessate il fuoco immediato e duraturo, soltanto così riusciremo veramente a salvare le vite di questi poveri di questo popolo indifeso. È inaccettabile usare la fame come arma di guerra, è inaccettabile bloccare gli aiuti umanitari”, ha concluso lo psicologo di Msf.
Il nome di Dio è pace
“Il Dio cristiano ha tra i suoi nomi il nome pace”, ha ricordato sul palco del Festival l’arcivescovo di Otranto, Francesco Neri, in dialogo con Massimiliano Menichetti, vice direttore editoriale dei media vaticani e responsabile di Radio Vaticana-Vatican News. Davanti alla sofferenza dei conflitti nel mondo, è fondamentale non rassegnarsi, è fondamentale credere che un cambiamento sia ancora possibile. “Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere tutti quanti noi operatori di pace”, ha spiegato l’arcivescovo Neri. Ma come fare? “Io suggerisco evidentemente la strada della nonviolenza”, per disarmare le mani anche le parole. “Quando tu dici a qualcuno “non vali niente”, ne mini l'autostima e poni le premesse affinché si possa un giorno, ahimè, anche togliere la vita. Pensiamo al fenomeno degli haters sui social del cyberbullismo”, ha ammonito Neri. Senza dimenticare che “non possiamo essere cristiani senza mettere al centro Gesù e il suo amore crocifisso”, l’arcivescovo ha indicato il cammino da percorrere: “Guardiamoci negli occhi, diventiamo amici e il Mediterraneo sarà un mare di pace”.
Baluardo di libertà
La serata si è conclusa con la consegna dei Premi Caravella del Mediterraneo 2025 all’arcivescovo Neri, per l’impegno costante in difesa della dignità umana e della pace; a Silvia De Santis, giornalista d’inchiesta della trasmissione “Carta Bianca”, attenta osservatrice dei temi sociali e dei diritti civili; a Mariangela Pira di Sky Tg24, giornalista economica tra le più autorevoli del panorama italiano; al generale Guido Geremia, comandante della Guardia di finanza per la Puglia. “In un mondo di fake news diffuse e di conflitti combattuti anche a colpi di disinformazione - ha dichiarato Tommaso Forte, ideatore e organizzatore del Festival con il contributo dei colleghi Leda Cesari, Rosaria Bianco, Nicola Fragassi - i giornalisti sono e rimangono baluardo di libertà e di un approccio corretto all’uso e alla diffusione delle notizie, ovvero di democrazia”.
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