Afghanistan, tra le macerie del terremoto nascono una bimba e la speranza
Sara Costantini - Città del Vaticano
Nel cuore della distruzione, dove la terra ha tremato lasciando migliaia di morti e villaggi ridotti in polvere, è nata una bambina. Non in una sala parto, né sotto la protezione di un tetto, ma in mezzo alle macerie del terremoto che ha devastato l’Afghanistan nei giorni scorsi. Ad assistere la neonata e la mamma, c’era un’ostetrica che da quattro anni lavora con Save the Children. L’operatrice sanitaria ha camminato per ore tra strade rese impraticabili dalle rovine. Aveva solo un piccolo kit di primo soccorso, ma non si è tirata indietro. «La bambina è nata in mezzo agli alberi, senza protezione. È stata una situazione difficile, ma mi sento sollevata perchè sono riuscita ad aiutare mamma e bimba», ha raccontato. Subito dopo ha lanciato un appello:«Come ostetrica e medico, chiedo alle organizzazioni umanitarie di fornire supporto alle comunità colpite, soprattutto alle donne»
Speranza tra le rovine
La nascita tra le macerie porta con sé un messaggio di speranza, ma non cancella il dolore di un Paese piegato dalla tragedia. Il sisma e le scosse di assestamento che hanno continuato a colpire l’Afghanistan orientale hanno ucciso oltre 2.200 persone, distrutto più di 5.000 abitazioni e lasciato almeno 260.000 bambini senza casa. 280 minori sono rimasti orfani. Tra le voci che arrivano dai villaggi devastati c’è quella di Ulta. Ferito e privato di tutto racconta: « Non posso fare nulla per i miei figli perchè non ho niente. Tutto quello che ho potuto fare è stato portarli in un posto più sicuro. Tutto ciò che possedevamo è sepolto sotto le macerie. In quel momento non potevamo pensare agli oggetti, le nostre vite erano in pericolo e abbiamo solo cercato di metterci in salvo».
Protezione e aiuto immediato
Davanti a questo scenario, Save the Children ha rafforzato il proprio impegno. Nella provincia di Kunar l’organizzazione ha allestito spazi sicuri per bambini, luoghi in cui i più piccoli possono ricevere sostegno, giocare e ritrovare, almeno per qualche ora, un senso di normalità. Sono stati inoltre predisposti punti di distribuzione di acqua potabile e servizi igienici mobili, mentre quattro équipe mediche operano senza interruzione per soccorrere feriti, neonati, madri e anziani.
L’appello alla comunità internazionale
«I bambini stanno sopportando un dolore terribile: molti di loro hanno perso le persone più care e le loro case, mentre le scosse di assestamento continuano a ricordare loro la paura vissuta durante il terremoto», ha dichiarato Samira Sayed Rahman, direttrice dei Programmi e della Advocacy di Save the Children in Afghanistan. L’appello di Rahman è rivolto alla comunità internazionale, perché non volga lo sguardo altrove. «Le nostre squadre sanitarie mobili stanno operando in condizioni estremamente difficili per aiutare le persone colpite. È fondamentale che la comunità internazionale non distolga lo sguardo dall’Afghanistan. Servono fondi di emergenza immediati. Senza un’azione immediata e continuativa, la salute, la sicurezza e il benessere dei più piccoli sono a rischio».
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