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Un barchino in difficoltà nel Mediterraneo Un barchino in difficoltà nel Mediterraneo  (AFP or licensors)

Frontex: flussi migratori in calo nell’Ue

Le rotte che partono dalla Libia rimangono le più frequentate, secondo l'Agenzia europea della guardia di frontiera che, tuttavia, registra nei primi sette mesi dell'anno un calo del 16% negli arrivi complessivi nell'Ue. Almeno mille i morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Forti gli interrogativi sulle ragioni del calo nei flussi migratori. Valerio Landri, Caritas Agrigento: “In Libia e in Tunisia funzionano i sistemi di contenimento, ma a che prezzo?"

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

Gli attraversamenti irregolari delle frontiere verso l'Unione Europea sono diminuiti del 18%, attestandosi a 95.200 unità, nei primi sette mesi del 2025. E' quanto emerge dai dati preliminari sul periodo gennaio-luglio di Frontex. La maggior parte delle principali rotte migratorie ha registrato un calo, sebbene la pressione rimanga elevata su tutte e tre le rotte del Mediterraneo.

Consistenti gli arrivi dal nord Africa

Il Mediterraneo centrale rimane la rotta più trafficata, con due attraversamenti irregolari su cinque verso l'Ue, fa notare l’Agenzia europea della guardia di frontiera. Nonostante il calo complessivo, questa rotta ha registrato quasi 36.700 attraversamenti irregolari, con un aumento del 9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Gli attraversamenti sulla rotta del Mediterraneo occidentale sono aumentati dell'11%, mentre quelli attraverso il Mediterraneo orientale sono diminuiti del 16%, attestandosi a 26.200. Le nazionalità più frequentemente segnalate sono di migranti bengalesi, egiziani e afghani. Anche il bilancio delle vittime rimane elevato e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni stima che 947 persone siano morte quest'anno nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. 

Trafficanti libici sempre più potenti

"La Libia – sottolinea Frontex – continua ad essere il principale punto di partenza. Le reti di trafficanti nel Paese rimangono altamente organizzate e capaci di sfruttare l'instabilità regionale nonostante l'intensificazione delle operazioni anti-migrazione". Tra i percorsi più frequentati ci sono i viaggi a più tappe attraverso Tunisia e Algeria e le rotte alternative attraverso la Turchia e i Balcani occidentali. La rotta dell'Africa occidentale ha registrato un calo del 46% degli arrivi, con 11.600 rilevamenti quest'anno e solo 175 a luglio. Il calo è legato alle più severe misure preventive adottate dai paesi di partenza in collaborazione con l'Ue. In particolare, la Mauritania, che ha rafforzato i controlli alle frontiere, potenziato la sorveglianza e rafforzato le sue politiche migratorie.

Calma inusuale a Lampedusa

Nonostante le rilevazioni di Frontex la pressione migratoria sull’isola di Lampedusa si è fortemente ridotta, con l’ultimo sbarco consistente di migranti avvenuto alla fine di luglio. Nella giornata di ieri sono sbarcate 49 persone provenienti dalla Tunisia tra cui alcuni bambini. “I numeri di quest'anno sono molto più contenuti e quindi anche la macchina dell'accoglienza ha potuto funzionare con maggiore efficienza.” – spiega Valerio Landri, direttore della Caritas diocesana di Agrigento, che prudentemente aggiunge - “La buona stagione è iniziata e durerà ancora per alcuni mesi quindi le cose possono ancora cambiare. Tutto è determinato dagli equilibri geopolitici dell'altra parte del mare”. La situazione attuale lascia comunque aperto l’interrogativo sulle ragioni del calo nei flussi migratori.  “Di fatto ci sono dei sistemi di contenimento che in Libia in Tunisia stanno funzionando. Ma a che prezzo?”.

Ascolta l'intervista con Valerio Landri

I soccorsi in mare continuano

Gli ultimi salvataggi nel Mediterraneo occidentale in ordine di tempo sono stati portati a termine tra il 6 e il 7 agosto dalla nave di Emergency “Life Support”. Al momento è in navigazione verso il porto sicuro assegnato di Savona dove arriverà il 10 agosto con 146 persone a bordo, tra cui almeno una ventina di minori non accompagnati. “Nelle nostre comunità – conferma Valerio Landri – vediamo arrivare tanti minori soprattutto egiziani e che spesso si allontanano dopo pochi giorni. Questa è una preoccupazione perché chiaramente sono ragazzi che non parlano italiano, spesso molto giovani e che rischiano di finire nelle mani delle persone delle persone sbagliate. Credo che questo potrebbe essere un momento importante per provare a ragionare su cosa stiamo facendo per agire sulle cause profonde delle migrazioni e sugli investimenti europei dall'altra parte del Mediterraneo”.

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08 agosto 2025, 13:56