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L'8 settembre ricorre la Giornata internazinale dell'alfabetizzazione L'8 settembre ricorre la Giornata internazinale dell'alfabetizzazione

Giornata alfabetizzazione, pace e uguaglianza passano dall'educazione

Oggi, 8 settembre, si celebra la ricorrenza istituita nel 1967 dall’Unesco per sensibilizzare l'opinione pubblica e i leader mondiali sull'importanza di avere società alfabetizzate. Enrico Vicenti, segretario generale Unesco in Italia: “Stiamo parlando di un diritto umano fondamentale e indispensabile per favorire la comunicazione tra i popoli”

Gianmarco Murroni - Città del Vaticano

Sensibilizzare l'opinione pubblica e i leader politici mondiali sull'importanza di avere società alfabetizzate, come requisito per vivere contesti più equi, più pacifici e più sostenibili. Con questo scopo l’Unesco istituì nel 1967 la Giornata internazionale dell'alfabetizzazione che ricorre l’8 settembre. “Senza alfabetizzazione non si può pensare di tutelare quegli elementi tipici delle nostre società, del nostro mondo e quindi lo stato di diritto, l'uguaglianza, la solidarietà, la giustizia, la tolleranza, la non discriminazione. Tutti questi valori che per noi sono fondamentali richiedono evidentemente dei livelli importanti e significativi di alfabetizzazione e di educazione”, spiega ai media vaticani Enrico Vicenti, segretario generale Unesco in Italia.

La situazione nel mondo

“Con l'alfabetizzazione ci riferiamo innanzitutto a quelle capacità cognitive di base: lettura, scrittura, calcolo, oltre alla capacità di risoluzione dei problemi. Questo è un po' un prerequisito di quello che è il diritto all'educazione. Quindi stiamo parlando di un diritto umano fondamentale per tutti che diventa indispensabile anche per il godimento di tutti gli altri diritti umani”. Negli ultimi 50 anni, spiega Vicenti, “l'impegno della comunità internazionale è stato significativo, per cui abbiamo un livello di oltre il 90% di giovani che sono effettivamente alfabetizzati. Sicuramente ci sono delle grosse disparità da un punto di vista geografico: pensiamo ai Paesi meno ricchi, soprattutto in alcuni Paesi dell'Africa subsahariana, ma pensiamo anche a quei Paesi che vivono da anni in situazioni di conflitto o di post conflitto, che quindi hanno delle grosse difficoltà. Poi abbiamo delle grosse sfide legate a delle discriminazioni riguardo a persone che portano alcuni tipi di disabilità oppure questioni legate al genere. Il dato complessivo è effettivamente confortante, ma abbiamo ancora 739 milioni di giovani in tutto il mondo che soffrono di un inadeguato livello di alfabetizzazione e dunque di istruzione”.

Ascolta le interviste a Enrico Vicenti

Il contesto italiano

Per quando riguarda l’Italia, l'analfabetismo funzionale continua ad essere una sfida significativa: “Se guardiamo gli ultimi dati Istat, vediamo che il 35% della popolazione adulta tra i 16 e i 65 anni ha delle basse competenze alfabetiche e c'è un percentuale del 36% di insufficienza nelle competenze numeriche. Il dato preoccupa perché se noi guardiamo la media mondiale, vediamo che l'Italia si trova nella parte inferiore della classifica. Poi c'è anche una disparità territoriale perché le regioni del nord sono più avvantaggiate rispetto a quelle del sud. L'Unesco ha ritenuto il tema dell'alfabetizzazione una priorità fin da subito: ricordo campagne di alfabetizzazione negli anni ‘50 che riguardavano proprio il sud Italia, con testimoni come Carlo Levi. Quindi un impegno che parte da lontano”. Alfabetizzazione che riguarda non solo i giovani, ma anche gli adulti: “L'alfabetizzazione è il prerequisito del diritto all'educazione che sappiamo oggi essere uno degli obiettivi dell'agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Questo deve portare alla creazione di una istituzione di qualità equa e inclusiva durante tutto il corso di tutta la vita di una persona”. Negli anni l’Unesco si è dotata di una strategia per l'alfabetizzazione che si rivolge innanzitutto ai Paesi che hanno un minor livello di alfabetizzazione, oltre a programmi dedicati a fasce di popolazione particolarmente svantaggiate. Questa strategia “viene rinnovata in genere ogni 5 anni, proprio per cercare di mantenerla legata il più possibile all'evoluzione, sempre molto veloce, di queste problematiche”.

Il ruolo della tecnologia

Un ruolo fondamentale, in questo contesto, lo occupa la tecnologia, tanto che la Giornata di quest'anno intende promuovere l'alfabetizzazione proprio nell'era digitale. “La digitalizzazione ha cambiato il modo in cui noi impariamo, ma anche viviamo, lavoriamo, socializziamo. Sappiamo perfettamente che la digitalizzazione costituisce una grossa opportunità per favorire l'alfabetizzazione, però nel contempo aggiunge la complessità nella sfida dell'alfabetizzazione perché pone tutta una serie di problematiche che prima non avevamo. Pensiamo al tema della diffusione velocissima delle notizie, la necessità di sviluppare ancora di più il pensiero critico, saper distinguere le notizie credibili da quelle che invece sono false, saper navigare in ambienti complessi in cui si trasmettono queste informazioni. E poi l'altra grossa sfida: bisogna stare attenti che la digitalizzazione non diventi un nuovo strumento di marginalizzazione: il 50% delle scuole private nel mondo non ha una connessione Internet che viene utilizzata a fini pedagogici e questo fa capire che se si punta sulla digitalizzazione poi bisogna anche dare le infrastrutture che consentono l'utilizzo intelligente della digitalizzazione”.

Costruire ponti

Un anno fa, in occasione della Giornata internazionale dell’Alfabetizzazione 2024, Papa Francesco sottolineò come l’importanza della lingua come strumento fondamentale di comunicazione tra individui e popoli, capace di favorire il dialogo. Alfabetizzare per costruire ponti tra culture diverse, un concetto ripreso anche da Papa Leone XIV. “L'alfabetizzazione è il prerequisito per tutto questo. L'Unesco, a seguito della crisi del Covid, ha premuto molto l'acceleratore su una nuova visione del processo di alfabetizzazione e di educazione. Ricordo che nel 2022 si è tenuto un grosso summit alle Nazioni Unite proprio dedicato al tema delle nuove visioni dell'educazione. In materia di pace, poi, l'Unesco ha approvato nel 2023 una raccomandazione sull'educazione alla pace e ai diritti umani e allo sviluppo sostenibile. E questo proprio nella consapevolezza che queste grosse sfide globali, questa presenza continua di conflitti che purtroppo invece di diminuire aumentano di intensità e anche di durata, richiede necessariamente un impegno a livello scolastico per educare persone e generazioni alla pace, al rispetto dei diritti umani, alla convivenza e anche all'apprezzamento di quello che è il valore della diversità culturale”.

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08 settembre 2025, 12:09