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L'ospedale Nasser colpito a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza (Reuters) L'ospedale Nasser colpito a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza (Reuters) 

Gaza, altri 5 giornalisti uccisi in un raid sull'ospedale Nasser

Almeno 20 i civili vittime dell'attacco alla struttura sanitaria nell'area di Khan Yunis. Fa discutere la campagna di Israele che ha inviato 10 influencer a Gaza per smentire con video postati sui social lo stato di carestia della popolazione, come invece ha denunciato l'Onu. Operazioni militari dell'Idf anche in Yemen

Roberto Paglialonga - Città del Vaticano

L’annunciata massiccia offensiva dovrebbe scattare a inizio settembre, quando circa 60.000 riservisti dovrebbero entrare in servizio. Ma da giorni Gaza City è nella morsa dell’esercito israeliano. Dall’alba di oggi il bilancio dei civili uccisi negli attacchi dell’Idf è di quasi 30. I raid sono stati effettuati nel nord-ovest della principale città della Striscia, ma morti sono stati registrati anche nel centro, nei pressi di Deir el-Balah, e nel sud. Nell’area di Khan Yunis, in particolare, riferiscono le autorità palestinesi, è stata colpita nuovamente una struttura sanitaria. Si tratta dell’ospedale Nasser, dove sono state uccise almeno 20 persone, tra cui cinque giornalisti (alcuni lavoravano per Reuters, Al Jazeera e Associated Press). Il numero degli operatori dei media uccisi durante il conflitto scoppiato il 7 ottobre sarebbe così ora salito a 244, secondo calcoli dei responsabili di Hamas. Ieri le vittime civili sono state invece 34, una decina delle quali colpite mentre erano in attesa di ricevere aiuti umanitari.

Israele invia influencer a Gaza: "Qui pieno di cibo" 

Ed è proprio su questo punto — la distribuzione di cibo e viveri e lo «stato di carestia», ufficialmente dichiarato alcuni giorni fa nel rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), sostenuto dalle Nazioni Unite — che la guerra diventa anche guerra per la verità. Con il rischio, però, che la propaganda abbia la meglio sull’informazione. Fa discutere la campagna video voluta dal governo di Benjamin Netanyahu, affidata alla mano di dieci influencer statunitensi e israeliani, fatti entrare nella Striscia per «rivelare la verità» sulle condizioni umanitarie dei palestinesi, proprio mentre da mesi la stampa internazionale chiede — senza risultato — di poter documentare quanto sta avvenendo sul campo. Il tour, si legge in una nota del ministero israeliano per gli Affari della diaspora, ripresa dal quotidiano «Haaretz», «si è svolto nell’ambito della lotta contro la campagna di Hamas per screditare Israele sulla scena internazionale». Gli influencer hanno messo in rete contenuti dai centri gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenendo che a Gaza «sia pieno di cibo», bollando come menzogne informazioni contrarie, e attaccando membri dell’Onu a Gaza «per non aver fatto nulla».

La denuncia dell'Onu: "Situazione umanitaria catastraofica"

Ma la direttrice esecutiva del World Food Programme, Cindy McCain, sulla scia del report dell’Ipc, è tornata a sottolineare che la situazione alimentare è «catastrofica» e la malnutrizione «molto grave», ribadendo che le attività umanitarie sono ostacolate dalle azioni dei militari israeliani. Secondo Hamas sono 289 i morti per fame nell’enclave.

Nuovi attacchi dell'Idf in Yemen

Martedì è previsto il prossimo gabinetto politico che discuterà della conquista di Gaza City e della situazione dei sequestrati. Lo stesso giorno il Forum delle famiglie degli ostaggi ha indetto una nuova manifestazione per chiedere a Netanyahu di concludere «l’accordo sul tavolo». Intanto Israele estende le operazioni militari in Yemen, dove ieri è stata pesantemente colpita la capitale Sana’a (sei morti e 86 feriti il bilancio); in Cisgiordania, dove nel villaggio di al Mughayyir bulldozer hanno sradicato centinaia di olivi, fondamentali per l’economia locale; e nel sud della Siria, dove l’Idf è entrato con i carroarmati nella zona di Beit Jinn, periferia di Damasco.

 

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25 agosto 2025, 12:19