Gaza, pressing su Israele e Hamas affinché accettino la tregua
Francesco De Remigis - Città del Vaticano
A Gaza "gli ospedali, che dovrebbero essere rifugi sicuri, sono stati regolarmente attaccati e molti non sono più operativi. Anche quelli funzionanti operano solo al minimo a causa dei ripetuti attacchi, della carenza di carburante e dell'accesso limitato alle forniture mediche". A dirlo in conferenza stampa è il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il quale cita anche alcune drammatiche testimonianze legate alla malnutrizione: "Da Gaza i genitori ci raccontano che i loro figli piangono fino ad addormentarsi per la fame". Assieme all’Oms, decine di ong esprimono da giorni crescente preoccupazione per la carenza di cibo, lamentando l'impossibilità di recuperare derrate alimentari dai camion degli aiuti al confine. Nelle prime due settimane di luglio, si legge inoltre uno studio delle Nazioni Unite elaborato dall'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari ha rilevato che su 56.440 bambini provenienti da diverse aree della Striscia quasi 5 mila soffrono di malnutrizione acuta e 838 di malnutrizione estrema.
Israele: "Intesa migliorata, ma non abbastanza"
Da Israele, il Coordinatore delle Attività Governative nei Territori palestinesi afferma che 70 camion di aiuti umanitari, principalmente contenenti cibo, sono stati trasferiti ieri nella Striscia di Gaza: alcuni nella parte meridionale attraverso il valico di Kerem Shalom e altri nella parte settentrionale attraverso il valico di Zikim. Gli aiuti sono stati consegnati dopo approfondite ispezioni di sicurezza. Ma aldilà delle dichiarazioni, parti non secondarie del governo israeliano continuano a chiedere ad Hamas di liberare gli ostaggi, oppure "a Gaza sarà l'inferno", dice per esempio il ministro della Difesa Katz. Nella notte Hamas ha presentato ai negoziatori la sua risposta alla proposta israeliana di cessate il fuoco di 60 giorni con nuove clausole sull'ingresso degli aiuti umanitari, mappe delle aree dalle quali l'esercito israeliano dovrebbe ritirarsi, nonché garanzie sulla fine definitiva della guerra. Israele sta esaminando la risposta del movimento islamico palestinese.
L'inviato Usa Witkoff a Olbia per i negoziati
Per proseguire i negoziati, anche sul rilascio degli ostaggi, in Italia è arrivato l’inviato del presidente Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che dovrebbe incontrare il ministro israeliano Ron Dermer e il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. Witkoff ha "la ferma speranza di raggiungere un cessate il fuoco" e "aprire un corridoio umanitario per l'ingresso di aiuti che le due parti hanno, di fatto, accettato", ha annunciato il dipartimento di Stato Usa, confermando la missione in Italia.
Appello dei media per aprire la Striscia ai giornalisti
Cresce il pressing su Israele per aprire gli accessi a Gaza. Le agenzie di stampa AFP, AP, Reuters e la rete britannica BBC hanno chiesto a Israele di "permettere ai giornalisti di entrare e uscire dalla Striscia". Inoltre decine di persone si sono radunate davanti all'ambasciata americana a Tel Aviv, in Israele, per protestare contro le condizioni della popolazione di Gaza. Sotto uno striscione "basta fame a Gaza", i manifestanti hanno mostrato pentole e padelle vuote, riecheggiando le immagini dei palestinesi di Gaza in attesa di ricevere cibo dai centri di distribuzione di aiuti umanitari, riferisce il quotidiano Haaretz.
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