Ad Haiti infanzia sotto assedio. L'Unicef: bambini prime vittime delle gang
Sara Costantini - Città del Vaticano
Ad Haiti l’infanzia non è soltanto spettatrice innocente della violenza, ma ne è diventata la vittima principale. I bambini sono sempre più esposti alla brutalità dei gruppi armati che li trasformano in strumenti di guerra e sfruttamento. I dati diffusi dall’Unicef parlano chiaro: nel Paese i più piccoli vivono una tragedia che ogni giorno ne minaccia la sicurezza, la dignità e il futuro. «Ciò che è allarmante è l’aumento quasi del 700 per cento dei casi di reclutamento e sfruttamento di bambini», ha dichiarato la direttrice esecutiva dell’Unicef, Catherine Russell nel suo intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. «È importante ricordare che questi sono solo i casi che siamo stati in grado di verificare. Riteniamo che le cifre reali siano molto più alte».
Bambini sotto assedio
Il rapporto presentato dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia rivela un quadro drammatico e in continuo peggioramento. Oltre al reclutamento forzato, nel primo trimestre del 2024 si è registrato un aumento del 25 per cento degli stupri su minori e un incremento del 54 per cento degli omicidi e delle mutilazioni. Sono stati documentati anche casi di esecuzioni sommarie di bambini, un orrore che mette in evidenza come la violenza dei gruppi armati non conosca più limiti e non risparmi nemmeno i più innocenti.«Il reclutamento e l’impiego di bambini da parte di gruppi armati è dilagante», ha aggiunto Russell. «Stimiamo che i bambini rappresentino attualmente un sorprendente 50 per cento dei membri attivi delle gang». Secondo la direttrice, i minori non vengono soltanto costretti a imbracciare le armi o combattere in prima linea, ma sono anche obbligati a trasportare munizioni, a svolgere lavori domestici o logistici e a vivere sotto costante minaccia, subendo traumi che segneranno per sempre le loro vite.
Crescita drammatica della violenza
La testimonianza raccolta da Russell nel corso della sua recente visita ad Haiti ha reso ancora più evidente l’abisso di violenza in cui il Paese è precipitato. «Anche i bambini sono vittime di orribili abusi sessuali che hanno raggiunto livelli senza precedenti», ha denunciato. Nel 2024 il numero di caso segnalati di violenza sessuale contro i minori è aumentato del 1.000 per cento rispetto all’anno precedente.I dati delle Nazioni Unite parlano da soli. Nel corso di quest’anno sono stati verificati 2.269 attacchi gravi contro 1.373 bambini: 213 uccisi, 138 mutilati e 302 arruolati con la forza. «Si tratta di un aumento di quasi cinque volte rispetto al 2023», ha sottolineato Russell, precisando che le cifre sono state raccolte attraverso un lavoro d’indagine e di verifica, ma che restano comunque delle stime parziali. «La realtà sul terreno — ha aggiunto — è ancora più complessa, perché nessuno può dire con certezza quanti siano i membri delle gang e, di conseguenza, quanti bambini siano coinvolti».
Un forte appello
La capitale Port-au-Prince resta il centro di questa spirale di violenze. Oggi quasi interamente sotto il controllo delle bande, è diventata una città assediata dove interi quartieri vivono sotto la legge dei gruppi armati. Nonostante la presenza da oltre un anno della Missione multinazionale di supporto alla sicurezza, la violenza continua ad aumentare e i civili, soprattutto i più piccoli, rimangono senza protezione. «Ad Haiti i bambini stanno pagando il prezzo più alto della guerra tra gang», ha ribadito Russell, che ha chiesto ai membri del Consiglio di Sicurezza di proteggere i minori, di esigere la fine degli attacchi contro scuole e ospedali, il rilascio immediato dei bambini arruolati e la garanzia di un accesso sicuro e senza ostacoli agli operatori umanitari.Infine, ha rivolto un appello ai donatori. «Chiediamo che dimostrino solidarietà con il popolo haitiano e contribuiscano alle richieste di finanziamento», ha affermato Russell. L’Onu, tramite un’informativa al Consiglio di sicurezza, ha ricordato che Haiti è «il Paese meno finanziato tra tutti i nostri appelli umanitari».
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui