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Le manifestazioni a Parigi del movimento "Blocchiamo tutto" Le manifestazioni a Parigi del movimento "Blocchiamo tutto"

Francia, quasi 200 mila manifestanti. Iniziano sgomberi, fermi e arresti

Proseguono, in tutto il Paese, le proteste del movimento "Blocchiamo tutto", che chiede le dimissioni del Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, e si scaglia contro l’intera classe politica. Intanto, giungono i primi provvedimenti delle autorità transalpine

Pietro Piga – Città del Vaticano

In una Francia messa in subbuglio dalla crisi istituzionale e dal malcontento popolare, gli agenti della polizia stanno effettuando sgomberi, fermi e arresti nei confronti dei partecipanti alle proteste organizzate dal movimento “Blocchiamo tutto”. Per il ministero dell’Interno, le manifestazioni – che hanno come bersaglio il Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, l’intera classe politica e la manovra di bilancio del governo – sono state 596, a cui hanno preso parte 197.000 persone, che hanno completato o tentato 253 blocchi. Sono stati resi noti anche i numeri dei fermati, 675, e degli arrestati, 540, dei quali 280 nell’area metropolitana di Parigi, ha fatto sapere il prefetto di polizia della Capitale, Laurent Núñez.

Le proteste

Stamane, su direttiva del ministero dell’Interno, dal Sciences Po, l’istituto di studi politici di Parigi, come da altre università, sono stati sgomberati dei manifestanti, applicando la “stessa determinazione” dei giorni precedenti, ha spiegato in un’intervista Núñez, il quale, negando i blocchi, ha poi definito fallimentari le manifestazioni. Ma nella capitale, come a Marsiglia, Nantes, Rennes e Montpellier, nelle stazioni e nelle autostrade, come nelle università, stanno proseguendo, per il secondo giorno di fila, le proteste di “Blocchiamo tutto” che, nato sui social media, chiede a gran voce le dimissioni di Macron e di rivedere i tagli al bilancio. A Parigi, dove per contenere i disordini sono stati chiusi per qualche ora musei e monumenti pubblici, negli scontri tra manifestanti e polizia, sono stati feriti 13 agenti, mentre i dimostranti sono stati dispersi attraverso l’impiego sia degli idranti, sia dei gas lacrimogeni.

La politica

Dunque, nemmeno la nomina del nuovo primo ministro (il quinto in un biennio), Sébastien Lecornu, ha placato l’insoddisfazione dei cittadini. Oltre all’opinione pubblica, il capo di governo dovrà convincere, con la propria agenda in materia economica, i partiti, dopo aver promesso che l’esecutivo dovrà essere “più creativo, a volte più tecnico, più serio” e aver prospettato “delle rotture”. Mentre il Parlamento attende la bozza della manovra finanziaria entro il 13 ottobre, su Lecornu pende la minaccia di una mozione di sfiducia da parte di France insoumise, capeggiato da Jean-Luc Mélenchon. Ha però incassato la disponibilità a lavorare al bilancio da parte del Rassemblement National, guidato da Jordan Bardella.

 

 

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11 settembre 2025, 12:54