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L'incontro del premier israeliano Netanyahu con i giornalisti prima di partire per gli Usa L'incontro del premier israeliano Netanyahu con i giornalisti prima di partire per gli Usa  (ANSA)

Netanyahu a Washington, Trump: "Accordo su Gaza possibile entro la settimana"

Inizia oggi il viaggio del premier israeliano negli Stati Uniti, dove è atterrato questa mattina. A Doha sono ripresi i colloqui indiretti tra Israele e Hamas sulla tregua e il rilascio degli ostaggi. Il primo incontro si è concluso con un nulla di fatto, ma si punta a un'azione diplomatica della Casa Bianca e sulla mediazione del Qatar per riaccendere la speranza di un cessate-il-fuoco di sessanta giorni

Francesco De Remigis - Città del Vaticano

Sono tornati a parlarsi ieri sera, con la mediazione del Qatar, le due delegazioni di Israele e Hamas in vista di un accordo di cessate-il-fuoco nella Striscia che prevedrebbe la restituzione di parte degli ostaggi rapiti dall'organizzazione palestinese ancora prigionieri a Gaza. Il testo base per l'intesa con Israele, per giungere a una tregua di sessanta giorni, partirebbe dal rilascio di almeno 10 cittadini israeliani, tra quelli ancora in vita, assieme a 18 salme di ostaggi defunti. Ma l'intesa poggia anche sulla scarcerazione di alcuni palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane.

Hamas chiede che gli aiuti siano gestiti dall'Onu

Il governo israeliano ha definito "inaccettabili" le modifiche avanzate dal movimento islamico con base a Gaza. Hamas vuole infatti che la distribuzione degli aiuti alimentari e sanitari torni ad essere gestita dall’Onu e dalla Mezzaluna rossa; chiede inoltre che l’esercito israeliano si ritiri nelle posizioni in cui si trovava alla fine del precedente cessate-il-fuoco. Un alto ufficiale delle forze di sicurezza di Hamas ha dichiarato questa mattina alla Bbc che il gruppo armato ha perso circa l'80% del controllo sulla Striscia e che i clan armati presenti a Gaza stanno colmando il vuoto.

Il premier israeliano: alla Casa Bianca per far progredire i negoziati

“Stiamo lavorando per raggiungere un accordo secondo i termini concordati, il mio colloquio con Trump potrebbe contribuire a far progredire i negoziati”, ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, prima di atterrare a Washington, dove oggi incontrerà, per la terza volta in sei mesi, il presidente Usa, intorno alla mezzanotte ora italiana. Potrebbe esserci un’intesa Hamas-Israele “questa settimana”, ha detto Donald Trump, ottimista sulla proposta di sessanta giorni di tregua. "Abbiamo già liberato molti ostaggi, ma per quanto riguarda quelli che rimangono, un buon numero verrà rilasciato. Ci aspettiamo di riuscirci questa settimana", ha dichiarato ai giornalisti. Il primo appuntamento nell'agenda americana del premier Netanyahu è con il segretario di Stato, Marco Rubio, e l'inviato speciale del presidente per il Medio Oriente, Steve Witkoff.

Nuovi attacchi all'alba nella Striscia e in Yemen

Sul campo, i raid israeliani continuano. Dall'alba di oggi sono 14 i palestinesi uccisi dagli attacchi dell'esercito a Gaza, riferiscono fonti mediche. Tre persone sono state uccise nei bombardamenti che hanno colpito al centro e a ovest di Khan Yunis. Le Forze di difesa israeliane hanno fatto presente alla leadership politica dello Stato ebraico l'impossibilità di raggiungere il duplice obiettivo di liberare gli ostaggi detenuti nella Striscia e arrivare all'annientamento della capacità militare del gruppo islamista palestinese. Lo riferisce l'emittente Al Jaazera, che cita la radio dell'esercito israeliano. Le Forze di difesa d'Israele hanno dichiarato che l'obiettivo principale della guerra deve essere quello di riportare a casa gli israeliani rapiti nell'attacco del 7 ottobre 2023 che ha scatenato la guerra. Delle 251 persone sequestrate, 49 sono ancora detenute a Gaza, tra cui 27 dichiarate morte dall'esercito israeliano. Ma in Medio Oriente resta alta l'allerta anche per quanto accade nel Mar Rosso. All’alba, dopo un attacco degli houthi contro una nave nel tratto di mare diventato sempre più rischioso per navi cargo e imbarcazioni, l’esercito israeliano è tornato ad attaccare in Yemen porti e strutture dei ribelli. Colpite basi logistiche e militari a Hodeidah, Ras Issa e Salif. Gli houti hanno risposto con nuovi lanci di missili contro Israele.

Polemiche in Israele per la leva obbligatoria estesa agli ultra-ortodossi

A Tel Aviv e Gerusalemme continuano intanto le proteste di alcuni cittadini seguite alla decisione di Netanyahu di autorizzare l'esercito a inviare, entro questa settimana, 54 mila avvisi di leva ai membri della comunità ultra-ortodossa, la cui esenzione dal servizio militare come studenti di "yeshivah" non è considerata più valida. Secondo quanto affermato dall'esercito, le convocazioni saranno distribuite in più fasi nel corso del mese di luglio, con appuntamenti per l'arruolamento programmati per l'anno di leva 2025 rivolti a giovani in età compresa tra i 16 e i 26 anni. Come parte del più ampio processo di reclutamento, l'Idf afferma che l'esercito si concentrerà sull'identificazione di candidati con un elevato potenziale per ruoli di supporto in prima linea e di combattimento, citando le crescenti esigenze operative. Secondo fonti militari, chi non risponderà a tre convocazioni sarà classificato come disertore già dopo 12 giorni dal terzo avviso. Per dare via libera a questa controversa decisione, il premier Netanyahu ha ritardato di circa 12 ore il suo arrivo a Washington.

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07 luglio 2025, 08:55