Mediazione Usa in Siria, de-escalation dopo i raid di Israele
Francesco De Remigis - Città del Vaticano
Dopo l’appello degli Stati Uniti al governo di Damasco - ieri il Segretario di Stato Usa ha chiesto al presidente siriano Al Sharaa di ritirare le truppe dall’area del confine meridionale - Israele e Siria "hanno concordato misure specifiche che porranno fine a questa situazione preoccupante e orribile", ha scritto su X il Segretario di Stato americano, Marco Rubio. "Ciò richiederà che tutte le parti rispettino gli impegni presi, e questo è ciò che ci aspettiamo da loro", scrive ancora il capo della diplomazia Usa. La mediazione, che avrebbe visto coinvolta anche la Turchia, ha consentito quella sembra essere una de-escalation regionale dopo i raid dell'aviazione israeliana a difesa della minoranza drusa nel sud della Siria e nella capitale.
Tre giorni di caos, almeno 350 morti
Israele, dopo essere intervenuto a sostegno dei drusi, aveva infatti preso di mira anche i centri del potere militare a Damasco e il palazzo presidenziale. Si sono rincorse voci di una fuga del presidente siriano, dato per rifugiato in una località segreta. Poi un suo messaggio tv, in serata, con l’annuncio del ritiro dell’esercito siriano dalla città di Suwayda, nel sud del Paese, teatro degli scontri interetnici tra le comunità beduine nell’area e i residenti drusi, che il governo aveva cercato di sedare inviando truppe dell'esercito. Gli scontri, da domenica, hanno registrato almeno 350 caduti; 180 tra le forze governative.
Suwayda epicentro delle tensioni inter-etniche
La località al centro delle tensioni inter-etniche, dopo il pressing americano sul governo di Damasco, è passata sotto il controllo degli sceicchi drusi. "Abbiamo dato priorità all'interesse dei siriani più che al caos e alla distruzione", ha spiegato il presidente Al Sharaa, che in prima battuta aveva autorizzato l’intervento dell’esercito a Suwayda. Al Sharaa ha chiarito che i drusi sono parte integrante della Siria, annunciando punizioni per i responsabili degli abusi: “La protezione dei vostri diritti e delle vostre libertà è tra le priorità", ha sottolineato il presidente siriano, denunciando le azioni di Israele prima di giungere a un accordo mediato da Usa e Turchia.
Accordo per un cessate il fuoco e indagine sull'accaduto
L'agenzia di stampa siriana statale annuncia che è stato raggiunto un cessate il fuoco nella città di Suwayda, a maggioranza drusa. Secondo l'agenzia, le forze siriane installeranno posti di blocco nella zona. Uno dei leader drusi in Siria, lo sceicco Yousef Jarbou, ha annuncia i termini del cessate il fuoco in un video comunicando che le strade della zona saranno messe in sicurezza dalle forze statali e verrà istituito un comitato congiunto di drusi e del governo centrale di Damasco per indagare sui "crimini e le violazioni legali" avvenuti durante nella zona e tutti i detenuti arrestati durante i disordini saranno rilasciati. "Respingiamo qualsiasi tentativo, straniero o interno, di seminare divisione tra le nostre fila - è stato il monito del presidente siriano Al Sharaa - Siamo tutti partner in questa terra e non permetteremo a nessun gruppo di distorcere la bella immagine che la Siria e la sua diversità rappresentano", ha aggiunto, affermando che Israele sta cercando di rompere l'unità siriana e trasformare il Paese in un caos, ma che i siriani stanno respingendo questa divisione.
La testimonianza di Avveduto (Pro Terra Sancta)
Andrea Avveduto, portavoce dell'aassociazione Pro Terra Sancta, ora a Damasco, racconta ai media vaticani di aver assistito a scontri settari e tribali. Racconta così la capitale nelle ultie ore: "Abbastanza vuota, non c'è il solito via vai, il solito traffico che intasa le vie di Damasco perché c'è una grande paura che possa arrivare presto la guerra civile, le persone che si incontrano sono preoccupate, hanno paura, tanti hanno soprattutto il timore che possano iniziare gli scontri, non è la capitale, ma un po' in tutto il Paese, questa è un po' la situazione che vediamo in questo momento a Damasco dove certamente anche il controllo militare è molto più presente di qualche giorno fa".
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