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Il presidente bielorusso Aljiaksandr Lukashenko Il presidente bielorusso Aljiaksandr Lukashenko 

Belarus, la Ue ribadisce la condanna al regime di Lukashenko

A cinque anni dalle elezioni che permisero il settimo mandato di Aljiaksandr Lukashenko, la Commissione europea conferma la non legittimità della presidenza del Paese e condanna il coinvolgimento del Paese nell’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraina

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

Dura presa di posizione della Commissione europea nei confronti del governo di Belarus in occasione della quinta ricorrenza delle elezioni che hanno garantito al leader Aleksander Lukashenko di mantenere il controllo del Paese. La stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen su X ha voluto ribadire che il “sostegno al popolo bielorusso resta fermo", definendo allo stesso tempo le elezioni del 2020 “fraudolente”.

Lukashenko annuncia il possibile ritiro

In un’intervista rilasciata alla rivista statunitense Time per l’anniversario della sua rielezione, Lukashenko, al potere da oltre 30 anni, ha dichiarato di non avere intenzione di candidarsi per un nuovo mandato presidenziale, spingendosi ad escludere una possibile successione del figlio Nikolai. Secondo i risultati ufficiali del 2020, Lukashenko fu rieletto con circa l'80 per cento dei voti, mentre la principale candidata dell'opposizione, Svetlana Tsikhanouskaya, ottenne solo il 10 per cento delle preferenze. L'elezione fu ampiamente contestata e migliaia di cittadini bielorussi scesero in piazza, specialmente nella capitale Minsk, per protestare.

La nota della Commissione

Con una presa di posizione ufficiale, pubblicata sul sito della Commissione europea, i vertici di Bruxelles ribadiscono che “l'Ue non riconosce i risultati delle elezioni presidenziali in Bielorussia dell'8 agosto 2020 e condanna tali elezioni in quanto non sono state né libere né regolari. Ritiene che Aleksandr Lukashenko sia privo di legittimità democratica”. Tra il 2020 e il 2024 il Consiglio ha ribadito in varie occasioni la sua profonda preoccupazione per le violazioni dei diritti umani in Bielorussia e ha espresso sostegno al diritto democratico del popolo bielorusso di eleggere il proprio presidente attraverso nuove elezioni libere e regolari, senza alcuna interferenza esterna.

Il sostegno Ue all’opposizione

"Non ci fermeremo finchè non saranno liberati tutti gli oltre 1.000 prigionieri politici”, ha detto ai media von der Leyen, assicurando che: "Quando arriverà il momento della transizione democratica, l'Unione europea sarà pronta a mobilitare un pacchetto di sostegno di 3 miliardi di euro per un Paese democratico”.  Ricercata in patria per cospirazione, Svetlana Tsikhanouskaya, considerata dall’Ue la presidente eletta nel 2020, conduce la sua attività di opposizione dall’esilio, in Lituania. Solo recentemente è stata raggiunta dal marito, liberato a giugno dopo 5 anni di carcere in seguito a un incontro a Minsk tra Lukashenko e l'inviato speciale del presidente Usa, Keith Kellog.

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09 agosto 2025, 12:53