Illegio, la città dell'arte che interroga il nostro tempo
Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano
Anche quest’anno, nel cuore della Carnia, il piccolo villaggio di appena trecento abitanti di Illegio si appresta ad accogliere una mostra che di certo desterà stupore per il grande numero di capolavori riuniti insieme. Dal 6 giugno al 9 novembre, "Ricchezza. Dilemma perenne", è un viaggio che attraversa cinquecento anni di storia dell'arte. Cinquantadue opere che spaziano dalla metà del Quattrocento alla metà del Novecento, diciassette delle quali provenienti da collezioni private non aperte al pubblico. Maestri immortali del calibro, tra gli altri, di Caravaggio, Tiziano, Rembrandt, Pieter Bruegel il Vecchio, Pelizza da Volpedo, Pablo Picasso e Renato Guttuso.
Un tema perenne
La mostra si focalizza su un tema estremamente affascinante, antico - anzi ancestrale - ma oggi più che mai attuale: la ricchezza nella vita umana e nelle vicende del mondo. Un concetto che si articola lungo molti sentieri e che esplora aspetti diversi, complessi e ambivalenti, quali la virtuosa produzione della ricchezza, gli scambi dei beni tra persone e culture e popoli, la distribuzione dei beni secondo giustizia, il riscatto dalla miseria, la scelta paradossale della povertà e le patologie dell'arricchimento. Si tratta di un allestimento ragionato che supera il semplice concetto di ricchezza come abbondanza o come possesso di beni, spingendo il fruitore a interrogarsi sul proprio tempo e sul proprio vissuto. È un invito alla riflessione sul concetto di ricchezza nella sua relazione con la società, la politica e l'economia. Un tema carico di tensioni e di contraddizioni, che rappresenta sia fonte di prosperità e progresso sia causa di conflitti e disuguaglianze.
Il potere delle immagini
L’arte visiva è interprete privilegiata dell’opulenza e del lusso, che talvolta esibisce senza giudizio, altre volte celebra, altre volte condanna, disprezza, diventando quindi anche riflesso del suo tempo, della società e della cultura che quelle ricchezze le produce e le consuma. Offre una chiave di lettura per comprendere i meccanismi che regolano la distribuzione della ricchezza e le sue conseguenze sulla vita delle persone e dei popoli. La mostra di Illegio si inserisce in un contesto globale odierno segnato da crisi economiche, finanziarie e politiche, e invita a riflettere sulla giusta concezione della ricchezza e sulla sua relazione con l'uomo e i popoli. La pace duratura e la giustizia sociale sono strettamente legate alla capacità di governarla e di distribuirla in modo equo.
Il significato di una mostra sulla ricchezza
“Le arti - scrive nell'introduzione al catalogo don Alessio Geretti, curatore e anima della mostra - hanno frequentemente dato spazio all’esibizione del lusso e del potere così come all’esaltazione della sobrietà e della liberazione dalla schiavitù del possesso; hanno provocato, insomma, la duplice percezione del lato luminoso e del lato oscuro che ogni ricchezza porta in sé. Il senso della mostra è dunque quello di ripercorrere l’iconografia e la ‘filosofia in arte’ della ricchezza, individuando alcuni nuclei di un’analisi storica, artistica ed etica delle esperienze umane connesse alla ricchezza stessa”. L'itinerario della mostra attraversa diverse sezioni che sembrano all'inizio inabissarsi negli aspetti negativi della ricchezza materiale, per poi risalire e mostrare l'altra faccia, quella della verità cristiana: lo splendore della ricchezza; il bene possibile; la povertà della ricchezza; la dignità dei poveri; lo scandalo della miseria; il riscatto possibile; la ricchezza della povertà.
Quasi un miracolo che si rinnova
Con l'edizione di quest'anno Illegio consolida la propria missione di proporre mostre internazionali d'arte nel piccolo villaggio, dove dal 2004 ad oggi sono giunte 1.500 opere da ogni museo e collezione e quasi 700mila visitatori.
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