I 51 anni di UNICEF, Graziano: i bambini hanno più che mai bisogno del nostro sostegno
Jacopo Mancini – Città del Vaticano
Nel 2025, oltre 460 milioni di bambini sono costretti a fuggire da conflitti armati e quasi un miliardo si trova in condizioni di povertà. È quanto emerge dal Rapporto annuale sull’Intervento Umanitario redatto dall’UNICEF, i cui dati sottolineano come le crisi umanitarie continuino a colpire in maniera particolare le fasce più fragili della società, e specialmente i più giovani. In occasione del 51.mo anniversario di UNICEF Italia, il Presidente Nicola Graziano ha ribadito come la rinnovata missione dell’organizzazione nel garantire il rispetto del diritto a vivere in sicurezza e dignità coincida con un «momento difficile» per l’infanzia.
Emergenze umanitarie tra clamore e indifferenza
In Sudan, la crisi umanitaria scaturita dalla sanguinosa guerra civile tra l’esercito regolare e le truppe paramilitari della RSF ha assunto caratteri catastrofici: nel Paese, la metà delle oltre 30 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria nel 2025 sono minori. Ad Haiti, oltre 1 milione di giovani si trova costretto ad affrontare livelli critici di insicurezza alimentare, in un contesto politico totalmente frammentato. Graziano ha sottolineato come la comunità internazionale debba affrontare queste emergenze, «più silenziose, ma non meno gravi», con determinazione e coraggio. Nonostante una maggiore esposizione mediatica, a Gaza, dall’ottobre 2023, oltre 50.000 bambini sono stati uccisi o feriti, uno ogni venti minuti; in Ucraina, dal febbraio 2022, più di 2.700 giovanissimi hanno perso la vita o subito gravi ferite a causa della guerra. UNICEF Italia ha riaffermato il suo «impegno per tutti i bambini e le bambine del mondo […] con determinazione e responsabilità», in virtù di un mandato che le affida il compito di alleviare le conseguenze negative delle disuguaglianze sui giovani a prescindere dalle condizioni strutturali.
Le sfide in Italia
Graziano rivolge uno sguardo anche all’Italia, dove segnali preoccupanti emergono circa l’aumento del lavoro minorile nella fascia tra i 15 e i 17 anni (80.991 unità nel 2024), come riportato dall’Osservatorio UNICEF per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile, e una generale riduzione nel livello di competenze scolastiche tra gli adolescenti. Si stima che il 43% dei quindicenni italiani sia privo di competenze di base in lettura, matematica o entrambe. Cali significativi sono stati identificati anche nella comprensione del testo tra i bambini di circa 10 anni, con una riduzione nei punteggi medi da 548 a 537. Nonostante la gravità e la natura stessa degli interventi necessari differiscano sostanzialmente, a rimanere invariato è l’impegno di UNICEF nel tutelare i diritti dell’infanzia, ovunque essi vengano minacciati. Sperando che un giorno, da Khartoum a Kiev, da Port-au-Prince a Kinshasa, ogni minore possa godere del diritto fondamentale di essere semplicemente sé stesso.
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