Israele approva il piano per dividere la Cisgiordania
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
Un fiume di militari israeliani pronti a riversarsi sulla Striscia di Gaza e l'approvazione definitiva del controverso progetto di un nuovo insediamento in Cisgiordania che dividerebbe di fatto il territorio in due, impedendo la nascita di un futuro Stato palestinese. Il ministro della Difesa , Israel Katz, ha confermato che saranno richiamati 60mila riservisti e che è stato esteso di circa un mese il servizio per molti di coloro che sono già operativi. A un certo punto dell'offensiva contro Gaza potrebbero esserci in totale circa 130.000 riservisti, informa lo Stato maggiore.
Nuovi insediamenti in Cisgiordania
Israele ha dato l'approvazione definitiva al controverso progetto di insediamento in Cisgiordania che secondo i palestinesi e le organizzazioni per i diritti umani, potrebbe distruggere i piani per un futuro Stato palestinese. Lo sviluppo dell'insediamento nella zona denominata E1, un'area aperta a est di Gerusalemme, è in discussione da oltre vent'anni, ma è stato congelato a causa delle pressioni degli Stati Uniti durante le precedenti amministrazioni. Il piano prevede circa 3.500 appartamenti per espandere l'insediamento di Maale Adumim, ha detto giovedì scorso il ministro delle Finanze ed esponente dell'estrema destra Bezalel Smotrich durante una conferenza stampa. Smotrich ha presentato l'approvazione del piano come una risposta ai paesi occidentali che nelle ultime settimane hanno annunciato i loro piani per riconoscere uno Stato palestinese.
La protesta dell'Anp
"La decisione israeliana trasforma la Cisgiordania in una vera e propria prigione". Con queste parole, l'Autorità Palestinese ha duramente condannato - attraverso un comunicato - l'approvazione, da parte di Israele, del progetto chiave per la costruzione di 3.400 nuove abitazioni nei territori occupati. Il ministero degli Esteri palestinese ha espresso una ferma opposizione alla misura, sostenendo che essa "trasforma ancora di più la divisione della Cisgiordania occupata in zone e cantoni isolati, disconnessi geograficamente e somiglianti a vere e proprie prigioni, dove gli spostamenti sono possibili solo attraverso posti di controllo dell'occupazione, nel mezzo del terrore delle milizie di coloni armati disseminate in tutta la Cisgiordania". Il governo palestinese ha inoltre avvertito che la decisione israeliana rischia di compromettere definitivamente la prospettiva di una soluzione negoziata al conflitto.
Evacuazione da Gaza per un milione di palestinesi
Oltre un milione di palestinesi saranno sfollati, costretti a spostarsi da Gaza City verso il sud dell'enclave palestinese martoriata dalle operazioni militari che vanno avanti dall'attacco lanciato in Israele da Hamas il 7 ottobre 2023. I militari affermano, si legge sul Times of Israel, che verranno allestiti più siti per la distribuzione di aiuti e almeno altri due ospedali dal campo, mentre dovrebbe tornare ad essere operativo l'European Hospital nel sud della Striscia. Intanto al Jezeera ha diffuso i nuovi numeri del massacro in corso nell’enclave palestinese: secondo le autorità di Gaza sono quasi 19mila i bambini tra gli "oltre 62mila palestinesi uccisi" dall'avvio delle operazioni militari israeliane.
Offensiva già in corso
L’offensiva israeliana per l’occupazione di Gaza – secondo le informazioni della Difesa - è già entrata nella sua fase preparatoria. I militari, riporta il Times of Israel, hanno confermato che l'operazione denominata 'Carri di Gedeone II' è iniziata con un'offensiva alla periferia di Gaza City, con la Brigata Nahal, unità di fanteria, e la Settima brigata corazzata che hanno operato nella zona di Zeitoun mentre la Brigata di fanteria Givati ha avviato una nuova offensiva nell'area di Kafr Jabalia, a nord di Gaza City. L'offensiva a Gaza City è prevista come un'operazione per fasi, a cominciare dallo sgombero dei civili nella zona, poi la città verrà accerchiata e le truppe inizieranno a muoversi verso l'interno.
Le proteste in Israele
In Israele, intanto, il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi ha chiesto un incontro urgente con il ministro della Difesa e il capo di Stato Maggiore delle Idf nel timore di conseguenze per gli ostaggi trattenuti nell'enclave palestinese dopo il via libera alla nuova operazione. "Approvare i piani per l'occupazione di Gaza, mentre c'è un accordo sul tavolo in attesa dell'approvazione di Netanyahu è una pugnalata al cuore per le famiglie", affermano in una dichiarazione, convinti che "il piano che avrebbe dovuto essere approvato era quello per il ritorno di tutti gli ostaggi".
Diplomazia in stallo
I mediatori arabi, guidati dal Qatar, continuano a credere in un cessate il fuoco a Gaza, e dopo il sì di Hamas alla nuova proposta di accordo sperano in un gesto di buona volontà anche da parte di Israele, ma il negoziato resta appeso ad un filo sottile. Benyamin Netanyahu ha fatto filtrare di non aver cambiato idea e di accettare soltanto il rilascio immediato di tutti gli ostaggi, e non in due tempi come proposto. Nel frattempo il premier israeliano si è scagliato contro Emmanuel Macron, in una lettera in cui lo accusa di "alimentare il fuoco dell'antisemitismo" con il suo progetto di riconoscere lo Stato di Palestina. Secca la replica di Parigi: "Sulla lotta all'antisemitismo non prendiamo lezioni da nessuno". E questo morbo che "avvelena le nostre società europee, con un'accelerazione di atti violenti dopo il 7 ottobre, non può essere strumentalizzato".
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