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Dall'Onu "sì" a due Stati ma senza Hamas. Israele: decisione vergognosa

La “Dichiarazione di New York” approvata ieri dalle Nazioni Unite apre al riconoscimento della Palestina e chiede il disarmo di Hamas. Intanto nuovi elementi emergono sull’attacco israeliano a Doha, il Mossad far sapere di aver rifiutato il piano di Israele

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

Il giorno dopo l’annuncio del premier Israeliano Benjamin Netanyahu di nuove colonie in che divideranno la Cisgiordania in due, l'Onu si riunisce per un voto non vincolante che stabilisce la volontà delle Nazioni Unite di riconoscere formalmente uno Stato palestinese. Il testo, preparato da Francia e Arabia Saudita, ha visto il voto favorevole di 142 Paesi, 10 contrari, oltre Israele e Stati Uniti anche l’Argentina e l’Ungheria, e 12 astenuti. Una decisione questa non vincolante e simbolica che "condanna gli attacchi perpetrati il 7 ottobre contro i civili" e afferma che "Hamas deve cedere le armi e liberare tutti gli ostaggi" detenuti a Gaza. La cosiddetta “Dichiarazione di New York” fa da preludio alla prossima Assemblea delle Nazioni Unite del 22 settembre, che riunirà nel Palazzo di vetro i capi di Stato del mondo. In quell'occasione, il presidente francese Emmanuel Macron ha promesso di riconoscere lo Stato della Palestina.

La reazione di Israele

Categorica la risposta del governo di Netanyahu che definisce la votazione delle Nazioni Unite “vergognosa e “a favore di Hamas”. " Si tratta di un suggerimento che ignora completamente la realtà", ha dichiarato l'ambasciatore israeliano presso l'Onu, Danny Danon, "Si tratta di una dichiarazione unilaterale che abbrevia la menzogna dei nostri vicini e sostiene Hamas".

Il Mossad interviene sull’attacco in Qatar

Emergono nuovi elementi in merito al raid israeliano di martedì scorso a Doha. Il Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana, ha dichiarato di aver rifiutato il piano per l’assassinio dei dirigenti di Hamas riuniti nel Paese per portare avanti i negoziati. Secondo il Washington Post, il direttore del Mossad, David Barnea, si sarebbe rifiutato di attuare l’operazione pianificata dal governo israeliano che prevedeva l’utilizzo di agenti sul campo per assassinare i dirigenti di Hamas presenti all’incontro. Secondo l’agenzia di intelligence, l’azione avrebbe potuto rompere il rapporto instaurato con i funzionari qatarioti, che avevano ospitato il gruppo islamico e mediato i colloqui di cessate il fuoco. Il punto del contendere dunque non l’obiettivo di eliminare Hamas ma la tempistica dell’operazione. Nella giornata di oggi il capo della Casa Bianca riceverà a Washington lo sceicco qatariota Al Thani per tentare di ricucire i rapporti con il Paese.

Prosegue l’offensiva su Gaza City

Continuano senza sosta i raid israeliani che nelle ultime ore hanno ucciso oltre 30 persone in tutta Gaza City, tra loro - secondo fonti mediche - 12 bambini. Nei bombardamenti sarebbero andati distrutti, o risulterebbero gravemente danneggiati, più di 1800 edifici. Appena a nord di Gaza City, a Jabalya, l'esercito israeliano ha raso al suolo più di 750 edifici. Le immagini scattate per la ricerca hanno evidenziato come la distruzione sia stata causata da demolizioni condotte vie terra in modo capillare, isolato per isolato. 

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13 settembre 2025, 10:18