Ucraina, gocce di umanit¨¤ contro la guerra
Svitlana Dukhovych ¨C Città del Vaticano
Prima della guerra in Ucraina l¡¯associazione ¡°La Memoria Viva¡± aveva come obiettivo quello di trasmettere ai più giovani la coscienza di ciò che gli orrori del passato avevano rappresentato per una grande fetta di umanità. L¡¯impegno dell¡¯associazione e dei volontari si concentrava soprattutto sui drammi del secondo conflitto mondiale e in particolare sulla memoria di quanto avvenuto nel campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. Questo finché il 24 febbraio 2022 la Russia ha avviato la campagna di invasione dell¡¯Ucraina. Quel giorno tutto è cambiato, l¡¯Europa intera è cambiata.
La vocazione umanitaria dell'associazione
¡°Lidia Maksymowicz, una delle nostre più importanti testimoni degli orrori dei campi di concentramento, sopravvissuta agli esperimenti del dottor Mengele, ci ha subito contattato da Cracovia quando sono arrivate le prime mamme con bambini in fuga dalla guerra. Ci siamo subito attivati e di lì è partita la nostra prima missione, era il 26 febbraio del 2022. Da Castellamonte, in provincia di Torino, siamo partiti con un pulmino carico di pannolini, prodotti per l'igiene, vestiti¡±. A parlare con i media vaticani è Roberto Falletti, rappresentante dell'associazione umanitaria ¡°La Memoria Viva ¨C Umanità senza confini¡± che ripercorre l¡¯impegno dell¡¯associazione in favore della popolazione ucraina colpita dalla guerra. ¡°Ormai siamo arrivati alla 68.ma missione umanitaria, ¨C spiega Falletti ¨C che ci ha permesso di donare due ambulanze delle Misericordie della Toscana per aiutare anziani invalidi nella regione di Kharkiv e in quella di Donetsk, almeno in quella parte ancora abbiamo portato anche medicine, pannolini e soprattutto medicinali per il diabete. Possono essere considerate solo delle piccole gocce, però di grande umanità, perché vogliamo che il popolo ucraino non si senta solo".
Si ricorda la vostra prima missione all¡¯inizio della guerra nel 2022?
La prima missione è stata a Medyka in Polonia. All¡¯inizio siamo arrivati con un furgone carico di aiuti, poi siamo passati a un minibus da 9 posti per arrivare a un pullman da 54 posti per portare in Italia mamme, bambini, anziani e persone con disabilità. Grazie al sostegno della Regione Piemonte e a una rete di persone amiche abbiamo fatto curare tantissime persone. Inoltre grazie alla CEI, alla Caritas Italiana, ma soprattutto grazie al cardinale Matteo Zuppi, siamo riusciti a portare queste persone all'ospedale Don Gnocchi e in altre strutture per ricevere le cure di cui avevano bisogno.
Ha detto che avete compiuto 68 missioni in Ucraina. Lei personalmente ha partecipato ad ogni missione?
Ne ho saltata qualcuna, perché siamo tutti volontari e non sempre è possibile ritagliarsi lo spazio che si vorrebbe lasciando le nostre attività lavorative, ma ci teniamo sempre tanto perché siamo convinti che solo chi vive gli orrori della guerra può capire e aiutare chi ne è vittima. Io personalmente sono cambiato molto dalla prima missione nel 2022 e oggi non posso pensare ad altro che ritornare in Ucraina per portare aiuti. Noi aiutiamo soprattutto anziani, bambini, orfani e invalidi, tutte persone che hanno veramente bisogno di noi. E la preghiera più grande, oltre a quella che faccio tutte le sere alla Madonna affinché il suo manto riesca a porre fine a questa tragedia e si raggiunga la pace, è quello di sensibilizzare il più possibile perché ormai si avvicina il quarto inverno. E questo significa di nuovo avere problemi di riscaldamento, di corrente, problemi di indumenti per chi rimane nelle zone del fronte.
Qual è la situazione dei civili in Ucraina?
I colleghi di Kramatorsk nella regione di Donetsk mi hanno fatto vedere un'ambulanza crivellata di colpi, perché i russi colpiscono di proposito ambulanze, mezzi dei vigili del fuoco, mezzi della polizia per creare il terrore affinché la popolazione civile lasci le case e loro possano distruggere tutto. Questo è quello che sta succedendo nella regione Donetsk, in una parte della regione di Kharkiv, a Sumy e sono le cose che i miei occhi hanno visto.
Come organizzate di solito le vostre missioni umanitarie? In quanti partite per l¡¯Ucraina?
Una volta che abbiamo raccolto i generi di prima necessità e i medicinali nella nostra sede organizziamo il viaggio. Per non mettere a rischio le persone, alcuni volontari arrivano solo al confine con la Polonia e io con un altro collega entriamo in Ucraina, ovviamente avvisando l'Ambasciata dell¡¯Italia che ci aiuta a passare la frontiera. Poi ci dirigiamo verso le zone del fronte. Di solito cerco di andare in Ucraina con un mezzo al mese. Il vero rischio è rappresentato dal fatto che sempre più spesso viene presa di mira la popolazione civile, non gli obiettivi militari. La guerra oggi, purtroppo, fatta di droni e di bombe guidate, è più che altro rivolta a terrorizzare la popolazione civile.
Sono passati oltre tre anni e mezzo dall¡¯inizio dell¡¯invasione. Riuscite ancora a sensibilizzare le persone in Italia?
Non più come prima. In Italia spesso sentiamo questa guerra talmente lontana che ormai ci siamo quasi abituati. Il vero problema è che ci dimentichiamo, per esempio, che da Torino a Palermo è la stessa distanza che da Torino a Leopoli, quindi in realtà è una guerra molto vicina. Ci dimentichiamo che gli ucraini stanno combattendo per la loro libertà, ma anche per la libertà dell'Europa e la libertà di una società civile che chiede di vivere nella propria terra libera senza avere paura che un aggressore possa pensare di conquistarla. Non possiamo fare altro che pregare e cercare per quello che possiamo, come società civile, di stare vicino al popolo ucraino con quello che abbiamo. E questo è quello che io cercherò di fare finché il buon Dio mi aiuta e finché la mia forza mi sorriderà.
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