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Gli interpreti e il regista in via della Conciliazione Gli interpreti e il regista in via della Conciliazione

"The Chosen", presentata in Vaticano la quinta stagione della serie sulla vita di Gesù

Il cast della della fortunata produzione americana ha incontrato il 23 giugno i giornalisti nella Sala San Pio X. Nel pomeriggio, il quarto episodio è stato proiettato in anteprima nella Filmoteca della Santa Sede e, la sera, al cinema Adriano a Roma. Mercoledì 25 giugno gli interpreti e la troupe hanno potuto incontrare Papa Leone XIV all'Udienza Generale. Jonathan Roumie ha poi rilasciato una videointervista negli studi dei media vaticani

Eugenio Murrali - Città del Vaticano

Un'interpretazione che punta sull'umanità, sulle relazioni, sulla semplicità che convive con la straordinarietà, come in Gesù coesistono l'uomo e Dio. L'emozione è la cifra più visibile nel gruppo di artisti che da anni condividono l'avventura di raccontare al mondo la storia di Cristo attraverso lo schermo. Come ha osservato il prefetto del Dicastero per la comunicazione Paolo Ruffini, nel suo indirizzo di saluto nella Sala San Pio X, The Chosen, pur raccontando una vicenda ben nota a tutti, ha raggiunto milioni di spettatori, segno che la figura del Nazareno chiama ciascuno a un incontro personale. Quasi un terzo di coloro che guardano la serie si dichiara non credente, sintomo del notevole interesse che essa ha saputo attrarre intorno a sé e della forza del messaggio tramesso. I numerosi episodi sono tradotti in molte lingue e visibili anche dal cellulare grazie a un'applicazione. Nelle anteprime di questi giorni, viene presentato l'episodio The Same Coin, che contiene una delle scene di maggior impatto della serie, l'ultima cena delle donne accompagnata dal Dayenu, un canto intonato durante la festività ebraica della Pasqua. Questo episodio e l'intera stagione 5 usciranno in Italia il prossimo mese.

L'apertura della presentazione nella Sala San Pio X
L'apertura della presentazione nella Sala San Pio X

Favorire un incontro

Nell'accennare alla quinta stagione, che ripercorre alcuni momenti della Settimana Santa, tra cui l'Ultima Cena, Dallas Jenkins, il regista e sceneggiatore, ha parlato più in generale di una missione il cui fine non sarebbe, in sé, la realizzazione di una serie televisiva, quanto piuttosto quello di favorire un incontro con la figura di Gesù. Jenkins e gli artisti sono reduci dal set di Matera, dove hanno girato parte della sesta stagione. Per il cineasta la quinta stagione sarà un'opportunità per i nuovi spettatori, che sapranno riconoscere molti passaggi di quel momento intenso vissuto da Gesù e dai discepoli nell'approssimarsi della Passione.

L'incontro tra Jonathan Roumie e il regista Dallas Jenkins

Una storia trasformativa

Jonathan Roumie, sorridente e partecipe interprete di Gesù, ha descritto come intima e profonda l'esperienza dell'Ultima Cena rappresentata sul set. Ed è entrato ancor più nelle pieghe di quello che dall'inizio sta vivendo insieme ai suoi compagni di viaggio. Non solo The Chosen avrebbe toccato dal di dentro molti di coloro che fanno parte di questa avventura cinematografica, ma anche tantissimi spettatori sulle cui vite il messaggio della serie avrebbe avuto un forte impatto. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Roumie ha evidenziato lo spazio che sia nella sceneggiatura sia nell'interpretazione è dato alla dimensione umana di Cristo, fatta di gioia, di amore, di senso dell'umorismo, di serenità.

Il regista e il protagonista durante la conferenza
Il regista e il protagonista durante la conferenza

Un messaggio di pace

Uno dei personaggi più complessi e importanti della serie è Maria Maddalena, interpretata da Elizabeth Tabish. Questa figura che ha fatto i conti con il suo passato, nella quinta stagione è protesa verso la figura di Cristo con un grande senso di cura e di protezione. Per l'attrice il messaggio di amore e di pace anche nei momenti di dolore più intenso è qaunto mai importante nell'attuale contesto.

Maria e l'essere Madre

Quando ha letto la sceneggiatura, Vanessa Bonavente, che interpreta il ruolo della Madonna, ha rivisto molte persone della sua vita, spiega in un toccante intervento. Nella sua interpretazione si è focalizzata nella relazione tra madre e figlio, nel lento addio che, durante la quinta stagione, Maria deve attraversare. Dentro questa umanità, in cui ci si può riconoscere, l'attrice racconta di aver scoperto una straordinaria forza, così come George Xanthis spiega che il suo personaggio, Giovanni l'Evangelista, scopre attraverso Gesù la compassione.  

Un fotogramma della serie
Un fotogramma della serie

Un racconto umano e intimo

L'anteprima alla filmoteca vaticana, il 23 giugno pomeriggio, è stata un'occasione per conoscere meglio l'impostazione che il regista ha voluto dare alla serie. Dopo la proiezione del quarto episodio della quinta stagione, rispondendo alle domande del pubblico in sala, Jenkins ha accennato brevemente al lavoro portato avanti a Matera per la sesta stagione, che sarà distribuita nel 2027. Immancabile, nel corso del dibattito il riferimento ai celebri film su Gesù girati nella città dei Sassi, in particolare a quelli di Pier Paolo Pasolini e di Mel Gibson. Il cineasta ha spiegato di aver guardato con attenzione quelle pellicole, che gli appaiono come un bellissimo susseguirsi di quadri. Ha chiarito però che la direzione da lui presa è un'altra. Il tempo a disposizione in una serie gli ha dato infatti la possibilità di sviscerare le relazioni tra i personaggi, la loro umanità, con uno sguardo più intimo e analitico.

A Matera per Jonathan Roumie le scene più impegnative

Una caratteristica, l'attenzione a questo tratto, confermata anche da Jonathan Roumie, in una videointervista ai media vaticani: "Penso che una delle peculiarità della serie sia evocare l'umanità di Cristo in un modo che la gente non ha mai visto prima e non ha nemmeno mai considerato. E vedere la sua umanità pienamente espressa è stato illuminante per così tante persone". L'attore ha, inoltre, ricordato le settimane del set di Matera, che considera tra le più impegnative della sua carriera per l'intensità necessaria a girare i momenti della crocifissione di Gesù: "Come persona di fede, cercare di riattualizzare la Passione di Cristo con un certo gradio di autentitcità e gravità e realtà, non è qualcosa che sceglierei di fare una seconda volta", spiega l'interprete. "Lo farei volentieri se dovessi farlo - ha aggiunto-, ma abbiamo dovuto davvero mettercela tutta. Non solo io, ma l'intero cast e la troupe, qui in un Paese straniero, fuori dalla nostra zona di comfort. Abbiamo davvero dovuto impegnarci per superare quel passaggio, ma l'abbiamo superato. E sarà assolutamente bellissimo".

L'incontro all'Udienza Generale e il dono a Papa Leone

Un dono speciale per Papa Leone

Jonathan Roumie sentiva che prima o poi avrebbe incontrato Leone XIV, un Pontefice con cui può comunicare nella sua lingua madre, ma - ha ammesso durante l'intervista - non si aspettava sarebbe accaduto così presto. Invece il saluto è avvenuto all'Udienza Generale di mercoledì 25 giugno ed è stato un momento cordiale e significativo. "Avevo un piccolo regalo per lui che - racconta Roumie - il nostro scenografo dello show, James Cunningham, ha fatto preparare dalla sua squadra. Si tratta di una specie di assemblaggio: è una piccola scatola realizzata con il legno di una delle nostre croci del set, uno dei chiodi della crocifissione, una piccola striscia della corona di spine e un pezzo di un indumento insanguinato che indosso nel corso dell'episodio". Nella voce e nell'espressione dell'interprete c'è l'emozione per questo scambio con il Papa: "È stato davvero fantastico condividere un po' di ciò che facciamo come artisti e di ciò che faccio io come artista con il Papa e sentirlo rispondere e ringraziarmi per ciò che stavo facendo è stato davvero intenso".

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26 giugno 2025, 15:30