Siria, raggiunto l'accordo per un cessate il fuoco a Suwayda
Francesco Citterich - Città del Vaticano
Si riaccendono speranze di pace nella turbolenta provincia a maggioranza drusa di Suwayda, con un’importante comunità cristiana, diventata negli ultimi giorni il nuovo epicentro della crisi siriana. Nel tentativo di fermare l’escalation di violenza, il presidente della Siria, Ahmed al-Sharaa, ha annunciato un cessate-il-fuoco «immediato e totale» nella città sconvolta da una serie di attacchi e ritorsioni tra la comunità drusa e quella sunnita beduina, che in una settimana di scontri hanno provocato oltre 710 morti e 80.000 sfollati. In una nota ufficiale, la presidenza siriana ha invitato tutte le parti coinvolte a rispettare pienamente la tregua e a porre fine alle ostilità in ogni zona del Paese. «Qualsiasi violazione del cessate-il-fuoco sarà considerata una chiara violazione della sovranità», si legge nel comunicato.
L'annuncio degli Stati Uniti
All’alba, le forze di sicurezza siriane hanno iniziato a schierarsi in questa provincia a maggioranza drusa in seguito all’annuncio da parte degli Stati Uniti di un accordo di pace tra Siria e Israele, a tre giorni dall’intervento israeliano che ha pesantemente bombardato il centro della capitale, Damasco, colpendo anche il quartier generale dell’esercito siriano. Israele che in precedenza si era opposto alla presenza delle forze governative siriane nella regione. «Le forze della sicurezza interna hanno iniziato a dispiegarsi nella provincia di Suwayda con l’obiettivo di proteggere i civili e porre fine al caos», ha dichiarato il portavoce del ministero dell’Interno siriano, Noureddine al-Baba, in una nota ufficiale.
La grave situazione umanitaria
La situazione umanitaria nella città di Suwayda — dove manca completamente l’elettricità, l’acqua e l’accesso a Internet — rimane molto grave, denunciano le organizzazioni della società civile, che chiedono l’apertura di corridoi e interventi rapidi a sostegno della popolazione locale. «La città sta affrontando una crisi gravissima da giorni, con condizioni che peggiorano rapidamente e mettono a rischio la vita di migliaia di civili», hanno dichiarato le organizzazioni umanitarie I negozi sono vuoti e il pane è introvabile a causa della chiusura dei forni. L’ospedale pubblico è sopraffatto e fuori servizio, con una gravissima carenza di forniture mediche essenziali, rendendo impossibile curare i feriti e i malati.
L'Onu chiede indagini indipendenti
Le Nazioni Unite, tramite l’Alto commissario dell’Onu per i Diritti umani, Volker Türk, hanno chiesto «indagini indipendenti, tempestive e trasparenti» sulle uccisioni e altre gravi violazioni e abusi dei diritti umani nel sud siriano. «I responsabili devono essere chiamati a risponderne, ha affermato Türk in un comunicato pubblicato a Ginevra: «Questo spargimento di sangue e questa violenza devono cessare e la protezione di tutte le persone deve essere la massima priorità, in linea con il diritto internazionale. È fondamentale che vengano adottate misure immediate per impedire il ripetersi di tali violenze. La vendetta non è la risposta», ha concluso.
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