Ucraina, la strada non facile per la costruzione della pace
Luca Collodi - Città del Vaticano
All'indomani del vertice tra Trump e Putin in Alaska, Zelensky annuncia che lunedì incontrerà il presidente Usa a Washington 'per discutere tutti i dettagli relativi alla fine della guerra'. Il presidente ucraino accoglie con favore la proposta di un incontro trilaterale Ucraina-Usa-Russia e assicura il massimo impego di Kyiv per raggiungere la pace. Intanto Trump ha informato Zelensky e i leader Ue, tra i quali la premier italiana Meloni, dei risultati del vertice. Una lunga telefonata iniziata tra il presidente Usa e l'omologo ucraino, poi allargata agli altri. Trump ha riferito che Putin non vuole un cessate il fuoco ma preferisce un accordo globale per porre fine alla guerra. Lo stesso Trump ha definito la telefonata con il leader ucraino e quella con la Nato 'non facile'. "Forse si può dire che le cose sono in movimento", afferma il rettore dell'Università Lumsa di Roma, Francesco Bonini.
"Il movimento dovrebbe essere verso la pace - ci dice - o più esattamente dovrebbe essere verso un un grande accordo generale di stabilizzazione". Si tratta di un obiettivo molto ambizioso, prosegue Bonini, "ed è evidente che i risultati, almeno quelli pubblici, non possono che essere interlocutori". Sulla possibilità di ulteriori momenti di incontro, magari allargati, il rettore della Lumsa commenta che "può essere sicuramente una buona notizia per una situazione mondiale assolutamente complicata, conflittuale e di difficile lettura".
Professor Bonini, l'incontro è stato definito "costruttivo e produttivo", ma entrambi i presidenti hanno detto che non c'è un accordo.
Credo che l'accordo sia probabilmente in definizione, perché non può che essere un accordo a molte facce. Il tema della guerra in Ucraina è sicuramente quello più urgente, direi il più evidente a livello mondiale ed è una delle questioni di un equilibrio complessivo da ritrovare di cui gli Stati Uniti sono certamente l'attore principale e la Russia un attore significativo ma che appunto deve essere ricompreso in un quadro, che si potrebbe definire prismatico. E'evidente che non tutto si può dire e bisogna anche lasciare spazio alla diplomazia più tradizionale, cioè quella che non si muove sotto i riflettori, ma che lavora dietro le quinte.
La Russia ha invitato l'Unione Europea a non ostacolare l'accordo.
Indubbiamente, afferma il Rettore della Lumsa, quello dell'Unione Europea è un ruolo cruciale e molto delicato. L'Unione fin dall'inizio è apparsa un sostenitore senza se e senza ma di Kyiv, quindi non ha e non non si è ritagliata un ruolo negoziale. Certamente è molto importante il sostegno a Kyiv e, per questo, l'Europa gioca un ruolo molto significativo. E' ovvio che dovrà ora trovare le modalità per sostenere lo sforzo americano. L'Unione europea non può che ritrovare un ruolo politico a livello mondiale. Questa è la grande sfida e il grande passaggio al quale sono attesi i vertici europei che certamente devono sostenere un compito probabilmente superiore alle loro stesse forze.
Può essere un altro passaggio verso la pace in Ucraina, un passaggio significativo. Dovremo vedere anche le le reazioni ucraine, ma credo anche che tra l'opinione pubblica e i vertici ucraini si comincia a diffondere l’idea che sia necessario arrivare ad un percorso di pace, così come anche nell'opinione pubblica russa. Certo una visita di Trump a Mosca sarebbe un evento spettacolare, come piace probabilmente allo stesso Trump.
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