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Migranti messicani a Tijuana Migranti messicani a Tijuana 

Migranti intrappolati in America centrale: il grido d'allarme di Msf

Centinaia di migliaia di migranti vivono in condizioni difficili, bloccate in Messico e in altri Paesi centroamericani a causa delle politiche resitrittive varate dall'amministrazione di Washington. “Questa sofferenza è deliberatamente resa invisibile, nascosta dalla narrativa imprecisa secondo cui la migrazione si è fermata", denuncia Medici Senza Frontiere nel rapporto "Unwelcome"

Sara Costantini - Città del Vaticano

Le politiche migratorie dell’amministrazione statunitense, sempre più restrittive, hanno lasciato centinaia di migliaia di persone in cerca di asilo intrappolate tra il Messico e i Paesi dell’America Centrale, in condizioni di insicurezza e continue violenze. È quanto emerge dal rapporto di Medici Senza Frontiere (Msf) "Unwelcome Il devastante impatto delle nuove politiche migratorie negli Stati Uniti, Messico e America centrale".  “Queste politiche, unite alla drastica riduzione degli aiuti umanitari, hanno avuto un impatto devastante sulle persone in cerca di sicurezza”, afferma Franking Frías, vicedirettore delle operazioni di Msf in Messico e America centrale. “Questa sofferenza è deliberatamente resa invisibile, nascosta alla narrativa imprecisa secondo cui la migrazione si è fermata”.

Barriere all’asilo e disperazione diffusa

Dallo scorso gennaio gli Stati Uniti hanno bloccato le principali vie legali di accesso all’asilo, come la possibilità di presentare domanda tramite l'App CupOne e il permesso umanitario. A questo si aggiungono i trasferimenti forzati, separazioni familiari e respingimenti verso Paesi terzi. “Ci sentiamo abbandonati e non protetti. Non abbiamo mai voluto entrare illegalmente. Vogliamo solo dare una vita migliore ai nostri figli”, racconta una donna honduregna bloccata a Reynosa, nel nord del Messico, dopo che l’app CupOne è stata chiusa 3 giorni prima del suo appuntamento. Tornare nei Paesi d’origine spesso non è un’opzione, a causa di violenze, crisi economiche o persecuzioni. “Ci è stato dato un ultimatum di 24 ore per pagare una somma che non avevamo. Migrare è stata una decisione urgente per salvarci la vita”, racconta una donna salvadoregna a Tapachula, nel sud del Messico.

Un sistema che rende invisibili

L’insicurezza lungo la rotta è allarmante: rapimenti, estorsioni, sfruttamento lavorativo e violenza sessuale sono all’ordine del giorno. Un uomo venezuelano bloccato a Ciudad Juarez, nel nord del Messico, racconta di essere stato prigioniero per 60 giorni, torturato e liberato solo dopo il pagamento di un riscatto da parte di alcuni suoi familiari. Le conseguenze psicologiche di queste esperienze sono devastanti. “I sintomi sono sempre più intensi. Vivono con molta pressione e stress”, spiega Lucía Samayoa, coordinatrice del progetto Msf a Tapachula. “Molti necessitano di cure farmacologiche e di un processo terapeutico lungo e strutturato”. Lo smantellamento delle strutture di accoglienza ha reso i migranti ancora più vulnerabili e invisibili, soprattutto nelle zone periferiche, dove vivono senza accesso a servizi di base per paura di essere perseguiti, detenuti o trasferiti forzatamente. “Oggi le persone migranti sono meno raggiungibili e il sistema umanitario è impreparato ad affrontare i loro bisogni complessi”, aggiunge Frías. “Dietro ogni politica c’è un impatto sulle persone: sopravvissuti alla tortura, famiglie in fuga dal pericolo, bambini che attraversano da soli i confini”.

Un'emergenza anche sanitaria

Tra gennaio 2024 e maggio 2025, l’equipe di Msf hanno fornito oltre 90.000 visite mediche, 11.850 visite per la salute sessuale e riproduttiva, quasi 3.000 assistenze a sopravvissuti di violenze e circa 17.000 sessioni individuali di salute mentale, in gran parte legati proprio a traumi da violenze subite dai migranti. Questi interventi si sono svolti in Messico, Guatemala, Honduras, Costa Rica e Panama, ma rappresentano solo una parte del bisogno reale. Medici Senza Frontiere rivolge un appello urgente a tutti i governi coinvolti affinché abbandonino le strategie di deterrenza e adottino politiche migratorie umane, garantendo il diritto d'asilo, le cure mediche e ka protezione lungo la rotta migratoria latinoamericana. “La salute, la sicurezza e la dignità dei migranti sono obblighi legali e morali. Tutti i governi della regione devono agire ora per proteggere e non punire le persone in cerca di sicurezza, e istituire vie legali e sicure per loro”, conclude Msf.

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13 agosto 2025, 13:55