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Una parente del giornalista palestinese Adam Abu Harbid, ucciso durante gli attacchi israeliani a Gaza City, (Bashar Taleb Afp) Una parente del giornalista palestinese Adam Abu Harbid, ucciso durante gli attacchi israeliani a Gaza City, (Bashar Taleb Afp)

Gaza, falliti ancora una volta i negoziati Israele-Hamas

L’inviato di Trump Steve Witkoff ha comunicato il fallimento dei colloqui e il ritiro del team americano da Doha. Intanto la Francia ha annunciato il riconoscimento della Stato di Palestina

Beatrice Guarrera - Città del Vaticano

Mentre la guerra avanza ormai da 22 mesi nella Striscia di Gaza — dove le persone muoiono a migliaia, di fame e di bombe — i negoziati tra Israele e Hamas falliscono ancora. A renderlo noto è stato l’inviato di Trump Steve Witkoff che ha annunciato il fallimento dei colloqui e il ritiro del team americano da Doha, accusando Hamas di mancanza di volontà di arrivare a un accordo. «Sebbene i mediatori abbiano compiuto grandi sforzi, Hamas non sembra coordinarsi o agire in buona fede», ha affermato Witkoff nella sua dichiarazione. «Valuteremo ora opzioni alternative per riportare a casa gli ostaggi e cercare di creare un ambiente più stabile per la popolazione di Gaza». «È una vergogna — ha aggiunto l’inviato Usa — che Hamas abbia agito in questo modo egoista. Siamo determinati a porre fine a questo conflitto e a raggiungere una pace duratura a Gaza». In una nota diffusa questa mattina Hamas, però, si è detto «sorpreso» dalle dichiarazioni di Witkoff e ha precisato: «Il movimento afferma la sua disponibilità a continuare i negoziati e a impegnarsi in un modo che contribuisca a superare gli ostacoli e a raggiungere un accordo di cessate-il-fuoco permanente».

L’annuncio della Francia

Nella serata di ieri, un elemento a sorpresa si è aggiunto al quadro geopolitico già complesso: il presidente francese Emmanuel Macron ha pubblicato, sui social, una lettera inviata al presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, in cui conferma l’intenzione della Francia di riconoscere lo Stato palestinese. Una decisione, spiega, presa nella speranza di accelerare una tregua e in sintonia con l’«impegno storico» francese «per una pace giusta e duratura in Medio Oriente». Il riconoscimento sarà formalizzato a settembre, durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Dura la reazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo il quale questa decisione, invece di portare la pace, «premia il terrorismo» e indica l’intenzione di lanciare — accusa il premier — «una crociata contro lo Stato ebraico». Anche da Washington la reazione è arrivata immediata. Il segretario di Stato, Marco Rubio, con un post pubblicato su X ha chiarito: «Gli Stati Uniti respingono fermamente il piano di Macron», una decisione «sconsiderata»: ««uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre» che non fa che «alimentare la propaganda di Hamas e ostacola la pace».

Consultazione di emergenza

Nel frattempo il premier britannico Keir Starmer, nell’annunciare una consultazione di emergenza prevista oggi con i leader di Francia e Germania, ha dichiarato che «le sofferenze e la fame» dei palestinesi di Gaza sono «indifendibili». La consultazione, dopo il fallimento dei negoziati di Doha fra Israele e Hamas, servirà a stabilire quali misure «possono essere prese con urgenza per fermare i massacri e fornire alla popolazione il nutrimento di cui ha disperatamente bisogno».

Umanità distrutta 

 Intanto a Gaza continuano a cadere le bombe israeliane e la carestia si aggrava di giorno in giorno.  L’uso deliberato della fame come arma da parte delle autorità israeliane nella Striscia ha raggiunto livelli senza precedenti, con pazienti e operatori sanitari che ora lottano per la sopravvivenza, avverte Medici Senza Frontiere (Msf) in una nota. Mohammed Abu Mughaisib, vicecoordinatore medico di Msf a Gaza, in una video testimonianza, ha descritto gli effetti della fame sul corpo di adulti e bambini e di come gli stessi operatori sanitari stiano lottando per la sopravvivenza: «Ci si aspetta che salviamo vite umane mentre le nostre vengono lentamente consumate. Non si tratta solo di fame, ma della lenta distruzione della vita, della dignità e dell’umanità». Anche i giornalisti di Gaza continuano a rimanere nel mirino dell’Idf. L’Ufficio stampa del governo di Gaza, riporta Al Jazeera, ha annunciato l’uccisione nelle ultime ore del fotoreporter Adam Abu Harbid, che porta a 232 il numero dei giornalisti morti durante la guerra a Gaza.

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25 luglio 2025, 14:42