A Roma un cammino di compassione attraverso le opere di Timothy Schmalz
Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano
Le sue sculture si stagliano scure e opache contro il candore romano del travertino e suggeriscono il buio anche sotto il sole. Figure rannicchiate, prive di volto, coperte da mantelli o abiti logori, che la magnificenza del bronzo non riesce a celare. Le sculture dell’artista canadese Timothy Paul Schmalz inquietano e non smettono mai di interrogare. Non è certamente il primo artista a raffigurare i poveri e i miseri, quelli che Papa Francesco chiamava scartati. Nella storia dell’arte, accanto a ritratti aulici o di perfetta bellezza estetica vi è una lunga tradizione che si sofferma a scandagliare questo tipo di iconografia, come il più celebre Caravaggio, con i suoi pellegrini laceri, dai piedi sporchi, le rughe su visi e corpi vessati dalla fatica.
Tra spiritualità e impegno sociale
Artista ed esploratore di temi etici e spirituali, Timothy Schmalz ha realizzato opere che sono diventate simboli di compassione e memoria collettiva. La sua scultura più nota, Homeless Jesus, raffigura Gesù come un senzatetto addormentato su una panchina, con le ferite della crocifissione visibili sui piedi. Questa creazione, già installata in oltre 150 città e - in passato - nella Basilica di San Pietro, invita a una riflessione sulla dignità di chi vive ai margini della società.
Tra le sue altre opere di rilievo, Angels Unawares - Angeli inconsapevoli, benedetta da Papa Francesco nel 2019, campeggia sul lato sinistro di Piazza San Pietro: una folla compatta di migranti e rifugiati di tutte le nazionalità, alcuni portano una simbolica valigia di cartone, che ci ricorda anche il nostro passato di migrazione e ci interpella direttamente. Dal nucleo della scultura si librano le ali di un angelo che è lì, in mezzo a loro. Un’altra opera è Let the Oppressed Go Free, che mostra quasi cento vittime della tratta di esseri umani liberate da santa Giuseppina Bakhita. Be Welcoming rappresenta un viaggiatore nell'atto di trasformarsi in un angelo quando si avvicina al posto che sta invitando a prendere.
Le opere sono state esposte in tutto il mondo e hanno ricevuto l'attenzione di Papa Francesco, che ha commissionato alcune sculture all'artista. Oltre a quelle di natura religiosa, Schmalz ha creato opere laiche, come il monumento a Gordon Lightfoot e il Canadian Veterans Memorial.
Un pellegrinaggio tra arte e memoria
Durante quest'anno giubilare, la città di Roma si trasforma in un percorso di compassione e riflessione grazie alla mostra Connecting Pilgrims Through Compassion dell'artista canadese: otto sculture saranno visitabili in luoghi simbolici della città e inviteranno i pellegrini a riscoprire la compassione come linguaggio universale.
Il viaggio inizia in Piazza San Pietro con Angels Unawares, che raffigura i migranti. Proseguendo, si incontrerà Be Welcoming - Siate accoglienti, installata per esortare all'accoglienza verso i poveri. Molte sculture sono ispirate al Vangelo di Matteo 25. L'ex Ospedale di Santo Spirito sarà il luogo di When I Was Sick - Quando ero malato e When I Was Hungry and Thirsty - Quando avevo fame e sete, opere che invitano a riconoscere Cristo nei malati e negli affamati. La Basilica di San Lorenzo in Lucina ospiterà When I Was a Stranger - Quando ero uno straniero, mentre San Pietro in Vincoli accoglierà When I Was Naked - Quando ero denudato. In Piazza Sant'Egidio sarà possibile ammirare anche Homeless Jesus - Gesù senzatetto, mentre il percorso si concluderà nella Basilica di San Paolo fuori le Mura con When I Was in Prison - Quando ero prigioniero.
Il progetto ha come supporto un’audioguida con narrazione dell’artista, accessibile tramite QR code presso ogni tappa, per offrire una più intensa esperienza di riflessione e di impegno interiore. Il Giubileo, oltre a forgiare pellegrini di speranza, spinge all’impegno interiore di ciascuno.
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