Armenia e Azerbaigian, accordo per la pace mediato da Trump
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
E’ stato accolto in un clima di generale soddisfazione internazionale l’annuncio dell’intesa, siglata ieri alla Casa Bianca tra il premier armeno Nikol Pashinian e il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, con la quale i due leader si impegnano a sottoscrivere un accordo di pace e concludere accordi bilaterali economici con gli Stati Uniti.
L’intesa raggiunta a Washington
L’accordo siglato dal premier armeno e dal presidente dell'Azerbaigian ha l’obiettivo di porre fine a un conflitto ultratrentennale per il controllo della regione del Karabakh, conosciuta a livello internazionale come Nagorno-Karabakh. Quest’area, abitata in larga maggioranza da armeni durante l’epoca sovietica ma situata all’interno dell’Azerbaigian, è stata teatro di numerosi scontri violenti che hanno causato decine di migliaia di morti nel corso dei decenni, mentre i tentativi di mediazione internazionale sono sempre falliti. Più recentemente, l’Azerbaigian ha riconquistato l’intero Karabakh nel 2023.
Il commento del presidente Usa
"Armenia e Azerbaigian sono impegnati a porre per sempre fine a ogni scontro, ad aprirsi al commercio, ai viaggi e alle relazioni commerciali, e a rispettare la reciproca sovranità e integrità territoriale", ha dichiarato Trump che ha anche annunciato di aver sollevato le restrizioni sulla cooperazione militare con Baku imposte da Washington nel 1992. "Oggi stiamo scrivendo una grande nuova pagina di storia", ha dichiarato Aliyev. L'Armenia si è impegnata a garantire "la sicurezza delle connessioni di trasporto" fra l'Azerbaigian e Nakhichevan, mentre Pashinian ha sottolineato che lo sblocco delle connessioni di trasporto regionali attrarranno miliardi di investimenti nell'economia armena. Mostrando riconoscenza per l’opera di mediazione statunitense i due leader hanno annunciato di voler sostenere il nome di Trump per il Nobel per la pace.
Le reazioni di Turchia e Iran
Ankara ha accolto positivamente "i progressi realizzati in vista di una pace duratura fra Armenia e Azerbaigian" e anche l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha accolto positivamente il progresso verso la pace incoraggiando i due Paesi "a fare il possibile per arrivarci" davvero. Anche l'Iran, che confina con il Nakhichevan, accoglie positivamente gli sviluppi di ieri ma denuncia preoccupazione per le "conseguenze negative di qualsiasi intervento straniero in qualsiasi forma, in particolare in prossimità delle frontiere comuni". Interventi stranieri di qualsiasi tipo rischiano di "turbare la sicurezza e la stabilità duratura della regione", precisa una nota del ministero degli Esteri di Teheran.
Soddisfazione dall’Ue
Anche l’Unione europea si congratula con il presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev, e il primo ministro dell'Armenia, Nikol Pashinyan, per la firma della dichiarazione congiunta di pace alla Casa Bianca. "E' un passo decisivo verso una pace e una stabilità durature", scrive su X la commissaria europea per l'Allargamento, Marta Kos, aggiungendo di attendere la sua prossima visita nei due Paesi.
I punti chiave dell’intesa
I due leader hanno concordato di proseguire il processo di demarcazione dei confini che, se in un primo momento aveva portato alla definizione di 13 chilometri di frontiera, è fermo dal 2024. Oltre a venir ribaditi i principi “dell’'inviolabilità dei confini internazionali e dell'inammissibilità di usare la forza per acquisire territori" le parti ribadiscono di voler respingere "ogni tentativo di vendetta ora e in futuro". Separatamente dall’accordo congiunto, sia l’Armenia che l’Azerbaigian firmeranno accordi con gli Stati Uniti per rafforzare la cooperazione nei settori dell’energia, della tecnologia e dell’economia, ha dichiarato la Casa Bianca.
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