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L'arrivo di un gruppo di rifugiati a Fiumicino L'arrivo di un gruppo di rifugiati a Fiumicino  (sito Sant'Egidio)

A Fiumicino arrivati 71 rifugiati con i corridoi umanitari

"Benvenuti in Italia!": la Comunità di Sant'Egidio, l'Arci e l'Unhcr hanno accolto il gruppo di persone proveniente dalla Libia con l'augurio di una vita finalmente serena dopo gli orrori della guerra. Ad oggi sono 558 coloro che sono arrivati in Italia in sicurezza grazie al protocollo siglato con il Ministero degli Esteri e della cooperazione

Stefano Leszczynski - Città del Vaticano

Con un volo proveniente da Tripoli, in Libia, organizzato dall'Unhcr - l'Agenzia Onu per i Rifugiati - , un gruppo di 71 persone è arrivato questa mattina, 25 giugno, all'aeroporto di Roma Fiumicino. Oltre la metà sono donne e minori, vittime di gravi maltrattamenti, inclusa la detenzione, subiti durante il viaggio dai Paesi di origine e in Libia, dove alcuni di loro hanno vissuto a lungo e dove sono nati alcuni dei bambini che verranno ora accolti in Italia insieme alle loro famiglie.  

La conferenza stampa a Fiumicino

I corridoi umanitari

Il loro arrivo è stato reso possibile dal protocollo tra Ministero dell'Interno, Ministero degli Esteri, Unhcr, Arci e Comunità di Sant'Egidio, firmato nel dicembre 2023, che ha finora consentito l'arrivo in sicurezza di 558 persone. A dar loro il "Benvenuti in Italia" questa mattina è stato propio il coordinatore dei Corridoi umanitari presso la Direzione generale Italiani all'estero e politiche migratorie della Farnesina, Pier Francesco Sacco. In mattinata si è svolta la breve cerimonia di benvenuto in aereoporto con Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, Walter Massa, presidente nazionale dell'Arci, e Filippo Ungaro, portavoce dell'Unhcr Italia. 

Una risposta alle guerre

"Questo corridoio - ha detto Impagliazzo rivolgendosi ai giornalisti e alle persone appena arrivate dalla Libia - è la risposta alle guerre che insanguinano il mondo oggi. Sono le guerre a costringere le persone a lasciare le propie terre e questo corridoio umanitario significa pace, volontà d'accoglienza nei confronti di chi ha sofferto a causa delle guerre". Nel rivolgere un caloroso benvenuto in particolare alle donne e ai bambini, Impagliazzo ha voluto esprimere anche un affettuoso invito ad imparare presto la lingua per vivere insieme agli altri in pace e gioia, nel rispetto delle leggi dei Paesi in cui verranno reinsediati.

Responsabilità politica per i tagli ai finanziamenti

Filippo Ungaro, portavoce di Unhcr, ha ricordato che nel mondo si è raggiunta quest'anno la cifra record di 122 milioni di rifugiati, due milioni in più dello scorso anno e quasi il doppio di un decennio fa. "I fondi a disposizione tuttavia sono sempre più scarsi e per l'Unhcr quest'anno sono pari a quelli del 2015. Questo significa - ha aggiunto Ungaro - che ci sarà ancora più sofferenza per le persone: molti bambini non potranno ricevere un'istruzione e molte comunità rimarranno senza acqua né cibo. Questo taglio operato da vari governi è una crisi di responsabilità politica". Infine, Ungaro ha sottolineato che tutto questo si tradurrà in una maggiore spinta migratoria e che solo i corridoi umanitari rappresentano un'ancora di salvezza contro i trafficanti e i pericoli di un lungo viaggio.

Il mondo che sogniamo

"Quello a cui assistiamo non rappresenta il mondo che ci piace", ha ribadito Walter Massa di Arci promettendo alle persone appena arrivate che "si farà di tutto perché possiate trovare il mondo che avete sognato e che noi sognamo insieme a voi. Anche se questo corridoio è un'azione importantissima e bellissima noi continueremo a batterci per un mondo senza le frontiere dove tutti possano liberamente costruirsi una nuova vita".

Dove andranno i rifugiati

Provenienti in maggioranza da diversi Paesi africani (Eritrea, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Somalia e Sudan), i rifugiati verranno accolti in diverse regioni italiane dalla Comunità di Sant'Egidio, con il sostegno di associazioni e congregazioni religiose, e dalla rete dei Circoli Rifugio di Arci, sostenuta con i fondi 8x1000 dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, e subito avviati verso l'integrazione: dei minori, grazie alla scuola; degli adulti, grazie all'apprendimento della lingua italiana e all'inserimento nel mondo lavorativo.

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25 giugno 2025, 15:29