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Il panel dedicato a "Faide mafiose, vittime innocenti e casi di lupara bianca" Il panel dedicato a "Faide mafiose, vittime innocenti e casi di lupara bianca"

Otranto, quando il giornalismo racconta fragilità e malaffare

Nella prima serata del Festival Giornalisti del Mediterraneo, in programma a Otranto fino a sabato 6 settembre, si è riflettuto sul ruolo dell'informazione per mettere in luce i disagi sociali, come suicidi e violenza di genere, ma anche per denunciare le mafie di oggi

Beatrice Guarrera - Otranto

Una parola, scritta o sussurrata, può squarciare il silenzio della solitudine, dell’abbandono e della violenza. A questo nobile e delicato compito è chiamato il giornalismo oggi, in un tempo di profondo disagio sociale e di grave vuoto esistenziale. Se ne è parlato al Festival giornalisti del Mediterraneo che si è aperto ieri, mercoledì 3 settembre, a Otranto nello scenario antico di Largo Porta Alfonsina. In questa diciassettesima edizione dell’iniziativa, infatti, ampio spazio è stato dato alla riflessioni sulle tematiche sociali del nostro tempo.

Il ruolo della comunità

Suicidi e incidenti stradali sono le cause che producono più morti in Italia, ha affermato ai microfoni della Radio Vaticana, Antonio La Scala, avvocato penalista, intervenuto nel panel: “Il silenzio del suicidio: analisi, prevenzione e analisi del lutto”.  Per questo è fondamentale anche che si faccia corretta informazione sul tema della salute mentale, perché si rompa il tabù di non riuscire a chiedere aiuto a specialisti, quando ci si trova in condizione di fragilità. Allo stesso tempo, è necessaria una presa di coscienza collettiva perché si vada in soccorso delle persone in difficoltà, “Molto importante è l’aspetto comunitario - ha spiegato La Scala -. Anche se si ha paura e c’è un senso di vergogna o colpa, credo sia determinante parlarne, sottolineando la parola chiave che è amore”. A questo va abbinata anche un’altra parola speciale in questo anno Giubilare, che è la parola “speranza”, un tesoro da coltivare anche con la fede.  Il tema si collega tristemente all’attualità anche per i troppi suicidi nelle carceri, registrati negli ultimi anni tra i detenuti e gli agenti in divisa. Un argomento su cui si auspicherebbe un intervento legislativo apposito, perché si possa prevenzione. 

Ascolta l'intervista al criminologo Andrea Feltri

Relazioni disfunzionali

A volte, infatti, l’attualità è più veloce del legislatore, come avviene anche per i casi di reati commessi online, che tanto stanno lasciando ferite nella società. “Nel caso dell’intelligenza artificiale esiste un buco normativo”, ha spiegato Valerio De Gioia, magistrato della Corte di Appello di Roma, intervenuto al panel "Femminicidio e giustizia: normative, lacune e prospettive di riforma”. Quando si parla di violenza di genere, bisogna tenere a mente i segnali da attenzionare, primo tra tutti il fenomeno dello stalking, il reato di compiere atti persecutori. Andrea Feltri, criminologo e  giudice onorario del Tribunale dei minori di Lecce, ha osservato che si tratta di “una realtà trasversale, anche se le statistiche parlano di 75% vittime donne e 25% uomini”. Cosa fondamentale, per prevenire la violenza, è individuare la dipendenza affettiva e  la manipolazione psicologica che rendono disfunzionale una relazione. Nei casi di cronaca più noti in cui sono coinvolte persone che hanno subito violenza, si è detto sul palco di Otranto, il giornalismo investigativo può giocare un ruolo cruciale, quando grazie al suo racconto può contribuire  a far commettere un passo falso all’indagato. Allo stesso tempo Salomè Bene, magistrato del Tribunale dei minorenni di Cagliari, ha sottolineato quanto la paura della gogna pubblica spesso costituisca un deterrente nel denunciare casi di violenze.

Il panel dedicato alla riflessione sul dramma del suicidio
Il panel dedicato alla riflessione sul dramma del suicidio

Mafie silenti 

Il delicato e importante compito che assume il giornalismo è evidente quando si parla di mafie. Se ne è parlato nel panel “Faide mafiose, vittime innocenti e casi di lupara bianca”.  Il magistrato Milto De Nozza della Direzione investigativa antimafia, ha spiegato che oggi “la criminalità non spara più ma preferisce commettere reati che riguardano la corruzione, il denaro”. Si tratta di “una mafia silente, perché è diventata simbiotica con la società, e soprattutto - ha affermato De Nozza - “ha cambiato strategia, e la strategia oggi è il traffico di droga”. Filippo Santigliano, giornalista della “Gazzetta del Mezzogiorno”, ha spiegato che in Puglia si parla di diverse realtà criminali, visto che da Serracapriola, il paese più a nord della Puglia, a Leuca, ci sono circa 420 chilometri. Oggi però alcune “organizzazioni mafiose del Gargano in questo periodo grazie al lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine, stanno subendo colpi importanti per via dei pentiti”. “La mafia oggi - ha detto Santigliano -  è molto digitale usa addirittura tic toc ma in certi casi è molto analogica: deve far trovare il morto e lo deve far vedere”. Oggi però “c'è una consapevolezza maggiore: sono nate molte associazioni, come Libera” e ciò costituisce dunque un segnale di speranza. Ci sono dunque segni di ravvedimento, ha continuato il giornalista, “più che nelle organizzazioni criminali “nelle persone “normali” che stanno prendendo coscienza di quello che gli sta accadendo intorno e che quindi devono favorire una svolta per il progetto di vita dei loro figli, di chi vuole rimanere in questa terra”.

Per una informazione non omologata

Nel raccontare le mafie sul territorio, oggi il giornalismo si scontra con diverse difficoltà, che ha messo in luce Valentina Murrieri di “Lecce Prima”: la difficoltà di reperire le carte direttamente dalle autorità giudiziarie, dopo le riforme che complicano il processo; la necessità di avere un approccio multidisciplinare per comprendere le implicazioni anche economiche; l’omologazione delle informazioni. Con le diffusioni dei social media, infatti, “i singoli apparati delle forze dell'ordine hanno istituito un proprio gruppo WhatsApp un proprio canale Telegram - ha spiegato Murrieri -. Questo fa sì che l'informazione diventi omologata molto uniforme”. Difficile, dunque, cambiare o approfondire la narrazione proposta. Una sfida a cui è chiamato il giornalismo per far sì che il bene comune e l’interesse pubblico venga sempre in prima battuta. 

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04 settembre 2025, 09:51