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Le recenti alluvioni che hanno colpito il Kazakhstan Le recenti alluvioni che hanno colpito il Kazakhstan   (AFP or licensors)

Asia centrale, la speranza di salvare le risorse idriche

Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan hanno recentemente avviato una collaborazione con la prospettiva che la condivisione dell’oro blu, in un periodo di costante siccità, possa migliorare le condizioni umanitarie e diminuire le tensioni nella regione. Pubblicati oggi i dati di Earth.Org sulla situazione idrica nell'area

Emil Sandberg – Città del Vaticano

Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan hanno recentemente firmato un accordo trilaterale per l'assegnazione dell'acqua del bacino di Bahri Tochik, in Tagikistan, durante la stagione del raccolto, da giugno ad agosto. Situato sul corso del Syr Darya, questo è uno dei due fiumi più importanti della regione ed è stato assegnato ai tre Paesi. Al Kazakistan, in particolare, sono stati affidati 499 milioni di metri cubi d'acqua per l'irrigazione agricola, come riportato dall’agenzia di stampa governativa.

La minaccia economica e geografica della siccità

L'acqua in Asia Centrale sta diventando sempre più scarsa, come riferisce l'agenzia di stampa Fides. I cambiamenti climatici e la gestione sconsiderata dell’acqua risalente al periodo sovietico, quando si costruivano canali per irrigare i campi di cotone a decine di chilometri dai letti dei fiumi, hanno fatto sì che i due fiumi più importanti della regione, l'Amu Darya e il Syr Darya, si prosciugassero nei loro tratti finali. Di conseguenza, anche il mare d’Aral si è prosciugato. A ciò si aggiungono oggi la scarsa manutenzione delle infrastrutture, i bassi rendimenti delle colture ad alta intensità idrica e la cattiva gestione dell’acqua dal punto di vista privato. Così, come riferito dai dati pubblicati oggi da Earth.Org, è un sito web di notizie ambientali, in Kazakistan solo il 42% dell'acqua può essere utilizzata. Inoltre, più del 45% dell'acqua disponibile proviene da fonti esterne al Paese, in particolare dai fiumi Irtysh e Ili, in Cina, e dal Syr Darya, nei vicini Kirghizistan e Uzbekistan. In Kazakhstan, a causa della bassa produttività dell’irrigazione, ogni metro cubo d’acqua impiegato in agricoltura produce 0.50 dollari di valore, il livello più basso in Europa e Asia centrale secondo i dati della Banca Mondiale. Per avere un termine di paragone, in Italia ogni metro cubo d’acqua impiegato in agricoltura produce più di 50 dollari di valore (dati Fao). L'inadeguatezza dei servizi igienici costa al governo circa 750 milioni di dollari all'anno, a fronte di 500 milioni di dollari di investimenti necessari per colmare questo divario.

La crisi idrica alla base dei conflitti

Oltre a un potenziale economico rimasto inutilizzato, a seguito di questa crisi idrica si sono verificati episodi di tensione che hanno portato a veri e propri conflitti per il controllo dei corsi d'acqua. Il Kirghizistan è stato il Paese più coinvolto. Nel 2014 si sono verificati scontri al confine con il Tagikistan; nel 2021 è scoppiato un breve conflitto armato e la crisi è proseguita l'anno successivo, causando un centinaio di morti. L'accordo tra i tre Stati ha quindi effetti positivi non solo sull'agricoltura, ma anche sulle politiche energetiche dei Paesi parte e, più in generale, sulla gestione congiunta delle risorse idriche.

Incognite sul futuro

Purtroppo, però, il modello predittivo che Earth.Org ha costruito descrive un futuro incerto. Le risorse interne di acqua dolce rinnovabile sono in declino dagli anni Novanta e le previsioni indicano che questa tendenza continuerà, scendendo potenzialmente da 3.250 metri cubi a 2.750 entro il 2031. Il futuro è ancora da definire e con l'Afghanistan che costruirà il canale Qosh Tepa, che scorrerà a sud del fiume Amu Darya per 285 chilometri e faciliterà la ripresa dell'agricoltura nel Paese, il Turkmenistan e l'Uzbekistan vedranno ridursi le loro forniture di acqua rispettivamente dell'80% e del 15%.

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01 luglio 2025, 15:11