Kenya, rabbia e proteste per la morte di un attivista sotto custodia della polizia
Giada Aquilino – Città del Vaticano
La rabbia è montata ora dopo ora ieri in Kenya, quando a Nairobi sono scoppiati scontri tra manifestanti che denunciavano le violenze della polizia, forze dell’ordine e centinaia di uomini armati di fruste e bastoni - definiti da testimoni come «teppisti» - che, a bordo di moto, hanno attaccato i dimostranti. Almeno 11 persone sono rimaste ferite, tra cui un uomo che, secondo testimonianze riportate da Al Jazeera, è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco sparati a distanza ravvicinata da un agente con il volto coperto. In una nota, le autorità hanno espresso preoccupazione e hanno affermato che l’agente è stato arrestato.
La morte del blogger Ojwang
A innescare le proteste, svoltesi anche a Mombasa, è stata la morte in custodia di un noto blogger, Albert Ojwang: l’insegnante di 31 anni è deceduto all’inizio di giugno, poco dopo il suo arresto a Homa Bay, nell’ovest del Paese, a seguito di una denuncia per diffamazione da parte del vicecapo della polizia, Eliud Lagat: sul web, Ojwang l’aveva più volte criticato pubblicamente, collegandolo ad un grosso scandalo di corruzione. Inizialmente gli agenti avevano ipotizzato che l’uomo si fosse suicidato, tuttavia in seguito un’autopsia indipendente aveva rivelato che le ferite di Ojwang indicavano un’aggressione come causa della morte. Il presidente William Ruto aveva quindi dichiarato come la morte del blogger fosse avvenuta «per mano della polizia». Ieri Lagat ha annunciato di essersi fatto temporaneamente da parte, in attesa della conclusione delle indagini sulla morte di Ojwang. Nell’ambito delle indagini sono stati arrestati due alti ufficiali e un tecnico della tv a circuito chiuso chiamati a smantellare le telecamere di videosorveglianza della stazione di polizia.
Le proteste del 2024
Negli ultimi giorni la tensione era già alta, con l’approssimarsi del primo anniversario delle massicce proteste del giugno dello scorso anno contro un progetto di aumento delle tasse (poi ritirato dal governo) e la corruzione diffusa, duramente represse: secondo vari gruppi e ong per i diritti umani, più di 60 persone furono uccise e oltre 80 scomparvero dopo l’intervento delle forze di sicurezza. Si trattò delle proteste più partecipate dall’inizio della presidenza Ruto, nel 2022: il 25 giugno migliaia di manifestanti assaltarono il Parlamento di Nairobi, mentre all’interno era in corso il voto per la finanziaria. La polizia intervenne aprendo il fuoco, dopo che i gas lacrimogeni e gli idranti non erano riusciti a disperdere la folla. Il bilancio quel giorno fu di almeno 19 vittime.
Negli scontri delle ultime ore, come nei disordini del 2024, molti attivisti hanno denunciato la presenza di «gruppi di teppisti armati di armi rudimentali»: la polizia ha assicurato che «saranno trattati con fermezza», mentre i difensori dei diritti umani da tempo accusano le autorità di ricorrere ad elementi violenti per screditare le loro azioni.
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