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L'immagine di una frana nel Dipartimento di Choc¨® L'immagine di una frana nel Dipartimento di Choc¨® 

Nel cuore umido della Colombia, il grido silenzioso del Choc¨®

Le recenti trasformazioni climatiche, unite alla mancanza cronica di infrastrutture, hanno acuito i disagi alimentari e la ±è´Ç±¹±ð°ù³Ù¨¤ nel Dipartimento colombiano, crocevia tra Mar dei Caraibi e Oceano Pacifico. "Abbiamo un altissimo tasso di bisogni primari insoddisfatti", afferma ai media vaticani l'attivista ambientale Velia Vidal

Matteo Frascadore - Città del Vaticano

Le case costruite su palafitte vacillano, i raccolti marciscono e le strade si trasformano in torrenti fangosi. I bambini vanno a dormire senza sapere se potranno recarsi a scuola il giorno successivo, mentre uomini e donne vivono con l¡¯ansia di vedere le loro terre ancora una volta sommerse dall¡¯acqua. Il dipartimento di Chocó, nel nord della Colombia, galleggia costantemente tra sopravvivenza e oblìo.

Disagi acuiti dal cambiamento climatico

Qui le comunità hanno imparato a convivere con la pioggia, adattando abitazioni e soluzioni tecniche a un ambiente talvolta estremo. Ma le recenti trasformazioni climatiche, unite alla mancanza cronica di infrastrutture, hanno acuito i disagi alimentari e la povertà. Dopo le inondazioni, molti agricoltori sono costretti a percorrere chilometri in barca per raggiungere mercati o approvvigionamenti, aumentando i costi e riducendo i margini di guadagno. Le condizioni delle strade, spesso impraticabili, rendono ancora più fragile il già precario sistema di distribuzione del cibo. I numeri parlano chiaro: secondo uno studio congiunto del Dipartimento amministrativo nazionale di statistica (Dane) e della Fao, nel 2024 l¡¯insicurezza alimentare è cresciuta sensibilmente nelle aree rurali della Colombia, con un picco proprio nel Chocó: dal 18,9 per cento del 2023 si è saliti al 36,3 per cento. Un grido d¡¯allarme arriva direttamente da chi, quei contesti, li vive da vicino: «Costruire strade nel Chocó costa molto più che in altre zone. L¡¯umidità media è del 95 per cento. Respiriamo acqua. Piove per 300 giorni all¡¯anno», afferma a «L¡¯Osservatore Romano» Velia Vidal Romero, attivista, scrittrice e fondatrice dell¡¯iniziativa culturale Motete. Fondata da lei e dal marito nel 2016, Motete è un¡¯organizzazione educativa e culturale con l¡¯obiettivo di formare le persone a una cittadinanza attiva tramite arte e cultura. 

Crocevia tra Mar dei Caraibi e Oceano Pacifico

Velia Vidal descrive in modo dettagliato la loro situazione: «Siamo un popolo afro-colombiano. Più del 72 per cento della popolazione è discendente da persone schiavizzate, il 6 per cento è indigeno. A Quibdó, la capitale, oltre il 92 per cento della popolazione è afrodiscendente. Il Chocó sperimenta tutte le forme di razzismo sistemico: strutturale, quotidiano, storico. Questo va tenuto presente se si vuole comprendere la nostra realtà», ammette, introducendo anche la dimensione geopolitica della regione, che tocca sia il Mar dei Caraibi che l¡¯Oceano Pacifico. Si tratta di una posizione che la rende un «corridoio naturale per il passaggio di migranti, armi e droga. È una zona strategica per molti attori illegali. Ma è anche una terra di immensa ricchezza: due mari, decine di fiumi, la giungla, il 10 per cento della biodiversità planetaria». È così: nel Chocò non piove solamente acqua ma anche violenza, tra conflitti armati, narcotraffico ed estrattivismo illegale con una presenza istituzionale debole. Conseguentemente le popolazioni afrodiscendenti e indigene ¡ª custodi secolari della biodiversità della selva ¡ª sono spesso escluse dalle decisioni e, di conseguenza, invisibili nella narrazione nazionale. Il disagio dovuto al cambiamento climatico, riconosciuto come elemento di estremo pericolo anche dalla stessa Velia Vidal, ha causato alcune difficoltà che hanno messo in crisi strutture e palafitte pensate e progettate da tempo in modo strategico: «Alcune città, come El Carmen del Darién, che sorge sulle rive del fiume Atrato, furono progettate in modo che durante la stagione secca le persone potessero camminare sul terreno, mentre durante la stagione umida venivano costruiti ponti di legno per collegare le case. Cosa è successo negli ultimi anni? In primo luogo, la nostra popolazione è cresciuta senza una pianificazione strategica e ordinata che tenesse conto delle particolarità ambientali del territorio. Naturalmente non siamo esenti dal cambiamento climatico, quindi misurarlo non è più così facile. Quali sono le stagioni delle piogge e quali sono le stagioni secche?». La domanda che si pone mette in difficoltà sia lei sia molti altri abitanti di questa regione, costretti a vivere tra dubbi e incertezze. 

Il problema dell'analfabetismo

Un problema da non sottovalutare è la qualità dell¡¯istruzione. Sul piano sociale, le fragilità si intrecciano. Il tasso di analfabetismo nel luogo è tra i più alti della Colombia.  Mancano cliniche adeguate. I livelli di disoccupazione sono allarmanti e la speranza di accesso a servizi essenziali è minima. Eppure, Velia Vidal mette in guardia dall¡¯equazione tra marginalità e inferiorità: «Abbiamo un altissimo tasso di bisogni primari insoddisfatti. Ma non parlerei mai di povertà culturale. Anzi. Siamo portatori di saperi profondi, di creatività e di memoria. Solo che nessuno ci ascolta».Il Chocó è oggi una frontiera morale per la Colombia e non solo. Una terra fertile e sofferente, dove la dignità delle persone continua a galleggiare sopra le acque dell¡¯abbandono e in un clima di incertezze. 

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17 luglio 2025, 15:23