Israele attacca anche lo Yemen. Il parlamento Ue chiede il riconoscimento della Palestina
Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano
Le sirene hanno risuonato nelle aree dello Stato di Israele colpite nella notte scorsa da un nuovo attacco missilistico lanciato dagli Houti yemeniti. Il raid arriva dopo che Israele ha affermato ieri di aver colpito "obiettivi militari" Houthi nella capitale Sana'a e nella provincia settentrionale di Jawf, causando 35 morti e 131 feriti. Nel pomeriggio di mercoledì 10 settembre, infatti, 12 caccia delle forze di difesa israeliane hanno volato per 2.350 chilometri fino in Yemen e attaccato con oltre 30 bombe campi militari, un deposito di carburante e il quartier generale del dipartimento di propaganda della capitale e altre città.
La risposta del Qatar e dell’Europa
Intanto, in tutto il mondo risuona ancora l’eco dello strike israeliano su Doha di due giorni fa, dove sono rimasti uccisi alcuni membri di Hamas. Nel pomeriggio di martedì scorso, Israele ha attaccato con un bombardamento aereo i leader più importanti di Hamas mentre erano riuniti in Qatar, per discutere una proposta di cessate il fuoco presentata dagli Stati Uniti. Il primo ministro del Qatar, sceicco Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, ha dichiarato che ci sarà una "risposta collettiva" all'aggressione israeliana e ha spiegato in un’intervista alla Cnn , che Doha sta ripensando al proprio ruolo di mediatore nei negoziati. Anche l’Europa, con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel frattempo, ha dichiarato che chiederà sanzioni e una parziale sospensione degli scambi commerciali contro Israele per la guerra nella Striscia di Gaza.
L'Europarlamento invita i Paesi Ue a riconoscere lo Stato di Palestina
Oggi il parlamento Ue ha approvato (305 voti a favore, 151 contrari e 122 astenuti) una risoluzione comune presentata da Verdi, Socialisti e Liberali sulla crisi umanitaria a Gaza. Si tratta della prima risoluzione di maggioranza sul tema approvata in aula da oltre un anno. Nel testo il parlamento, oltre a sostenere la proposta di von der Leyen, "condanna con forza il blocco degli aiuti umanitari a Gaza da parte del governo israeliano, che ha provocato una carestia nel nord della Striscia". I deputati inoltre chiedono indagini complete su tutti i crimini di guerra e sulle violazioni del diritto internazionale, e invitano le istituzioni e i paesi Ue a compiere passi diplomatici per garantire l'impegno verso la soluzione dei due Stati, con progressi politici concreti verso la sua realizzazione, in vista dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del settembre 2025. Poi, nel documento si sottolinea la necessità di una completa smilitarizzazione a Gaza e dell'esclusione di Hamas dal governo, chiedendo il ritorno di un'Autorità palestinese riformata come unico organo di governo. Secondo i deputati, la creazione di uno Stato di Palestina è fondamentale per la pace, la sicurezza di Israele e la normalizzazione regionale, e si invitano dunque i membri dell'Ue a valutare la possibilità di uno suo riconoscimento. Si auspica quindi un cessate-il-fuoco immediato e permanente e - condannando i "crimini barbari" di Hamas, contro cui vengono richieste sanzioni - il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi israeliani detenuti ancora dagli islamisti. Infine, il parlamento sottolinea che il diritto all'autodifesa e alla sicurezza da parte di Israele non può giustificare azioni militari indiscriminate a Gaza, che si sono tradotte in sofferenze insopportabili per la popolazione civile.
La risposta di Netanyahu alle critiche internazionali
In un video il premier Israeliano Netanyahu ha minacciato di essere pronto ad intervenire nuovamente nel Paese del Golfo, avvertendo tutte le nazioni che danno rifugio ad Hamas di espellere i suoi esponenti o di consegnarli alla giustizia. “Perché se non lo farete, lo faremo noi", ha affermato. Anche il Cairo risponde alla minaccia israeliana con un avvertimento agli Sati Uniti. Il quotidiano libanese Al-Akhbar, citando fonti informate ha detto che, qualsiasi tentativo di colpire i funzionari di Hamas in Egitto, simile all'azione di Israele in Qatar, "avrebbe conseguenze devastanti". Infine, l’Egitto ha anche espresso la sua disponibilità a ospitare i leader dei gruppi con sede a Gaza, tra cui Hamas, e a fornire loro protezione durante la loro permanenza sul suo territorio.
Hamas dichiara di voler proseguire i negoziati
Mentre le Forze di difesa d'Israele hanno annunciato che "nei prossimi giorni" aumenteranno il ritmo degli attacchi mirati, basati su informazioni precise, a Gaza City, nel nord della Striscia, Hamas ha dichiarato di voler portare avanti i negoziati nonostante quanto accaduto a Doha. Secondo quanto riportato dal quotidiano saudita Asharq Al-Awsat, aggiunge che nei prossimi giorni i contatti con i mediatori saranno ripristinati non appena la situazione della sicurezza si sarà stabilizzata, consentendo la ripresa dei negoziati.
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