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L'orologio della stazione di Bologna fermo sull'ora dell'attentato del 1980 L'orologio della stazione di Bologna fermo sull'ora dell'attentato del 1980

Mattarella: la strage di Bologna, un segno indelebile di disumanità

Il Presidente della Repubblica italiana ha ricordato oggi il 45mo anniversario del più grave attentato terroristico della storia del Paese, la bomba alla stazione del capoluogo emiliano che, il 2 agosto del 1980, causò la morte di 85 persone e oltre 200 feriti. “I tanti morti innocenti la immane sofferenza dei familiari, lo sconvolgimento di una città e, con essa, dell’intera comunità nazionale, è nella memoria del Paese”

Sara Costantini – Città del Vaticano

Quello alla stazione di Bologna fu un attentato che colpì profondamente l’Italia, nel pieno dell’esodo estivo, in un luogo simbolo di passaggio e incontro: la stazione della città. In quell’esplosione si spensero vite umane, si spezzarono famiglie e si incrinò per sempre il senso di fiducia collettiva. Un attacco che arrivò dopo anni di tensioni nel Paese, già segnato da altre stragi e dal rapimento e dalla uccisione del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, avvenuto nel 1978.

Il 2 agosto 1980

45 anni fa, la stazione di Bologna è affollata come ogni 2 agosto. Alle 10:25, una bomba nascosta in una valigia esplode nella sala d’aspetto di seconda classe. L’attentato terroristico causa 85 morti e oltre 200 feriti e diviene il più grave della storia del Paese. In un messaggio il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, ricorda come “la strage della stazione di Bologna” abbia “impresso sull’identità dell’Italia un segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali e, con essi, la nostra stessa convivenza civile”. Il presidente ricorda le drammatiche immagini che devastarono l’opinione pubblica, “i corpi straziati, i tanti morti innocenti, la immane sofferenza dei familiari, lo sconvolgimento di una città e, con essa, dell’intera comunità nazionale, è nella memoria del Paese”.  Sottolinea poi la risposta ferma e pronta espressa da Bologna, dalla regione Emilia-Romagna e dall’Italia tutta, attraverso la solidarietà e “respingendo il disegno destabilizzante, le complicità presenti anche in apparati dello Stato, le trame di chi guidava le mani stragiste”.

Il messaggio alle famiglie delle vittime

Mattarella si rivolge poi alle famiglie delle vittime, rinnovando loro i “sentimenti di vicinanza”, quali “espressione di una comunità coesa che aderisce a quei principi democratici, che gli artefici della strage volevano cancellare, generando paura per minare le istituzioni, cercando di spingere il Paese verso derive autoritarie, con responsabilità accertate grazie al tenace lavoro di Magistrati e servitori dello Stato”. Il presidente conclude quindi il suo messaggio esprimendo gratitudine da parte della Repubblica italiana verso l’Associazione dei familiari delle vittime, “che ha sempre tenuto accesa la luce sul percorso che ha portato a svelare esecutori e mandanti, prezioso esempio di fedeltà ai valori costituzionali, specie per i giovani”.

Le condanne

Dopo anni di indagini, processi complessi e depistaggi sistematici, arrivarono le condanne per mandanti ed esecutori materiali, membri dei Nuclei Armati Rivoluzionari. Ma non si trattò di un gesto isolato: le inchieste nel tempo hanno dimostrato l’esistenza di una fitta rete di complicità e coperture, orchestrata da vertici della loggia P2, ufficiali deviati dei servizi segreti e figure di rilievo politico. 

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02 agosto 2025, 15:22